Il bambino nato senza cervello è vissuto solo due ore. Non tocca a
noi decidere nascita e morte.
Di Benedetto Maria Fulgione
" I medici mi avevano proposto di abortire, ma per una madre
cristiana la strada anche di fronte alla sofferenza, è una sola:
accettare senza riserve la vita che Dio dona. Per questo, e solo per
questo, ho voluto fortemente portare a termine la gravidanza". Il
bambino di questa madre di Pavia è vissuto solo due ore. Il tempo di
impartirgli il battesimo e di imporgli i nomi di Carlo, Gabriele, Maria,
Pio, e poi è volato direttamente in paradiso. I medici avevano
diagnosticato, durante la gravidanza, che il bambino era anancefalo
cioè senza cervello nella scatola cranica. E la madre sapeva che non
sarebbe vissuto a lungo. Un caso che inevitabilmente ha suscitato
polemiche in tutta Italia. E’ lo stesso caso dei Testimoni di Geova
che non accettano la trasfusione di sangue o determinate operazioni? Non
proprio. Questa donna e il suo sposo non hanno voluto interferire con il
dono della vita che viene solo da Dio rispettandola fino in fondo. E
hanno la consolazione di sapere che il loro bambino, in forza del
battesimo, è oggi vicino a Dio. E’ questo che troppo spesso viene
ignorato dalle madri che accettano l’aborto o addirittura praticano l’aborto
con leggerezza. Esse non solo tolgono la vita terrena ai loro figli. Ma
li privano per sempre della vita eterna. E’ questa la verità
volutamente ignorata da quanti considerano l’aborto come un fatto
solamente umana e limitato a questo nostro tempo. L’aborto ha una
valenza di eternità! I bambini uccisi per aborto non vedranno mai il
volto del Padre.