lancillotto
e ginevra
Appunti e contrappunti sull’amore e dintorni
Uomini e donne : istruzioni per l’uso/1
Quarta puntata di uno zibaldone serio, giocoso, ironico scritto
amando amando
Apollo Eburneo
Mi è capitato pochi giorni fa di rivedere in videocassetta – e
quindi in perfetta solitudine estetico-mistica e, soprattutto, nel
silenzio magico e affollato di pensieri creativi della notte – due
film veramente deliziosi, oltre che curiosi, e cioè " donne sull’orlo
di una crisi di nervi" (1989) (titolo in maiusc.) di Pedro
Almodòvar e " il dottor t e le donne" (2000) (titolo in
maiusc.) di Robert Altmann. Avete visto questi due film? Li ricordate?
Ebbene, forse anche a causa della mia ravvicinata nuova visione di
questi due film, mi è parso quasi che i due autori, cioè Almodòvar e
Altmann, si parlassero a mezzo cinema tra di loro e si scambiassero,
come dire, delle idee sullo stesso argomento: la donna, la sua ricerca d’identità,
il suo rapporto con l’uomo e con l’amore.
Almodòvar e le donne. (tutto in maiusc.)
Sì, fateci caso: perché le donne di Almodòvar sono sull’orlo di
una crisi di nervi? Perché manca loro un maschio che sia interlocutore
di vita e compagno vero, che sia una figura significativa, virile, di
spessore, che abbia un’identità di genere e che possa essere una
persona alla quale la donna possa ancorarsi in termini di identità e di
riferimento psicologico ed esistenziale…insomma, come dice il saggio…napoletano..<<Gli
uomini sono pochi…>>. E sì, perché, in fondo, si potrebbe
dedurre almodòvarianamente che <<la donna è fatta per l’uomo>>.
Potrebbe sembrare, quest’ultima, una affermazione reazionaria, ma se
avrete la bontà di continuare a leggere questo articolo, scoprirete che…non
finisce tutto qui. Almodòvar nel suo film guarda il mondo con gli occhi
delle donne, abbraccia in toto la prospettiva e l’angolo visuale delle
donne, e insieme ad esse scopre e mostra che <<il maschio, l’uomo
non c’è, si è smarrito. È diventato labile, è banale e senza
midollo spinale>>.
Altmann e le donne(tutto maiusc.)
Nel film di Altmann, invece, il problema sembra rovesciarsi: qui è l’uomo
(nel film di Richard Gere) che va in cerca di una donna, ma non la
trova. L’uomo di Altmann ha bisogno di una donna, sente di essere
fatto per una donna, di avere bisogno delle ginocchia di una donna per
piangere su di esse, per parlare di sé e raccontare di sé stando
accoccolato su di esse, per ritrovare se stesso giocando su di esse. Ma
la donna non c’è, la donna è in piena crisi di identità, è in
pieno smarrimento o forse, più semplicemente, l’uomo non è più l’àncora,
il gancio della sua esistenza. E infatti, nel film di Altmann, la donna
sposata, tutta racchiusa nel microcosmo
<<casa-figli-spesa-compere-pranzi-ricevimenti-affetti domestici
>> finisce per impazzire, per vaneggiare, per sentirsi smarrita,
svuotata, usata. Finisce per sentirsi come <<una bambina piccola
piccola>>, relegata, all’interno di questo grande e grottesco
gioco di ruoli che è la società umana, nel posto assegnato al genere
femminile che è <<la casa e la famiglia>>. Questa donna,
che vive in funzione corporale-sessuale-familiare dell’uomo, del
maschio…si perde, perde il contatto con la realtà, con la vita, con
se stessa. Smarrisce se stessa e perde il senso delle cose. Nello stesso
film, la donna in carriera è invece assolutamente sicura di sé, dei
suoi obbiettivi, del suo lavoro, della sua casa, dei suoi soldi. Ed è
assolutamente padrona di sé, delle sue cose, dei suoi sentimenti, dei
suoi affetti, del suo corpo, delle sue emozioni, delle sue relazioni. Ma
non ha un rapporto stabile con un uomo, passa da un uomo all’altro, da
una città all’altra, non le interessa il matrimonio e forse…forse
non ama, l’amore forse non le interessa, perché l’amore non c’è,
non esiste, esiste solo la passione e l’interesse per una persona (che
mi interessa), esiste solo il sesso come momento di emozione, di
comunicazione, di liberazione dall’istinto. Nel film di Altmann,
ancora, un’altra figura di donna abbandona lo scenario di una
cerimonia matrimoniale che la vedeva coinvolta in prima persona (si
trattava della sposa stessa, infatti!) per scegliere la libertà e
l'entusiasmo di…un’avventura saffica…, sì, insomma, per
abbracciare davanti a tutti una relazione lesbica. Sullo sfondo del film
possiamo notare tutte le altre donne (la stragrande maggioranza!) che,
come oche e papere, starnazzano, spettegolano, sono rumorose,
chiacchierone, nevrotiche, tutte preoccupate del trucco, della linea,
dell’essere sessualmente desiderate dal maschio predone. Lo scenario,
così, è completo. Ma, alla fine, Altmann ci fa capire che si tratta
solo di uno scenario da classe media benestante e fatto di consumatori
indifferenti. Insomma, è uno scenario tutto occidentale, magari solo
americano: concludendo, cioè, in America gli uomini cercano le donne da
sposare (nel senso buono di questa parola, per carità!) e non le
trovano….parola di Altmann. E in Europa, invece, le donne cercano gli
uomini con i quali vivere ed amarsi ma non li trovano…parola di
Almodòvar.
conclusione di apollo alla maniera….. guzzantiana (tutto in
maiuscolo)
Così si sono espressi Altmann e Almodòvar sugli uomini, le donne, l’amore.
Mi domando e vi domando: solo la rappresentazione artistica e
cinematografica di due registi fuori dal coro oppure c’è qualcosa di
autenticamente vero e profondamente vero, valido per tutti noi
occidentali (Americani ed Europei)?….La seconda che ho detto…non ho
dubbi.
Ipse dixit/4
<<Innamoràti una volta, ci sarà sempre qualcosa di speciale
tra di noi>>
raf (dentro ai tuoi occhi)
<<Il matrimonio segue l’amore come il fumo segue la
fiamma>>
n. de chamfort
<<It was just my imagination>>
cranberries
<<Le nostre idee sono i nostri occhiali>>
alain
<<It’s the animal istinct to me>>
cranberries
<<J’m just a synthom of my time, just a victym of my mind>>
marie frank
consigli per gli acquisti/3
(ovvero libri e film da godere)
karol wojtyla – amore e responsabilità – marietti
stupendo testo di morale sessuale e vita interpersonale
dante alighieri – vita nuova – biblioteca universale rizzoli
dove si tratta dell’esperienza amorosa
carlo maria martini – il vangelo secondo giovanni – borla
riflessioni illuminate e una guida al Vangelo dell’Amore
ingmar bergman – scene da un matrimonio –
film con liv ullmann, erland josephson, bibi anderson
stupenda anche la versione RAI(di Torino) con gabriele lavia e monica
guerritore
pedro almodòvar – tutto su mia madre-
film in cui, all’interno di uno scenario composto da un’umanità
estrema, c’è un senso assolutamente sublime della maternità.
Ecco il testo di una canzone scritta da enzo gragnaniello per mia
martini. Si intitola "donna".
Donne piccole come stelle
c’è qualcuno le vuole belle
donna solo per qualche giorno
poi ti trattano come un porno.
Donne piccole violentate
molte quelle delle borgate
ma quegli uomini sono duri
e quelli godono come muli.
Donna come l’acqua di mare
chi si bagna vuole anche il sole
chi la vuole per una notte
c’è chi invece la prende a botte,
donna come un mazzo di fiori
quando è sola ti fanno fuori,
donna cosa succederà
quando a casa non tornerà.
Donna fatti saltare addosso
in quella strada nessuno passa,
donna fatti legare al palo
e le tue mani ti fanno male.
Donna che non sente dolore
quando il freddo gli arriva al cuore
quello ormai non ha più tempo
e se n’è andato succhiando il vento.
Donna come l’acqua di mare
chi si bagna vuole anche il sole
chi la vuole per una notte
c’è chi invece la prende a botte.
Donna come un mazzo di fiori
quando è sola ti fanno fuori.
Donna cosa succederà
quando a casa non tornerà.
Donna come l’acqua di mare
chi si bagna vuole anche il sole
chi la vuole per una notte, c’è chi invece la prende a botte.
Donna come un mazzo di fiori
quando è sola ti fanno fuori.
Donna cosa succederà
quando a casa non tornerà.
Un mio commento –Chi di noi non è stato discepolo del cuore di una
donna? Cosa ne abbiamo tratto in termini di insegnamento? Che le donne
bisogna ascoltarle, rispettarle nel corpo e nell’anima, amarle. Le
donne sono una potenza! Cultura della vita, cultura dell’amore e
autentica promozione della figura e del ruolo della donna camminano
insieme. The end