Un nuovo
olocausto! Che fare?
di Imma Cuccaro
Il 2 febbraio si è tenuto, presso la Sala Arengario del Nuovo
Palazzo di Giustizia, un convegno su "Pedofilia. Quali
verità?".
Sono intervenuti psicologi, magistrati, esponenti della scuola del
volontariato, del sindacato.
I punti più significativi delle relazioni presentate e del confronto
tra relatori e partecipanti al convegno sono stati:
L’aumento dell’emersione del fenomeno pedofilia
L’uso massiccio di Internet per la comunicazione tra gruppi
ufficiali di pedofili e la divulgazione propagandistica della
pedofilia: 31.000 siti pedofili con 1.000.000 di foto di bambini: un
vero olocausto!
Il business di foto di bambini a scopo pedofiliaco con prezzi che
vanno da £. 100.000 a £. 1.000.000 l’una
L’abbassamento dell’età dei bambini coinvolti nella pedofilia
da 0 mesi (sic!) a 2-3 anni
L’atrocità della pedofilia che arriva all’uccisione della
vittima e al cannibalismo, mostrati in tempo reale o tramite cassette
L’ignoramento fattivo dello Stato Italiano di alcuni articoli
della Carta Europea dei Diritti del Bambino
Il rifiuto dei politici e del governo italiani di assumere chiare
posizioni d’intervento attivo sulla repressione del fenomeno di
perversione
La deresponsabilizzazione da indifferenza o senso d’impotenza di
ciascuno di noi nel propagarsi arrogante del fenomeno pedofilia.
Come psicologa e psicoterapeuta mi trovo sovente a lavorare con i
magistrati in indagini preliminari nei casi di abuso sui minori, venendo
così in contatto con vere tragedie di anime stravolte nel loro normale
evolversi e negate nel loro diritto all’infanzia. Ma incontro anche
pazienti adulti che hanno orientato la propria vita verso una spesso
inconsapevole ed inevitabile autodistruttività psichica, fisica,
morale, sulla scia della violenza subita nell’infanzia.
Ci scandalizziamo giustamente del fenomeno di non-intervento dei
governi davanti all’olocausto di sei milioni di ebrei durante l’ultimo
conflitto: forse, oggi, potremmo guardarci tutti allo specchio e
spiegarci cosa accadde allora, come e chi rese possibile quella
drammatica tragedia; potremmo verificare le conseguenze nefaste
geometricamente crescenti della "difesa" dello struzzo;
potremmo pesare la nostra "facile" indignazione confrontandola
onestamente con la realtà del nostro impegno fattivo a favore della
difesa dei bambini, contro l’espansione di una perversione spacciata
da chi ne è affetto, per un diritto alla propria libertà e alla
libertà sessuale del bambino.
Non basta, a mio avviso, delegare gli esperti o gli eroi del
volontariato; tutti possiamo e dobbiamo contribuire a porre un freno al
male: è anche di questo che, un giorno, ci verrà chiesto di dar conto
a Chi opera tramite noi per la costruzione del Regno. |