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FIAT
LUX |
Articolo progetti
e rappresentazioni
di
FRANCESCO
GIORDANO |
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Due lampade per
illuminare le nostre ombre e per riscoprire la nostra storia |
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lampada
basculante con contrappeso |
C’era
un tempo, quando ero circa poco più di un ragazzino paffuto e coi
capelli arruffati, un periodo in cui in tasca non avevo caramelle…
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ma
cuscinetti a sfera, bulloncini,cerniere di ferro,piccoli
ingranaggi conquistati da vecchi |
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e
misteriose macchine del tempo… che erano nient’altro che orologi
rotti. C’era qualcosa in quei piccoli oggetti che mi conquistava, che mi
faceva sentire ricco, possessore di un segreto, di qualcosa che solo dopo
anni avrei compreso mentre sentivo un vecchio e saggio ingegnere..un vero
maestro, che raccontava ai suoi discepoli la meraviglia dei
"congegni"; c’era per l’appunto in me il senso di
risoluzione di un problema che quei pezzi meccanici mi davano..ma i
problemi erano ben altri rispetto a quelli per cui quegli oggetti erano
stati concepiti. Per me diventavano dei piccoli affetti, qualcosa che
riscattava una antica solitudine che ancora oggi non capisco e che un
giorno mi farà sorridere. Ma il motivo per cui vi racconto queste
"cose" è perché il ruolo che gli oggetti hanno avuto nella mia
vita, la loro capacità di evocare una memoria, un universo umano,
influenza molto il mio approccio con la progettazione così come di
evocazioni si nutre il mio linguaggio spaziale, quello stesso immaginario
di paesaggi e luce e angoli e passaggi segreti che mi faceva sognare e
di-segnare sin da bambino.Queste due lampade appartengono a momenti molto
differenti della mia vita ma la mia premessa vi farà ben comprendere le
ragioni del loro connotato di "macchina che funziona", di
congegno, di gioco meccanico. Entrambe sono state realizzate così come le
vedete raffigurate e il tutto ha presentato non pochi problemi visto che
si rendeva necessario l’uso del tornio,dei trapani guidati, delle frese
e poi..un buona dose di arte "scalpellina". La prima è nata per
il soffitto della mia stanza in occasione di una ristrutturazione nella
quale vi ho realizzato un soppalco; sentii così il bisogno di un oggetto
che si rapportasse con questa nuova verticalità, di qualcosa che donasse
una luce particolare, di un piccolo deus ex machina. Cosa di più
adatto di una sospensione che si snoda nello spazio e oscilla , mantenuta
in equilibrio da un contrappeso fatto da pallini di piombo che il
centenario vecchio abitante della mia casa usava per ricaricare
l’ennesima volta le sue cartucce calibro dodici con le quali ormai
gareggiava in età!? Questo concetto del contrappeso un giorno lo
racconterò ad un analista poiché spesso, in forme non sempre esplicite a
chi non mi conosce, ricorre nelle mie composizioni; come una sorta di
contrappunto, un promemoria dell’esistenza degli opposti, che fa
sussistere per reciproca identificazione le diverse parti, e che spesso
uso per riequilibrare dinamicamente le direttrici compositive, gli assi
che supportano i segni. O forse… perché anche la leggerezza ha bisogno
di pesi su cui trionfare. Una piccola curiosità: il cilindro scanalato
che si incastra orizzontalmente nella parte posteriore è la riproduzione
di un piccolo pezzo di un motore di una Fiesta che trovai per terra con un
mio vecchio amico, che ora non è più un mio amico, ma quel piccolo
dettaglio me lo rende ancora vivo. I dettagli….minuscoli particolari che
protendono empaticamente verso di noi la loro assenza. La seconda lampada,
sempre a sospensione e a contrappeso fu ideata secondo un’idea di
compattezza meccanica e di eleganza. Anche i materiali sono differenti la
prima è in legno e alluminio, la seconda interamente in alluminio.
Particolare attenzione è stata riposta nella progettazione delle
carrucole e del sistema di scorrimento, al fine di ottenere, al contempo,
sia l’esplicitazione del funzionamento, sia una lettura unitaria
dell’oggetto-segno. La luce emessa dalle due lampade è profondamente
diversa; la prima si diffonde in tutte le direzioni e semanticamente
restituisce l’idea di questa luce attraverso un globo sferico, la
seconda emana una lama di luce rivolta in obliquo verso il basso , è come
se due dischi fossero forzati a distaccarsi dalla forza evasiva della luce
e la lasciassero passare attraverso una fessura.Ho voluto raccontarvi due
oggetti più che attraverso la loro "cosità", attraverso le
storie che vivono con loro e con la loro "idea", nella speranza
che ciascuno di voi sappia cogliere la storia della propria vita e
la sua memoria, e porre in esistere il suo essere, per sottrarlo al
triste cimitero delle possibilità inespresse. |
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