Monte Zermùla,  a.c. est (m 2129) - Alpi Carniche


via: Meledes (R. e C. Simonetti, S. Cescutti 15/08/1981
versante: parete NO
difficoltà: III IV 1 passaggio V
sviluppo: 350 metri
ore: 3.

ATTENZIONE: a seguito di un distacco di una porzione di placca al secondo tiro di corda, avvenuto nell'estate 2011, la via risulta di difficile percorrenza. Informazioni di Fabio Gallignani. 

 

L'ambiente:

il sottogruppo del Monte Zermùla si stacca dalla catena principale delle Alpi Carniche in direzione sud, in prossimità del Passo Cason di Lanza (tra Paularo e Pontebba) fino alla Forca Grifon, dove inizia il gruppo del Sernio - Grauzaria. Il nome del monte deriva dal friulano "germoi" (germoglio), e con i suoi 2143 metri rappresenta la massima elevazione del sottogruppo cui dà il nome. Con la sua linea elegante domina a nord est la conca di Paularo nella Alta Val d'Incarojo.La parete nord presenta una bella parete rocciosa su cui si sviluppa una breve ma interessante via ferrata ed è caratterizzata, nel tratto compreso tra lo spallone nord della cima principale e quello nord dell'anticima nord ovest, da pareti di ottimo calcare, profondamente incise da fenomeni carsici ed alte dai 200 ai 350 metri.
A sud invece la montagna degrada più dolcemente tra pendii erbosi e salti rocciosi.
Molto interessante per l'escursionismo è anche la cresta ovest nord ovest, percorsa da un'ampia mulattiera di guerra tra i resti di trincee della Prima Guerra Mondiale. Arrivati al Cul di Creta scende più decisamente fino al Plan di Zermula.

La via:

dal Passo Cason di Lanza si seguono le numerose indicazioni che portano alla via ferrata e che obliquando verso ovest portano all'ampio cerchio detritico sotto la parte (un'ora scarsa).
Salire al centro la parete posta a sinistra del punto più alto delle ghiaie fino ad una cengia (II, III). A sinistra per la cengia fino ad un diedro, si supera uno strapiombetto e si sale leggermente verso destra su placca (IV, 1 passaggio V-) e poi per rocce più articolate fino ad un ampio terrazzo ghiaioso. Salire verso destra, aggirare una costola e portarsi in un facile canale ghiaioso che si risale fin sotto un salto (II). Superare sulla destra una paretina fino ad una marcata cengia che si segue verso destra per 15 metri fino ad una svasatura alla base di una caratteristica parete a placche (IV). Risalire la svasatura seguendo marcate fessure verso sinistra, poi traversando a destra si perviene ad un comodo terrazzo tra le placche (III, IV). Salire verticalmente per fessure superficiali fino ad un terrazzino sul bordo destro di uno strapiombo (III, IV). Traversare facilmente a destra alcuni metri, poi salire fin sotto l'ultimo salto della placconata (IV, III). Proseguire verticalmente per quella destra di due fessure fino ad una zona di rocce facili (III). Per facili rocce con erba si raggiunge una cresta (II) che con facile arrampicata (I, II), porta in vetta all'anticima est.
ore 3 dall'attacco.

Discesa:

a) ci si porta nell'insellatura tra l'anticima est e la cima, e seguendo i segnavia della ferrata la si scende fino al circo ghiaioso sotto la parete.
b) si scende una ventina di metri sul versante sud fino alla mulattiera che verso est porta alla Forca di Lanza. Da qui, verso nord, per il Cjadin di Lance, in breve al Passo Cason di Lanza.

ore 1 per entrambi gli itinerari.

 


Guide:

ALPI CARNICHE, vol. I A. De Rovere, M. Di Gallo;
Guida dei monti d'Italia CAI-TCI; 1988

ARRAMPICATE SCELTE NELLE ALPI CARNICHE A. De Rovere, R. Mazzilis
Zanichelli 1985

torna agli itinerari
home