FIAT La FIAT,
nata come acronimo di Fabbrica Italiana Automobili Torino, è
fondata l'11 luglio 1899 a Torino come casa produttrice di
automobili, per poi sviluppare la propria attività in numerosi
altri settori, dando vita al più importante gruppo finanziario e
industriale privato italiano. Ora fa parte, insieme ai marchi
Alfa Romeo, Lancia, Abarth & C. e Fiat Professional, della Fiat
Group Automobiles s.p.a. (abbreviato in FGA) che rappresenta una
delle tre diramazioni del settore auto del Gruppo Fiat.
'azienda nacque
dalla comune volontà di una decina tra aristocratici,
possidenti, imprenditori e professionisti torinesi di impiantare
una fabbrica per la produzione di automobili. L'idea di produrre
automobili su scala industriale era venuta agli amici Emanuele
Cacherano di Bricherasio e Cesare Goria Gatti (già fondatori
dell'ACI Automobile Club d'Italia) che avevano precedentemente
costituito e finanziato la "Accomandita Ceirano & C.",
finalizzata alla costruzione della "Welleyes", un'automobile
progettata dall'ing. Aristide Faccioli e costruita
artigianalmente da Giovanni Battista Ceirano. Visto il successo
ottenuto dalla "Welleyes" alla sua presentazione, Bricherasio e
Gatti proposero ad un gruppo di conoscenti di acquisire le
esperienze, le maestranze e la competenza della "Accomandita
Ceirano & C." per trasferirle su scala industriale, come già
avveniva nella fabbriche dell'Europa settentrionale. Oltre ai
due promotori, si mostrarono disposti a partecipare il conte
Roberto Biscaretti di Ruffia, il marchese Alfonso Ferrero di
Ventimiglia, il banchiere e industriale della seta Michele
Ceriana-Mayneri, l'avvocato Carlo Racca, il possidente Lodovico
Scarfiotti, l'agente di cambio Luigi Damevino e l'industriale
della cera Michele Lanza.
Il gruppo di
notabili, dopo vari incontri per fissare le linee dell'accordo
tenuti nel Caffé Burello e dopo aver ottenuto l'appoggio
finanziario del "Banco di Sconto e Sete" di Torino, si riunì a
Palazzo Bricherasio per sottoscrivere l'atto di "Costituzione
della Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili" redatto
dal Cav. Dott. Ernesto Torretta, Notaio Patrimoniale della Real
Casa: era l'11 luglio 1899. I soci versarono un capitale di
800.000 lire in 4.000 azioni (circa 10 milioni di euro attuali)
ed affidarono la presidenza a Ludovico Scarfiotti. Occorre
aggiungere che, il giorno precedente alla costituzione della
società, Michele Lanza decise di ritirarsi, abbandonando il
sodalizio. Lanza aveva già realizzato in proprio, nel 1895, una
delle prime automobili italiane e, ben conoscendo le difficoltà
tecniche a cui si andava incontro, riteneva inopportuno
escludere Giovanni Battista Ceirano dalla società, principale
esperto meccanico, per mere questioni di rango. Parte della
quota azionaria destinata a Lanza venne assunta dal possidente
Giovanni Agnelli, coinvolto in extremis dell'amico ed ex
commilitone Scarfiotti, mentre la rimanente quota azionaria
venne sostenuta dal Banco di Sconto e Sete. Durante la prima
seduta, il consiglio d'amministrazione della neonata FIAT
deliberò l'acquisto dell'"Accomandita Ceirano & C.", liquidando
Ceirano con la somma di 30.000 lire, per riassumerlo quale
agente di vendita. La prima vettura costruita dalla FIAT fu il
modello "3½ HP", copia della "Welleyes" e prodotta in 8
esemplari nel corso del 1899.
a FIAT iniziò la
costruzione del famoso stabilimento produttivo denominato
Lingotto nel 1916 e lo fece entrare in funzione nel 1923. Dopo
un primo periodo di difficile sviluppo, segnato da diverse
ricapitalizzazioni e da modifiche nella composizione del
capitale azionario (non sempre in maniera pacifica ma anche
sfociate in processi clamorosi per l'epoca), la proprietà della
casa automobilistica viene assunta quasi integralmente da
Giovanni Agnelli, che diventerà senatore durante il Fascismo e
resterà a capo dell'azienda sino al termine della seconda guerra
mondiale. Dopo aver rischiato di perdere la proprietà
dell'azienda per la propria compromissione con il regime
fascista, Agnelli passa il comando a Valletta, essendo l'unico
figlio maschio, Edoardo, morto in un incidente aereo. Valletta,
uomo di qualità non comuni, si occupò di reggere per conto della
famiglia Agnelli una delle poche aziende italiane non
completamente inginocchiate dalla disfatta, riuscì a farla
rialzare e contemporaneamente fornì l'opportuna preparazione al
ruolo che appena possibile avrebbe dovuto assumere il giovane
discendente "primo in linea dinastica" (definizione attribuita a
Montanelli). Gianni Agnelli, l'erede, divenne presidente della
FIAT nel 1966 e lo rimase fino al compimento del 75° compleanno,
quando le norme statutarie lo obbligarono a cedere la
presidenza. La carica viene assunta prima (1996) dall'ex
amministratore delegato Cesare Romiti e poi (1998) da un
dirigente genovese che per molti anni ha lavorato alla General
Electric negli USA, Paolo Fresco. La crisi del gruppo porta il
fratello Umberto alla presidenza (2003); dopo la morte di
Umberto è la volta (2004) di Luca Cordero di Montezemolo;
l'erede designato dalla famiglia Agnelli, John Elkann, è stato
nominato vice presidente all'età di 28 anni e altri membri della
famiglia fanno parte del consiglio di amministrazione.
L'Amministratore Delegato, Giuseppe Morchio, dimissionario, è
stato sostituito da Sergio Marchionne, che lo ha sostituito dal
1 giugno 2004. La gestione di Gianni Agnelli incrementò
notevolmente la vocazione multinazionale e plurisettoriale
dell'azienda; una vocazione che affondava le proprie radici
nelle realtà industriali create dalla Fiat in tutta Europa, già
nel primo ventennio del secolo. La crescita, certo aiutata anche
dal cosiddetto "boom economico" degli anni sessanta, fu
rilevante sia in campo nazionale che nei mercati esteri. Le
attività e le strategie del gruppo, in origine dirette alla sola
produzione industriale di autovetture (e poco dopo anche di
veicoli industriali e agricoli), con il passare del tempo ed a
causa delle mutate condizioni di mercato e del consolidato
assetto di gruppo, sono andate verso una diversificazione in
molti altri settori. Il gruppo ha al momento attività in una
vasta gamma di settori dell'industria e nei servizi finanziari.
Si tratta del maggiore gruppo aziendale italiano, che vanta
inoltre significative attività anche all'estero, dove è presente
in 61 nazioni con 1063 aziende che impiegano oltre 223.000
persone, 111.000 delle quali al di fuori dell'Italia.
La prima
produzione di autovetture, datata 1900, avvenne con l'utilizzo
di 150 operai nello stabilimento in Corso Dante a Torino. Da lì
uscirono 24 autoveicoli modello Fiat 3/12hp, di cui una
curiosità era la mancanza della retromarcia. Ancora nel 1903 la
produzione era limitata a 103 pezzi di auto. Il primo Taxi
Italiano Il primo Taxi Italiano su base Fiat Tipo 1 Al 1902
risale anche la prima affermazione della casa nelle competizioni
automobilistiche, quando, con alla guida Vincenzo Lancia si
aggiudica una gara locale piemontese la Torino Sassi-Superga.
Sempre al primo decennio del XX secolo risalgono le prime
diversificazioni della Fiat nel campo dei veicoli commerciali,
dei tram, degli autocarri e dei motori marini. La società inizia
anche un'attività all'estero con la fondazione nel 1908 della
Fiat Automobile Co negli Stati Uniti e la successiva costruzione
nel 1909 dello stabilimento di Poughkeepsie; nel frattempo si
amplia anche il numero delle persone occupate, giunte a 2500
unità nel 1906. Nel 1908 viene messa in produzione la Fiat 1
Fiacre, prima autovettura destinata alla funzione di taxi e di
cui vennero esportati numerosi esemplari nelle più importanti
città come Parigi, Londra e New York. Poco prima dello scoppio
della prima guerra mondiale, la società torinese rinnova
totalmente la gamma di autovetture in produzione con la
presentazione dei modelli 1, 2, 3, 4, 5, 6; di questi modelli va
ricordata la presenza dei primi esempi di batteria e di
trasmissione a cardano. Nel 1911 l'azienda si cimenta nella
costruzione di un autoveicolo specifico per battere il record
mondiale di velocità: a tal fine costruisce la Fiat 300 hp
Record, un'auto di quasi 29.000 cc e 290 cv di potenza, in grado
di sfiorare i 300 km/h.
Sempre prima
dello scoppio della guerra l'azienda madre fonda la Fiat
lubrificanti, allarga le sue attività estere con l'apertura di
una società in Russia e inizia la produzione in serie della Fiat
Zero di cui costruirà circa 2000 esemplari, forniti anche di
impianto elettrico. Naturalmente la produzione civile viene
quasi completamente convertita ad uso bellico durante il
conflitto e il modello Fiat 501 viene assemblato soprattutto per
il Regio Esercito. Alla ripresa produttiva post bellica nel 1919
l'azienda torinese presenta la Fiat 501 ad uso civile, di cui
riesce a mettere sul mercato quasi 45.000 unità. Nel frattempo
prosegue anche la diversificazione nel campo dei veicoli
industriale e dell'accessoristica; quest'ultima rappresentata
dalla fondazione della Magneti-Marelli. Dopo la visita del
Senatore Agnelli agli stabilimenti della Ford, fondata da Henry
Ford nel 1903 negli USA, appare evidente che l'unica via
percorribile sia quella di operare in serie, attraverso la
catena di montaggio. Le prime manifestazioni del nuovo metodo di
costruzione sono evidenti dopo l'inaugurazione del Lingotto,
modernissimo stabilimento di 153.000 m2, disposto su 5 piani e
con la presenza sul tetto di una pista di prova per i nuovi
modelli. I modelli in produzione negli anni 1920 spaziano
dall'utilitaria Fiat 509 alla lussuosa berlina Fiat 529
equipaggiata di freni su tutte le 4 ruote e di volante
regolabile. Una innovazione tecnologica importante è quella del
1928 dove la Fiat, prima al mondo, utilizza l'alluminio per la
costruzione delle teste dei motori.
l decennio
antecedente lo scoppio della seconda guerra mondiale è
caratterizzato dalla politica autarchica voluta da Mussolini che
impedisce uno sviluppo all'estero dell'azienda, ma che aiuta
nell'espansione sul mercato interno. È di questo periodo il
debutto della Fiat 508 Balilla, presentata nel 1932,
inizialmente fornita di cambio a 3 marce e in un secondo tempo
(dal 1934) con uno più moderno a 4, che segna il nuovo record di
produzione per la Fiat con oltre 110.000 esemplari. Pochi anni
dopo il record verrà sbriciolato con la Fiat 500, conosciuta
nella prima versione con il nomignolo di Topolino e che,
presentata nel 1936, in un ventennio di produzione riuscì a
raggiungere l'invidiabile cifra di oltre 500.000 unità.
Appena prima
dello scoppio della guerra viene inaugurato anche il nuovo
stabilimento di Mirafiori dove viene iniziata la turnazione del
lavoro sull'arco delle 24 ore. Un modello che non può essere
dimenticato è la Fiat 6 cilindri 1500, lanciata alla fine del
1935, che si distingue per una innovativa linea aerodinamica e
filante della carrozzeria; questa nuova linea, molto
accattivante, sarà estesa (ovviamente in formato ridotto) dalla
Topolino nel 1936 e dalla Fiat Nuova Balilla 1100, la prima Fiat
a fregiarsi del titolo di 1100,che sarà immessa sul mercato nel
giugno 1937. L'ultimo prodotto anteguerra - uscito nel 1938 - è
l'ammiraglia Fiat 2800: per ovvie ragioni (la natura stessa
della vettura e lo scoppio della seconda guerra mondiale) questo
modello, che inaugura, in casa Fiat, una nuova forma del cofano
(un muso detto a spartivento) sarà costruito (anche in versione
"militare") in soli 621 esemplari sino al 1944. La seconda
guerra mondiale porta ad una drastica riduzione della produzione
di autovetture con una conversione delle linee alla costruzione
di veicoli commerciali richiesti dalla macchina bellica. Gli
impianti subiscono gravissimi danni a causa dei bombardamenti e
vengono pressoché fermati.
a fine del
conflitto mondiale lascia un cumulo di macerie degli impianti
industriali e si somma, per l'azienda, alla morte del suo
co-fondatore e il conseguente passaggio della dirigenza all'ing.
Valletta: solo nel 1948 e grazie agli aiuti stanziati dal Piano
Marshall terminano i lavori di ricostruzione degli stabilimenti
e riprende in pieno la produzione di autovetture. Già sul finire
del 1945, comunque, cominciano a lasciare la fabbrica le prime
autovetture: la gamma è quella dell'anteguerra (decurtata della
grossa "2800" da rappresentanza) e comprende dunque tre modelli
di base: la 500 Topolino, la 1100 e la sei cilindri 1500. Nel
1948, alla fine di giugno, si ha il primo rinnovamento del
dopoguerra: nasce la Topolino 500 B, che differisce dalla
precedente soprattutto per una modifica al sistema di
distribuzione del motore, che passa dalle "valvole laterali"
alle più moderne ed efficienti "valvole in testa", con un
guadagno di potenza (da 13 a 16 HP) e di velocità (da 85 a 95
km/h). Praticamente inalterata appare invece la carrozzeria.
Meno di tre mesi dopo, nel settembre del 1948, esce la prima
"station wagon" italiana prodotta in serie: si tratta della 500
B "Giardiniera" che, sulla meccanica della 500 B appena immessa
sul mercato, monta una carrozzeria molto originale (allora
definita "giardiniera") caratterizzata dalle fiancate in legno:
la vetturetta offre una abitabilità di 4 posti "veri" più un
discreto bagagliaio, non male per una vetturetta di appena 570
cm3. Contemporaneamente, anche i modelli superiori, 1100 e 1500,
vengono "aggiornati" ed assumono le nuove denominazioni di "1100
B" e di "1500 D". Nel 1949 la Topolino cambia vestito e diventa
500 C. A marzo, la nuova versione viene esposta in anteprima al
Salone di Ginevra: la meccanica è praticamente invariata, mentre
la carrozzeria abbandona i fanali sporgenti dai parafanghi e si
fa più arrotondata e moderna. La stessa modifica interessa
ovviamente anche la versione "Giardiniera". La presentazione in
Italia delle due versioni avviene due mesi dopo, nel maggio
1949.
Alla Fiera del
Levante di Bari, nel settembre 1949, il rinnovamento riguarda la
1100 e la 1500, la cui denominazione assume il suffisso "E": se
per la 1100 il rinnovamento è opportuno e comprensibile in
quanto il modello è destinato a rimanere in produzione ancora a
lungo, lo stesso non si può dire per la sorella maggiore 1500,
dal momento che è imminente il lancio dell'erede, la 1400, che
nascerà appena sei/sette mesi dopo. Comunque, tanto la 1100 E
quanto la 1500 E si differenziano dalle precedenti 1100 B e 1500
D per alcune modifiche estetiche determinate soprattutto dalla
scomparsa della ruota di scorta esterna, ora alloggiata in un
apposito vano (avente anche funzioni di bagagliaio) che è
accessibile dall'esterno e che viene ad integrarsi nella parte
posteriore della carrozzeria. Altre modifiche riguardano i
paraurti (irrobustiti) e l'adozione del comando del cambio con
leva al volante, secondo l'imperante moda "americana". La Fiat
8V nella sua prima versione nel marzo 1952 Solo nel 1950 avviene
la presentazione di un modello veramente nuovo, la Fiat 1400,
che manda definitivamente in pensione la pur valida sei cilindri
1500; sarà il primo modello con carrozzeria portante e fornito
di serie di impianto di riscaldamento. Negli anni immediatamente
successivi verranno presentati anche dei veicoli "inusuali"
nella produzione dell'azienda fino ad allora: nel 1951 esce la
la Fiat Campagnola, mezzo fuoristrada di derivazione della
mitica Jeep utilizzata dall'esercito americano durante la
guerra, mentre l'anno dopo (1952) è la volta della Fiat 8V, una
berlinetta sportiva a 2 posti caratterizzata dalle sospensioni a
4 ruote indipendenti, novità per l'azienda torinese. Altro
traguardo importante raggiunto nel 1951 è rappresentato dalla
presentazione di un aereo il modello G80, primo jet costruito in
Italia. Nel campo delle utilitarie, il Salone di Bruxelles del
gennaio 1952 tiene a battesimo la nuova versione "station wagon"
della 500 C Topolino, definita "Belvedere" e caratterizzata
dalla carrozzeria interamente metallica (la precedente
"Giardiniera" aveva le fiancate in legno)
l 1952 non è un
anno particolarmente ricco di novità, tuttavia - oltre alla
Belvedere metallica ed alla sportiva 8V - vede la luce il
modello 1900 nelle due versioni: la berlina (quasi identica alla
1400 ma con mascherina con più cromature, lunotto ampliato ed
interni più lussuosi) e la due porte denominata "Granluce". La
nuova 1900 è caratterizzata, tecnicamente, dalla adozione di uno
speciale giunto idraulico che rende più fluida e pastosa la
marcia. Da segnalare ancora che, a fine anno, l'autocarro
leggero Fiat 615 viene venduto anche con motorizzazione diesel,
un piccolo propulsore di 1,9 litri alimentato a gasolio che
equipaggerà, l'anno dopo, la prima autovettura diesel della
Fiat, la 1400 Diesel. Nel 1953 l'occupazione negli stabilimenti
raggiunge la cifra di 71.000 unità mentre nel campo della
tecnica viene prodotta la prima versione della Fiat 1400 con
motorizzazione Diesel ripresa dall'autocarro leggero tipo 615.
Dello stesso anno è la commercializzazione del modello Fiat 1100
nella sua nuova edizione a struttura portante denominato e
conosciuto come "modello 103" e considerato un po' come l'erede
della mitica Balilla. Di questo fortunato modello, destinato a
recitare una parte da protagonista tra i modelli Fiat per oltre
15 anni (sarà sostituito dalla 128 nel 1969), esce anche, a fine
anno, la versione "spinta" TV (Turismo Veloce) seguita,
all'inizio del'54, dalla station-wagon (Familiare la definizione
dell'epoca) Nel 1954 la Fiat non presenta grandi novità: al
Salone di Torino di primavera, a parte la vettura sperimentale a
Turbina (esposta più che altro per scopi pubblicitari) vengono
presentate le nuove 1400/1900 nella serie contrassegnata dal
suffisso "A" e caratterizzata da una carrozzeria ammodernata e
da alcune piccole modifiche meccaniche
Il 1955 è
caratterizzato dal pensionamento della 500/Topolino e dalla
presentazione della Fiat 600, primo modello che veramente darà
inizio alla motorizzazione di massa degli italiani, che sarà
seguita nel 1956 dalla originalissima derivata Fiat 600
Multipla, prima "monovolume" italiana. Il 1956, Multipla a
parte, vede uscire una nuova serie di 1400/1900 (tipo "B") e di
1100/103 (tipo "E") mentre il 1957 è l'anno che segna la nascita
della Nuova 500 e di una nuova serie di 1100/103 con "codine"
più lunghe pronunciate (definita anche come "modello'58" questa
serie di 103, che segue alla "E" del'56, viene curiosamente
contraddistinta ufficialmente dal suffisso "D"). Alla fine del
1957 esce anche, in sostituzione della 1100/103 TV, la meno
sportiva ma più lussuosa Fiat 1200 "granluce", che, pur
sostanzialmente basata sul corpo vettura della 1100/103, ha un
padiglione assai più moderno e luminoso. Le vendite della 1200
inizieranno nel 1958, anno che non registra alcuna novità di
rilievo in casa Fiat. Il decennio si chiude, nel 1959 con la
cessazione delle ormai superate 1400/1900, sostituite dalle
modernissime ancorché "spigolose" 1800/2100. Nel 1961 ad andare
in pensione un po' precocemente è invece il tipo 1200,
sostituito dalla 1300/1500.
Nell'arco di
pochi anni la società cerca di coprire le varie richieste degli
automobilisti spaziando dalle piccole cilindrate alle grandi
berline e presentando i vari modelli con allestimenti berlina,
giardinetta, coupé e spider, diventando, in quanto azienda
automobilistica più grande, uno dei perni del cosiddetto boom
economico di quegli anni. Fiat 850 Nel 1964 viene messa in
produzione un'altra autovettura destinata ad un notevole
successo, la Fiat 850, nella sua classica versione berlina e in
quelle, altrettanto di successo, coupé e spyder. Nel 1966,
stesso anno in cui avviene il passaggio di consegne tra Valletta
e l'avv. Gianni Agnelli, viene presentata la vettura più
sportiva della gamma, la Fiat Dino progettata in parte con la
Ferrari che ne presenta un modello omologo. I primi anni della
nuova gestione sono caratterizzati da nuovi modelli che man mano
sostituiscono quelli prodotti nel primo dopoguerra, presentando
nel 1967 la Fiat 124 che riesce a fregiarsi del titolo di Auto
dell'anno e sulla cui meccanica la Pininfarina crea un modello
spider molto apprezzato. Nel 1967 esce la Fiat 125 e
contemporaneamente l'azienda intensifica la sua presenza
produttiva nel Sud Italia; inoltre acquista parte della Ferrari
e la totalità della Lancia. Il 1969 vede la presentazione della
prima autovettura torinese con il motore e la trazione
anteriori, la Fiat 128, anch'essa destinata ad un buon successo
di vendita e a fregiarsi del titolo di Auto dell'anno. Dello
stesso anno è anche la Fiat 130 ammiraglia della casa con il suo
motore da 2900 cc.
L'inizio degli
anni settanta, oltre che rappresentare l'inizio della produzione
di autovetture all'estero con l'inaugurazione dello stabilimento
in Unione Sovietica, vede la presentazione sui mercati mondiali
del modello Fiat 127, erede della Fiat 850 e di cui, nei soli
primi 3 anni di produzione, ne verranno costruiti oltre un
milione di esemplari. Fiat 127 Il 1972 porta contemporaneamente
nuovi modelli in vari segmenti di mercato, quello delle
utilitarie con la sostituzione della Fiat 500 con la nuova Fiat
126, quello delle berline di gamma alta con la Fiat 132 e quello
delle autovetture sportive con la Fiat X1/9 (progettata e
costruita da Bertone). Dopo alcuni anni di poche novità
significative, dovuto anche alle prime crisi petrolifere, esce
nel 1974 la sostituta della Fiat 124, la nuova Fiat 131
assemblata nello stabilimento di Mirafiori con l'uso di nuove
tecnologie in parte robotizzate, e la Fiat 133 un non riuscito
mix fra 127 e 126 prodotta e venduta solo all'estero (Spagna e
Argentina). Nel 1978 entra in produzione la Fiat Ritmo,
autovettura che si distacca notevolmente nelle linee da tutta la
produzione precedente e che ha la caratteristica curiosa di
dover essere messa sul mercato degli Stati Uniti con un altro
nome, Fiat Strada, a causa della presenza sul mercato di un tipo
omonimo di profilattici.
In questo stesso
anno l'azienda subisce un radicale cambiamento di struttura con
la creazione della Fiat Auto Spa sotto cui vengono raggruppate
tutte le aziende del gruppo attive nel comparto automobilistico
(Fiat, Lancia, Autobianchi e Abarth) ad eccezione della Ferrari
che, insieme alla Maserati quando questa sarà rilevata dal
gruppo torinese, fa capo direttamente alla holding, scindendo le
attività collaterali in nuove ragioni sociali come Fiat
Ferroviaria, Fiat Avio e Fiat Trattori. Nel frattempo anche
tutta la produzione di veicoli industriali aveva perso la
denominazione di Fiat per essere inglobata nel marchio Iveco.
'inizio degli
anni ottanta presentano un ulteriore ringiovanimento della gamma
con le Fiat Panda del 1980 (design di Giugiaro) che si instaura
tra 127 e 126. La Fiat Argenta in sostituzione della Fiat 132
nel 1981 che si rivela una rivisitazione generale. La Fiat
Regata che prende il posto della Fiat 131 nel 1983 derivata
dalla Ritmo. FIAT Uno prima serie Forse un capitolo a parte
merita la presentazione, datata 1983 della Fiat Uno (design di
Giugiaro), degno successore della Fiat 127, si merita anch'essa
il titolo di Auto dell'anno, è la prima autovettura della casa
il cui motore, il FIRE 1000, è prodotto negli stabilimenti di
Termoli (aperti nel 1972 e considerati importanti sul fronte
motori) ed è a tutt'oggi il modello Fiat che vanta il più grande
numero di esemplari costruiti, oltre 8.000.000. Nel 1985 vede la
luce il primo esemplare frutto della collaborazione tra le
aziende del gruppo, utilizzando la stessa meccanica, la Fiat
presenta la Croma (design di Giugiaro), contemporaneamente alla
Lancia Thema e alla Alfa Romeo 164 (design di Pininfarina). Di
quel progetto faceva parte anche la Saab 9000. Nel 1988 esce la
Fiat Tipo che va a sostituire, nel campo delle berline di media
cilindrata, la Fiat Ritmo, seguita a distanza di due anni dalla
presentazione della Fiat Tempra, altro progetto di
collaborazione con la Alfa Romeo 155, e la Lancia Dedra. Sempre
del 1988 è la presentazione di un altro modello che ha fatto la
storia, dell'azienda Fiat, la Fiat Duna, un'autovettura, nata e
prodotta in Brasile dove ha avuto molto successo, al contrario
una volta importata in italia si rivelò un fiasco commerciale.
Gli anni novanta
sono caratterizzati dall' entrata in produzione dei modelli che
vediamo circolare ai giorni nostri e che possiamo, in parte,
ritrovare ancora nei listini di vendita odierni come la Fiat
Cinquecento del 1991 che sostituisce la 126, vera e propria
mini-rally car. La Punto, che sostituisce la Uno, lanciata nel
1993, si caratterizza da una linea innovativa da monovolume che
riceve il premio auto dell'anno 1995. La Coupé del 1993 che
sostituisce la X1/9 dotata di un 2000cc turbo e aspirato, di cui
la prima serie a 4 cilindri, nella seconda serie introdussero il
motore 1.8 e 2.0 turbo 5 clilindri 20 valvole. La Ulysse del
1994 che fu la prima grande monovolume di successo prodotta
dalla Fiat, questa in collaborazione con il gruppo francese PSA
(Peugeot 806 - Citroen Evasion) La Fiat Barchetta, autovettura
spider con motore 1.8 disegnata da Andreas Zapatinas che
riscosse un buon successo come spider economica. Le Fiat
Bravo/Brava del 1995, caratterizzate da una linea moderna e da
dimensioni da utilitarie più che da compatte come eredi della
Tipo che ricevono il premio auto dell'anno 1996. La Fiat Marea
del 1996, derivata dalla Bravo/Brava, come erede della Tempra.
La Fiat Seicento nel 1998 come erede della Cinquecento di cui
conserva il disegno generale. La Multipla, che riprende il nome
della 600 Multipla, con sei posti e dimensioni da utilitarie, la
quale riscosse un enorme successo, aiutata anche dal fatto che
venne equipaggiata da un motore 1.6 alimentato a benzina e
metano dalla grande economicità. Nel Settembre 1999 viene
lanciata la seconda serie della "Punto" con motorizzazioni 1.2
8v 1.2 16v 1.8 16v benzina e 1.9 D aspirato e 1.9 JTD a
iniezione diretta. Quest'auto ha avuto grande successo tant'è
che oggi viene ancora prodotta e commercializzanta con il nome
"Punto Classic". Questi modelli sono caratterizzati dalla
presenza di varie motorizzazioni sia benzina 1.1, 1.2 8 e 16v,
1.4 aspirato e turbo(quest'ultimo montato sulla Punto GT), 1.6,
1.8, 2.0 litri aspirato e turbo sia nelle versioni 4 cilindri
16v che 5 cilindri 20v. questi modelli sono stati equipaggiati
anche con motori a ciclo Diesel (1.7, 2.0 TD) e in taluni casi
anche di motori elettrici o a doppio funzionamento (metano, con
basse rese di potenza ma dalla grande economia di esercizio, e
gpl, che oggi si è perfezionato e ha una resa del 90% rispetto
alla benzina e consumi dal rapporto costo/km vicino al gasolio).
La Fiat, da molti
anni ormai, si è impegnata molto fuori dalle mura italiane e
anche al di là dei confini europei, ma ha trovato mercati e
"gusti" molto differenti da quelli italiani. I primi esempi di
fabbricazione in grande serie di autovetture all'estero da parte
dell'azienda torinese possono essere fatti risalire agli anni
ottanta quando iniziò, negli stabilimenti brasiliani la
fabbricazione di una berlina che ebbe uno scarsissimo successo
di vendite sul mercato italiano una volta importata, la Duna.
Nel Sudamerica invece il successo non mancò e da quella
autovettura nacque il progetto successivo, quello della Palio,
anch'essa importata in Italia ( e venduta fino al 2001) con un
successo comunque migliore rispetto alla precedente. La Palio fa
parte del "progetto 178" ovvero una serie di vetture della
stessa famiglia differenziate prevalentemente dal mercato in cui
venivano distribuite. Oltre alla Palio infatti di questa
famiglia fanno parte la Fiat Siena (1997) e Fiat Albea del 2002,
il Fiat Strada (pick-up venduto anche in Italia) e la Fiat
Perla, aggiuntasi nel 2006 per il mercato Cinese. Negli USA, in
passato, Fiat fu marchiata con alcuni acronimi e soprannomi
umoristici come per esempio "Fix It Again, Tony" (Riparala
ancora, Tony), oppure "Found In A Trashcan" (trovata in un
bidone).
Nel 2007 la Fiat
ha prodotto 2.524.325 prodotti (8º gruppo al mondo) tra
automobili, veicoli commerciali leggeri e camion.
A FIAT nel 2008 è
risultata avere la gamma di autovetture con le più basse
emissioni di anidride carbonica in Europa pari a 133,7 g/km.
Fiat Grande Punto. La produzione attuale FIAT, forte di un
grande rilancio del marchio e di ingenti investimenti sul
settore auto, ha subito un up-grade importante per quanto
riguarda la sicurezza e l'accuratezza dell'assemblaggio. Lo
stile delle automobili di nuova concezione è stato affidato in
gran parte a Giugiaro che ha saputo raccogliere grandi consensi
internazionale sui suoi interventi, in particolar modo sul
modello Grande Punto. Il centro stile interno invece, si è
occupato della nuova Panda. La società torinese ha in catalogo
attualmente: 600 nel segmento delle A; Panda nel segmento delle
utilitarie sostituisce il modello introdotto nel 1981 e viene
proposta anche in versione Panda 4×4, che richiama il concetto
di piccolo SUV; Idea nel segmento delle piccole monovolume; 500
che affianca la Seicento e la Panda nel segmento A, le più
vendute; Bravo tra le medie, segmento C, che sostituisce la
vecchia Stilo, che fin dal lancio ha ottenuto un discreto
successo; Grande Punto sostituisce quasi del tutto la Punto (che
però è ancora in commercio, con il nome Punto Classic ), modello
più venduto in Italia ed ai primissimi posti in Europa del 2006,
debutta sul mercato con gli stilemi del nuovo "family feeling"
della Fiat, creata da Giorgetto Giugiaro, ha ottenuto ampi
consensi sul suo stile sportivo ma equilibrato; Multipla è
giunta alla seconda generazione e ha un design del frontale meno
particolare rispetto alla vecchia serie ma che conserva uno
degli esperimenti di modulazione dello spazio interno più
originali;
Croma segna il
ritorno della Fiat nel settore medio alto, oggetto di un recente
restyling piuttosto criticato in quanto troppo simile alla
concorrenza straniera (vedi:Volvo) ma ricordando la Stilo; Doblò
si può inserire in una categoria a sé stante, veicolo
multispazio utilizzabile sia come trasporto passeggeri che come
trasporto merci; Qubo veicolo da lavoro multispazio per uso
anche familiare che affianca Fiat Doblò nella stessa categoria
Ulysse monovolume che sostituisce l'altra versione e ne aumenta
la comodità e la potenza, il bagagliaio è molto ampio. Sedici
mini SUV prodotto dal 2006 e frutto della collaborazione con
Suzuki. La Sedici pubblicizzò anche le olimpiadi di Torino 2006.
Punto Evo viene lanciata sul mercato europeo nell'ottobre 2009.
È il restyling della Grande Punto ( la quale rimarrà ancora in
vendita, ma con meno motori e allestimenti). Presenta nuovi
interni più curati e di qualità, monta i nuovissimi motori
MultiAir ed è stata rinnovata nel frontale e nel posteriore. E'
già record di prenotazioni. Nel 2007 viene prodotta una quarta
World car: la Fiat Linea. Questa però a differenza delle altre,
non fa parte del progetto 178, infatti deriva dalla Grande Punto
e oltre ai mercati emergenti (dove viene posta in una categoria
superiore rispetto alle altre World car Fiat) viene venduta
anche in alcuni paesi dell'Unione europea (come Spagna e
Germania dove gode di tutti i sistemi di elettronica e
dispositivi di sicurezza della Grande Punto). Nessuna notizia
invece dell'eventuale commercializzazione anche in Italia, che
non è stata esclusa. I motori di nuova concezione spaziano dal
1.2 da 69cv aspirato della Nuova 500 al 1.4 turbo da 150cv per
la Bravo, passando per i 1.3 multijet da 75cv e 90cv, il 1.6
multijet da 90, 105 e 120 cv, 2.0 multijet con testata 16
valvole da 165cv e il più potente 2.4 multijet 5 cilindri da ben
200cv montato sulla Croma. È attualmente allo studio in fase
avanzata un 900 cc. a 2 cilindri in alluminio che promette
emissioni molto basse di CO2 e manutenzione ridotta.
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