Bioarchitettura
e Macrobiotica.
Jotis Salvatore Spasiano
Una bomba atomica sui negozi di antiquariato. Ci vorrebbe proprio una
bomba atomica sui negozi di antiquariato. E non perché nelle cose
"vecchie" si nascondono i fantasmi, le attese e le aspettative
di generazioni ormai morte, non perché gli oggetti non siano in se
santi e portatori di una memoria inviolabile. Il motivo di una buona
bomba sta nella necessità di rivedere sotto una nuova luce la casa dell’uomo...il
suo habitat.
Il movimento moderno di tutto quello che era linguaggio consolidato
ne ha fatto pezzettini. Lo ha frantumato, scisso, diviso, scomposto, lo
ha passato ai raggi x...lo ha nuclearizzato. Per cosa?
"Se un papua si tatua è morale, se un occidentale si tatua
commette un delitto."
L’industria ha trasformato l’uomo occidentale, ha trasformato il
suo modo di vivere, di pensare , di agire. Lo ha urbanizzato,
concentrato e compresso in palazzoni multipiano. Il linguaggio dell’uomo
occidentale è veloce, schematico, efficiente. Il tempo è danaro....e
il danaro è diventato una forma di comunicazione immediata. Un credito
e un debito di servizi, prestazioni, beni.
Molti contenuti con pochi segni. Potrebbe essere uno dei motti del
movimento moderno e delle avanguardie.
Il rischio di non liberarsi dei segni di troppo, dei segni
sovrabbondanti porta direttamente a una produzione costosa, vecchia,
già vista, obsoleta e dannosa. Dannosa per l’habitat e la casa dell’individuo
e dannosa per la comunità.
Passeggiamo per le strade di Napoli. Diamo un occhio alle vetrine,
alle strade inghirlandate. Il napoletano medio insegue gli ideali
estetici di cento anni fa e passa. Colonnine, capitelli, timpani,
angioletti, foglie d’acanto:«Quant’è bella la stazione di
Mergellina» Dite la verità... a chi di voi non piace? Andrebbe rasa al
suolo! I miei toni per futuristi dello stampo di Marinetti e Santelia
sembrerebbero fin troppo pacati. Radete al suolo la stazione di
Mergellina e costruitene una moderna, efficiente, un santuario laico d’incontro
per le genti in viaggio. Così com’è, è una bomboniera che raccoglie
molta polvere. Perdonatemi...ma se a quella stazione gli scrivereste
sopra "MUNICIPIO" o "BANCO DI NAPOLI"...cambierebbe
qualcosa? Molti segni con pochi contenuti. Tutto il contrario di una
cosa intelligente. (Per carità non armatevi adesso di buldozer... non
intendevo questo.)
Il liberarsi dei vecchi parametri di valutazione del bello e del
solido, ora, è un’esigenza. Ormai lo spazio antropizzato, configurato
a immagine e somiglianza delle funzioni dell’uomo è tanto e tale da
costituire un pericolo per l’uomo stesso. Le tecnologie sono così
avanzate e talmente variegate che se ne perde il controllo. I materiali
ad alte prestazioni rischiano di ritorcersi contro l’uomo come serpe
inviperita. L’amianto scava buchi nei polmoni che neanche un trapano.
La "lana vetro" e alcune schiume isolanti pure. Le vernici
avvelenano fiumi, i solventi avvelenano mari... i fumi avvelenano tutto.
Costruire è un atto di per se antibiologico. Si scava, si contamina
il suolo con calce e cemento, si spaccano le montagne in quattro parti
per ottenerne ghiaie, cementi, marmi, minerali, si deviano fiumi, si
intercettano falde acquifere, si appesta l’aria coi nostri comignoli e
le ciminiere. E allora? L’uomo non ha forse diritto a costruirsi la
sua casa? Certamente; come certamente ha il dovere di salvaguardare la
sua salute, quella della sua progenie e quella del suo pianeta. Eppure
tutta la produzione industriale che abbiglia le nostre case e i nostri
gesti quotidiani pare abbia come effetto l’avvelenamento del globo.
Per ogni cosa che tocchiamo nelle nostre città c’è un processo di
lavorazione ... e per ogni processo di lavorazione ci sono scorie,
rifiuti, inquinanti. Non ci sono santi: Non esiste uno scarto di
lavorazione genuino. Se ci si cala nell’intimo della lavorazione di un
pezzo di legno si scopre che questo è prodotto con costi ambientali
altissimi. Guardatevi intorno. Ci sono milioni di oggetti ottenuti
mediante l’impiego di acidi, schiume, polveri. La domanda è: Si può
rivisitare ogni singolo processo di lavorazione in vista di una
riprogettazione dello spazio e degli oggetti per ottenere il minor danno
possibile? Un’ impresa più impossibile che ardua. Il mercato detta
legge. E certamente l’industria non può obbligare il mercato ad
assorbire prodotti bio-compatibili . Non può imporre dall’alto una
linea di prodotti veramente moderni, così moderni da essere lavorati
con tecnologie ‘pulite’, a basso impatto, tecnologie che non vadano
in obsolescenza praticamente subito dopo essere state usate la prima
volta ingrossando il mucchio delle discariche.
Se si studia la situazione si arriva agli stessi risultati dei
codificatori del tempo moderno...di quegli intellettuali che hanno
ricostruito con la teoria e la pratica i termini del linguaggio e del
codice moderno. Sobrietà, essenzialità, superfici libere, decoro zero.
Chi volesse arredare la propria casa con contraffazioni di
"Luigi XVI" compirebbe un delitto due volte. Il primo
morale-linguistico appropriandosi di un codice che non gli appartiene
(alla stessa stregua di uno che appende trofei da caccia senza essere
cacciatore o di uno che parla senza conoscere i termini che usa): Il
secondo morale-civile perchè così facendo è complice di
"appropriazione indebita". L’appropriazione di quei processi
di produzione che, su scala planetaria, non sono più compatibili con lo
sviluppo dell’uomo sul pianeta e che sono spariti da decenni. O
meglio... che dovrebbero essere spariti da decenni.
Insomma la risposta a molti mali è costruire un nuovo buon gusto
tenendo presente poche cose.
| La povertà. Nel senso di utilizzare il minimo degli
elementi per ottenere il massimo dei risultati e delle funzioni e
delle prestazioni. Esempio: risulta più povera una maniglia d’oro
zecchino piuttosto che una maniglia dorata. Una maniglia d’oro è
eterna, una maniglia dorata dura poco e viene prodotta
"economicamente" e con danni spaventosi per l’ambiente.
Questo non significa usare prodotti ricchi. Ma usare i materiali per
quelli che sono e non per quello che possono apparire. Insomma se in
casa avete maniglie d’acciaio o di ottone fate un’ottima figura al
pari di quelli che hanno le maniglie d’oro. Tenete presente pure che
la durata di un prodotto è pure inversamente proporzionale alla
manipolazione che quel prodotto ha subito. |
| L'ubbidienza. Si ha da ubbidire ai canoni moderni. Si ha da ubbidire
a quello che propongono gli intellettuali, gli artisti , gli
architetti... anche se dovessimo piegare i nostri gusti ai loro...
soprattutto quando questi ci richiedono di astenerci dal superfluo.
Lentamente la sensibilità cambia e si riescono ad apprezzare cose,
oggetti, il cui valore prima non avremmo mai visto. Costruendo in modo
nuovo contribuiremo a diffondere un sano gusto delle cose. Insomma
dobbiamo ritarare il nostro occhio e i nostri sensi su una misura
nuova: L’uomo contemporaneo. |
L’uso dei materiali e delle tecniche di efficienza consolidata
semplificano molto le cose. La tecnica rimane ottima maestra avendo già
in se la conoscenza degli errori di generazioni di manovalanze. Usare la
tecnica più semplice e il materiale più comune non solo sono una
scelta economicamente corretta, ma anche una politica incontestabile di
integrità del proprio gusto e della propria responsabilità nei
riguardi dell’ambiente, della comunità, della propria progenie.
Avremo allora tutti lo stesso aspetto? Quanti materiali conoscete di
veramente comuni? Diverse decine. Provate a combinarli. Mozart con sole
sette note è diventato un grande.Cosa diventerete voi?
L’equilibrio biologico non ha nessun bisogno di noi. Noi di lui si.
Perseguirlo è fondamentalmente una questione di equilibrio culturale.
Le discipline scientifiche e umanistiche aumentano anche a sostegno dei
nuovi tempi; ma chi scambiasse scienze come la bioarchitettura e l’ergonomia
per un’insalata macrobiotica di architettura e di materiali
bio-compatibili rischierebbe di andare incontro a gioielli
architettonici costosissimi, di non riuscire in concreto ad applicare le
sue buone intenzioni e di andare incontro a un’ennesima tendenza
New-Age!