Anello dell'Arco

Alpi Carniche - Gruppo Terza Clap Siera

dislivello: m 535 al Rifugio De Gasperi - m 1070 alla Forca dell'Alpino - m 1250 al Passo dell'Arco - m 1750 per chiudere l'anello.
difficoltà: EEA - piccozza e ramponi se l'anello viene effettuato in primavera o inizio estate per la persistenza di nevai. Rifornimento d'acqua al rifugio.
tempi: ore 1,30 al rifugio De Gasperi - ore 3,15 alla Forca dell'Alpino - ore 4,15 al Passo dell'Arco - ore 7 al rifugio De Gasperi - ore 8 complessive.

periodo consigliato:

da luglio a settembre.
punto di partenza: Pian di Casa (m 1236), sulla SR 465 "Prato Carnico - Forcella Lavardét".

come arrivare:
da est: autostrada fino a Carnia, poi per la SR 355 in direzione Sappada fino a Comeglians, dove si gira a sinistra per Pesariis (SR 465), traversando il Torrente Degano.
da ovest: dal Cadore, raggiungere Sappada e scendere fino a Comeglians, poi come sopra. Il lato veneto della strada per Forcella Lavardet è intransitabile.


L'ambiente:

La Val Pesarina, (in friulano Cjanâl Pedarç), si protende dalla Carnia alla Forcella Lavardét, il valico alpino (1542 metri) che la mette in comunicazione con il Veneto. La posizione decentrata della valle ha contribuito a mantenerne integri gli usi, i costumi e il linguaggio. Ed il gusto della popolazione ha saputo salvaguardare questo patrimonio, che immerge il visitatore in un'atmosfera antica. Risalendo la valle lo sguardo viene inevitabilmente attratto dal gruppo dei Clap, detti anche Dolomiti Pesarine, che dilungandosi per circa 5 km, la separa dalla conca di Sappada.

La prima ascensione conosciuta risale al 1889, quando Pietro Kratter, cacciatore di Sappada, raggiunse i 2487 metri della vetta del Cretòn di Clap Grande. L'esplorazione sistematica del gruppo fu effettuata da Regolo Corbellini, Accademico del C.A.I. di Tolmezzo: percorse ogni forcella, ogni canalone, toccando ogni cima. Ne descrisse minuziosamente tutti gli itinerari, che oggi troviamo pubblicati nelle guide del C.A.I.-T.C.I.
Alla base delle torri più alte e svettanti, su di un pulpito erboso circondato dalle ultime conifere, spicca la candida sagoma del rifugio «De Gasperi». La sua costruzione nel 1925 e il suo ampliamento nel '30 si attuarono proprio per interessamento di Regolo Corbellini. Ma quindici anni dopo, come egli stesso racconta, la mattina del 3 aprile 1945 un reparto di caucasici che presidiava la Val Pesarina salì al rifugio per snidare un gruppo di partigiani ed incendiò il rifugio, la chiesetta dei Salesiani e la casera sottostante. Alla fine della guerra, nel 1949, sempre per merito di Corbellini, l'edificio venne ricostruito ed ampliato. Successivamente, l'apertura dell'ardito «Sentiero Corbellini», che consente il collegamento diretto con la Valle di Sappada, il miglioramento della segnaletica, la manutenzione dei sentieri e la realizzazione di vie ferrate lo hanno reso importante punto di riferimento per le escursioni ed arrampicate offerte dalla zona. Recentemente, in concerto con il «Progetto Oasi» per la creazione di un'area di rispetto integrale attorno al rifugio, è stato realizzato il Giardino Botanico Dolomitico del Clap.

 

Il percorso:

Dalla S.S. 355 Ovaro-Comegliàns (Ud), si attraversa il ponte sul Torrente Degano inoltrandosi in Val Pesarina. 9 km oltre l'abitato di Pesàriis si raggiunge l'ampio piazzale occupato dal ristoro «Pian di Casa» (m 1236). Ci s'incammina lungo la pista forestale che volge a nord addentrandosi nella fitta macchia boscata. Ridotta a mulattiera, prosegue con significativa pendenza fino ad un bivio, dove si segue il ramo di destra fino ad una radura. Poco oltre s'incontra la deviazione per Casera Mimòias, che si evita sulla destra raggiungendo in breve l'ampio terrazzo prativo di Clap Piccolo. Al cospetto dei torrioni dolomitici ci si allaccia al segn. 315 proveniente dal Passo Elbel e si continua direttamente, inoltrandosi in un bosco di conifere. Ci si affaccia quindi su uno scosceso canalone, che all'inizio dell'estate potrebbe essere ancora innevato e che si attraversa giovandosi di un corrimano metallico. Oltrepassata una dorsale boschiva si raggiunge un secondo canale, erboso, che si risale per brevi tornanti. Sormontato il dosso che lo delimita a destra, inizia la breve discesa fino al rifugio De Gasperi, aperto sulla verdissima Val Pesarina e, all'orizzonte, sui più alti profili delle Alpi Giulie (m 1767 - ore 1,30). A monte del terrazzo di Clap Grande si stagliano magnifiche le torri pesarine, invitando a proseguire il percorso (assicurarsi presso il gestore dello stato di transitabilità, a volte insidiato da nevai residui o smottamenti del sentiero). In prossimità del campo di bocce s'innalza il «sentiero malavoglia» così denominato dagli alpinisti che lo debbono percorrere per raggiungere l'attacco delle pareti. Esso affianca la chiesetta e per terreno magro macchiato di mughi raggiunge l'ampio vallone detritico di Clap Grande, eroso dal notevole ruscellamento che si verifica durante i violenti temporali. Si sale inizialmente sulla destra orografica, quindi, prima dello sperone che sdoppia l'impluvio, si raggiunge la sponda opposta. Rimontato lo sperone stesso fino alla base delle verticali pareti rocciose, si devia a destra seguendo le indicazioni per l'Anello dell'Arco (cerchio rosso con arco e freccia). Appare ora l'angusto canale detritico, sbarrato da enormi massi attrezzati con infissi metallici, che permette di accedere alla Forcella dell'Alpino (m 2302 - ore 3,15). Da qui compare allo sguardo la valle di Sappada, coronata dalla frastagliata cresta del Monte Ferro e dal bianco massiccio del Peralba. L'ambiente è suggestivo, inselvatichito dal ripido canalone che ci si appresta a scendere e che oppone un salto roccioso di 3 m attrezzato con maniglie metalliche (se l'anello viene effettuato all'inizio della stagione estiva, il canale potrebbe essere intasato di neve). Proseguendo la discesa sulle ghiaie che sfociano nell'ampio catino occupato dal Bivacco Damiana Del Gobbo, il materiale detritico tende a coprire il camminamento, comunque ben segnalato. Abbassandosi verso destra in direzione del Monte Chiesa, il sentiero riappare evidente. Ad occidente si staglia il lontano massiccio del Monte Popera, preceduto dal Monte Terza Grande e dalle valli profonde che degradano sul fiume Piave. Continuando in quota fino al bivio per il bivacco, risalire il soprastante canalino e valicare la Forcella del Monte Chiesa. Raggiunto il fondo del successivo catino, dominato dalla lunga parete nerastra del Cretòn dell'Arco, si risale il breve pendio erboso fino al suggestivo Passo dell'Arco, caratterizzato da un singolare foro naturale (m 1907 - ore 4,15). Si discende lungamente nel seguente vallone boschivo dominato dalla mole del Monte Siera. Attraversato su un ponticello l'impluvio che s'inabissa in una forra, dopo 200 m s'incontra il segnavia 316 proveniente da Sappada. Invertito il senso di marcia, si traversa la fiumana detritica che invade la valletta e si raggiunge l'ampia area pascoliva di Casera Siera (m 1586 - ore 5,15). Ad una biforcazione deviare a destra per il «Sentiero Corbellini», che riporta al Rifugio De Gasperi. E' questo il tratto più suggestivo dell'intero percorso, caratterizzato da un alternarsi di spalloni e di impressionanti anfiteatri rocciosi apparentemente insuperabili. L'ardito tracciato, inciso nella roccia, è completamente attrezzato con cavetti metallici che assicurano il proseguimento, comunque esposto ed impegnativo (ore 7 - 8 complessive, considerando il ritorno al parcheggio).

Il Creton di Culzei


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Guide:
A. De Rovere e M. Di Gallo
Alpi Carniche vol. II - Guida dei Monti d'Italia
ed. CAI - TCI 1995

 

Cartografia:
Tabacco 1:25.000 foglio 01 Sappada - Santo Stefano -Forni Avoltri
 
 
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