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dislivello: | circa 1.400 m in salita e 1.100 in discesa. | |
difficoltà: | EE | |
tempi: | 10 ore circa comprese le soste | |
punto di partenza: | Moggio di Sopra (m 359) per il ritorno lasciare preventivamente un mezzo alla partenza del sentiero per il rif. Grauzaria presso Case Nanghet | |
come arrivare: da est: autostrada A23 fino a Carnia, poi per la statale 52. da ovest: dal Cadore, raggiungere Sappada e scendere fino a Carnia, poi come sopra. |
L'ambiente:
L'escursione porta all'interno del gruppo Sernio - Grauzaria, in una zona ora disabitata e rinselvatichita, che viene normalmente trascurata a favore della salita diretta alle cime circostanti. E' un trekking impegnativo, con in più il fascino della scoperta di un mondo ormai scomparso, con centri abitati anche grandi, strade e piccole chiese che gravitava attorno alle frazioni di Moggessa di qua e di là, oggi non più stabilmente abitate ma neppure del tutto abbandonate. L'incontro tra le residue attività agricole e il ritorno della vegetazione selvatica crea un ambiente che sembra un vero giardino.La valle del Glagnò è risalita da un sentiero (molto rovinato, con qualche punto non facile) che è quanto rimane di una mulattiera abbastanza importante da avere ponti in muratura, uno dei quali ancora intatto. Il fiume scende qui tra le alte pareti rocciose dei contrafforti del Sernio e della Grauzaha, formando, nella parte bassa, ampie vasche di acqua limpidissima che ci tenteranno ad abbandonare ogni proposito alpinistico-escursionistico, per fare i bagnanti...
Il percorso:
Partenza da Moggio di sopra, si percorre il sentiero numero 418 (quasi una strada bianca): dopo un'iniziale breve salita, tale sentiero è praticamente tutto in leggera discesa, attraversa in modo un po' labirintico Moggessa di qua e di fatto si conclude a Moggessa di là. Anziché entrare a Moggessa di là si prosegue lungo il sentiero n. 419 che passa appena a destra delle case. Il bivio è segnalato ma è possibile sbagliare: il sentiero 418, più rìpido, ancora più a destra, NON ci interessa; chi dovesse perdere il bivio si troverà subito vicino ad una piccola chiesa e ad una casa sul cui muro è tracciata una meridiana ... e saprà così di aver sbagliato. Il sentiero 419 scende verso la forra che chiude la valle del Glagnò, in questa zona è coperto in più punti dalla vegetazione ed è possibile commettere errori. Il sentiero rimane a bassa quota, fino all'unico ponte perfettamente integro, su cui sono scritte le date 1880 e 1917 (rovine degli stavoli dal Model, circa 700 m). Nella zona bassa il sentiero ha subìto danni, ci sono tratti franosi e cenge inerbate un po' sottili che richiedono attenzione; è preferìbile "rischiare" di bagnarsi i piedi piuttosto che salire sulla passerella che attrezza la prima cengia rocciosa a destra, assicurata approssimativamente da un cavo che si attorciglia su sé stesso. In un successivo tratto di bosco è bene fare attenzione ad evitare una traccia estranea, rìpida e segnata solo in rosso. Poco dopo gli stavoli dal Model il sentiero si restringe in un'ultima cengia rocciosa (non banale se bagnata) ed attraversa per l'ultima volta il Glagnò; da qui si comincia la salita vera, su un ottimo tracciato di mulattiera, con troppa erba alta, fino alla Forca Nuviernulis. A circa 1000 m si trova, sulla destra di un tornante, nascosta sotto una roccia, una buona sorgente. Poco prima della forca s'incrocia il sentiero di salita al Sernio, che scende da sinistra; dopo la forca il sentiero prosegue in discesa con comodi tornanti, fino ad incontrare il sentiero numero 437, che si segue verso destra, giungendo, in breve al Foran de la Gialine, un'ampia sella erbosa da cui si vede chiaramente la Grauzaria o, meglio, la cima secondaria della Sfinge. Da qui si scende sempre lungo il sentiero 437 fino a Bevorchians, passando per il rifugio Grauzaria (con una buona sorgente).
Percorso alternativo: chi non intendesse percorrere tutta la valle Nuviernulis troverà certamente piacevole il percorso fino a Moggessa di là e ritorno: si tratta di attraversare un autentico giardino in montagna, su un percorso privo di ogni difficoltà e con pochi dislivelli. Il tempo necessario è di circa 2 ore per l'andata e altrettante per il ritorno; la sosta nelle frazioni è resa gradevole da alcune fontanelle.
Avvertenze e attrezzatura
II percorso ha un notevole dislivello (1400 m circa) ed un notevole sviluppo piano, è quindi indispensabile un buon allenamento fisico. Alcuni tratti presentano difficoltà, è necessaria dimestichezza con terreni friabili. Il segnavia CAI è bianco e rosso, sentieri segnati solo in rosso sono certamente fuorvianti (vedi sopra). Il sentiero è servito da (poche) assicurazioni; anche se queste non sono del tutto convincenti, è utile e raccomandata la coppia di moschettoni ed il cordino per l'autoassicurazione. Sono consigliati i bastoncini telescopici, non tanto come appoggio, quanto per aiutare a vedere il terreno spesso coperto di erba, evitando, così, pericolose cadute ed imbarazzanti incontri con vipere (esperienza personale ...).
Cartografia:
Tabacco 1:25.000 foglio 018 Alpi Carniche orientali
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