La volta scorsa abbiamo aperto le porte ad un mondo,
forse per alcuni, sconosciuto: la progettazione ambientale. Vogliamo,
ora, concretizzare, in quest’ottica di pensiero, alcune risposte alle
problematiche culturali ed esistenziali dell’uomo.
Cerchiamo, dapprima, di conoscere qualche esempio di
nuova tecnologia. Partiamo dallo sfruttamento delle "energie
pulite". Oggi, vi sono sistemi di prevenzione dell’inquinamento
marino (recupero e riutilizzo degli idrocarburi dispersi in acqua), di
neutralizzazione dei cattivi odori associati ai rifiuti, di smaltimento
e di trattamento dei rifiuti solidi. In modo particolare, hanno attirato
la nostra attenzione le centrali eoliche, che producono energia
elettrica con cabine, generatori, e cavidotti interrati. Essi sono
caratterizzati da tralicci con in cima tre pale, che prendono velocità
secondo l’intensità del vento (fig.1), e dopo aver convertito l’energia,
prodotta da tutte le turbine, ad una tensione superiore (150 KW), la
immettono nella rete nazionale. Visivamente, ricordano i mulini a vento;
a loro vantaggio c’è, oltre la produzione di "energia
pulita", il fatto che il loro impatto ambientale è minimo, e la
loro rumorosità è al di sotto dei limiti della legge. Ma a noi resta,
comunque, una perplessità sulla soglia dell’inquinamento del suolo.
Altro esempio di utilizzo delle energie rinnovabili
è dato dalle tecnologie fotovoltaiche (fig.2), che trasformano la
radiazioni solari in energia elettrica, utilizzabile negli edifici, nell’illuminazione
pubblica, negli impianti di telecomunicazione, di dissalazione di acque
marine e nei dosatori di cloro. Anche se il costo dell’installazione
è elevato, esso viene ammortizzato, nel tempo, con il recupero dei
benefici dell’energia solare e grazie all’aiuto di finanziamenti
statali.
In ogni caso, un problema fondamentale da risolvere
è quello dell’integrazione di tali nuove tecnologie con le strutture
preesistenti. Molto spesso, infatti, i tetti fotovoltaici si presentano
come oggetti caduti dall’alto, "incollati sui tetti", senza
alcuna soluzione di continuità con l’immobile che ne beneficia.
Sembra essersi perso il valore della tettonica degli elementi. Il mondo
della progettazione sembra aver lasciato il posto ad una tecnologia fine
a se stessa.
E’ per questo motivo che "le progettazioni
biologiche" cercano di conciliare le applicazione della tecnica ai
canoni architettonici, sforzandosi di trovare soluzioni che soddisfino
le necessità dell’uomo, nel pieno rispetto dell’ambiente in cui
vive. Esse nascono dall’applicazione di alcuni punti fondamentali:
Impiego di materiali strutturali naturali
reperibili in loco
Eliminazioni delle vernici, ferro, alluminio
Circolazione dell’aria
Fonte di calore aggiuntiva, se non sostitutiva
della caldaia (per esempio il camino) ed immagazinamento del calore
solare nelle verande esposte al sud.
Per poter comprendere meglio quanto stiamo dicendo,
analizziamo due progetti di diverse zone geografiche: la sede
centrale della NMB Bank in Olanda e la riconversione di due
edifici, con parco annesso, a Marechiaro in Italia (Napoli).
Nel primo caso (fig. 3,4) abbiamo una struttura
caratterizzata da 10 edifici. Il rumore della tangenziale adiacente e l’impatto
del vento sono state le cause determinanti, perché l’articolazione
dell’edificio fosse strombata verso l’alto, cosicchè il rumore e il
vento fossero riflessi fuori della costruzione. Inoltre la luce
artificiale è necessaria solo per 1\5 del tempo lavorativo, dal momento
che l’inclinazione permette l’esposizione al sole di gran parte
della superficie, e la notevole altezza delle finestre consente ai raggi
solari di penetrare più in profondità. In estate vi sono tamponamenti
prefabbricati e dispositivi di oscuramento delle finestre, che limitano
il caldo. Il ricambio dell’aria è consentito da una serie di
impianti. L’aria fresca entra da griglie poste alla base dei
pentagoni, viene riscaldata dai collettori solari e dagli scambiatori di
calore e viene immessa negli uffici. Negli ambienti, la temperatura può
essere, anche, regolata dall’apertura della finestre. L’aria, poi,
viene espulsa restituendo il calore agli scambiatori di calore. Quando
è sufficiente il riscaldamento solare, l’impianto centralizzato si
disinserisce.
L’impiego, quindi, di collettori solari, centraline
termiche, pannelli prefabbricati usati come accumulatori termici,
coadiuvati dal pensiero progettuale, per cui la forma architettonica
corrisponde ad esigenze specifiche, ha ottimizzato il risparmio
energetico della struttura. Inoltre, un altro punto da considerare è la
sintesi pluridisciplinare, che si è attuata in fase di progettazione.
Ogni professionista ha messo in comune il suo sapere, così da integrare
tutti gli aspetti della ricerca ed arrivare ad una conoscenza
dettagliata della fabbrica. Per esempio, l’uso di forme inclinate,
tracciate dall’architetto (che si rifà all’influenza dell’organicismo
antroposofico di Steiner, che rifiuta angoli retti, che predilige linee
oblique, che sfrutta le potenzialità plastiche del cemento armato) è
stato sfruttato dall’ingegnere, per catturare i raggi del sole ed
eliminare i rumori del traffico.
Nell’esempio di Napoli (fig. 12-15), il problema è
inverso. Non più inglobare calore per riscaldare l’interno, ma
attuare un sistema che lo refrigeri. L’immobile è costituito da
antichi casini, costruiti su tre livelli; partendo dal basso, troviamo
le grotte, utilizzate un tempo come deposito per le barche e
attrezzature da pesca, poi vi sono vi sono gli ambienti di servizio ed
infine la residenza. Quest’ultima è ombreggiata, a nord, dalle
colline, a sud si affaccia sul mare. Per compensare le differenze di
temperatura, si è pensato di utilizzare il pozzo di collegamento, già
esistente per rifornire l’abitazione di pesce. Così è stato
progettato un sistema di aspiratori, che inglobano l’aria verso l’alto
e la distribuiscono nelle abitazioni. Grazie all’ "effetto
camino", l’aria fredda tende a spostarsi nella zona calda, a sud,
mentre quella calda, è espulsa attraverso bocche di sfiato. Inoltre, la
copertura è caratterizzata da un tetto giardino con piante autoctone,
per attenuare visivamente l’intervento di ammodernamento, e per
garantire una funzione isolante, che insieme al frangisole, coperto a
verde, eviti l’accumulo di calore nella galleria vetrata.
Possiamo notare come un comune denominatore di questi
progetti è stato il rispetto delle caratteristiche "locali",
cioè sono state rivalutate peculiarità tipiche della storia e dell’ambiente
in cui si trovavano. I caratteri tipologici, spaziali e tecnologici si
sono concretizzati nel rispetto della memoria storica del luogo. La
Bioarchitettura ha, quindi, lo scopo di rendere la vita dell’uomo
integrata con l’ambiente in cui si trova, utilizzando i
"valori" di ieri per costruire la realtà presente e futura,
alla luce della ricerca tecnologica.