BMW BMW
(acronimo di Bayerische Motoren Werke, in italiano Industria
Motoristica Bavarese) è un'azienda tedesca produttrice di
autoveicoli e motoveicoli, con sede a Monaco di Baviera.
Durante la prima
guerra mondiale, l'industria meccanica tedesca era impegnata a
migliorare la potenza e l'affidabilità delle nuove "macchine
volanti" che, per la prima volta, rivestivano un importante
ruolo bellico. Anche la Daimler aveva messo a punto un motore
aeronautico, realizzato dalla consociata austriaca
Austro-Daimler e sviluppato da Max Friz, uno dei brillanti
ingegneri del reparto corse Daimler, la cui attività era sospesa
a causa della guerra. Commissionata dal governo austriaco, per
ragioni di celerità produttiva, la costruzione dei motori
Austro-Daimler venne affidata alla licenziataria bavarese Rapp
Motorenwerke, ditta nella quale anche Friz si trasferì, con la
speranza di veder realizzato il suo progetto per un motore
d'aereo con sei cilindri in linea e albero a camme in testa, in
grado di funzionare a quote molto elevate; ben oltre i 5.000
metri. Alla Rapp, in veste di supervisore tecnico dell'aviazione
militare austro-ungarica, era presente l'ingegnere Josef Popp,
al quale Friz mostrò i disegni del suo nuovo motore. Popp capì
immediatamente che si trattava di un propulsore tecnologicamente
molto avanzato e ne caldeggiò la realizzazione a Julius
Auspitzer, cofondatore e unico azionista della Rapp Motorenwerke.
Il prototipo del nuovo motore venne ben presto realizzato,
mostrando doti di potenza e leggerezza ben superiori alla
produzione corrente. La novità destò subito l'interesse del
governo prussiano che, al fine di riconquistare la supremazia
nei cieli, persa dopo l'entrata in servizio dei Sopwith Camel,
commissionò la costruzione di 600 motori. Congiuntamente
all'importante ordinativo prussiano, Auspitzer comunicò la sua
intenzione di vendere l'azienda, per gravi motivi di salute. Fu
in quel contesto che Popp decise di rilevare l'azienda e dare
corso alla produzione del motore aeronautico progettato da Friz,
poi divenuto celebre come BMW IIIa. Allo scopo di sottolineare
la svolta tecnologica della Rapp Motorenwerke, che non godeva di
eccessivo prestigio, decise anche di trasformare la ragione
sociale in Bayerische Motoren Werke GmbH e di adottare il nuovo
emblema aziendale, costituito dal campo circolare nero contenete
la concentrica rappresentazione stilistica di un'elica d'aereo
in movimento sovrastata dall'acronimo BMW, nei colori nazionali
bavaresi bianco, azzurro e oro. Il simbolo è giunto fino al XXI
secolo con poche variazioni grafiche e cromatiche,
principalmente consistenti nella modifica del carattere e della
spaziatura delle lettere e dall'adozione del colore argento, in
luogo dell'oro.
Il 21 luglio 1917
nasce la Bayerische Motoren Werke GmbH. Grazie alle commesse di
guerra, la piccola azienda cresce rapidamente. Ai margini
dell'aeroporto militare di Oberwiesenfeld di Monaco, l'azienda
costruisce uno spazioso stabilimento, proporzionato alla forte
crescita della produzione, dove fino al 1918 si producono motori
per aerei militari. Il 13 agosto 1918 - circa due mesi prima
della fine della Prima Guerra Mondiale - la Bayerische Motoren
Werke GmbH si trasforma in società per azioni (AG) con un
capitale sociale di 12 milioni di marchi tedeschi, un terzo dei
quali del consigliere commerciale italiano Camillo Castiglioni.
La direzione tecnica dell'azienda viene assegnata
all'amministratore della GmbH, l'ingegnere e architetto Franz
Josef Popp.
Dal 1929 produce
automobili con il marchio BMW: inizialmente la BMW produce
utilitarie sulla base di una vettura inglese, la Austin Seven,
della quale la BMW acquisì la licenza di produzione. Dopo alcuni
anni, la gamma si spostò progressivamente verso una clientela
più abbiente e la Casa tedesca propose modelli come la BMW 320 e
326. Durante il periodo della Seconda guerra mondiale è
fortemente impegnata nello sforzo bellico come gran parte delle
aziende tedesche. È di quel periodo ad esempio la produzione di
una delle più classiche motocarrozzette della storia, la R75.
Negli anni dei
campi di concentramento e della guerra la BMW sfruttò la
manodopera quasi gratuita, fornita dalla SS dei campi di
sterminio, per le sue fabbriche a Eisenach, Abteroda,
Neunkirchen ed Allach. I detenuti utilizzati dalla BMW
ammontavano a circa 6.500 e provenivano da diversi campi, ta cui
quello di Dachau e di Buchenwald. Ad Allach, in particolare, si
compirono le azioni più terrificanti, di cui la BMW si rese
complice. Lì vennero ammassati come animali dai 17.000 e i
20.000 uomini e donne. Come tanti altri "beneficiari" privati
dei campi di sterminio la BMW non sembrò opporre resistenza alle
pratiche di terrore promosse dalle SS.[1] Con il cessare delle
ostilità, si apre un periodo di grandi difficoltà: gli impianti
devono essere in buona parte riconvertiti alla produzione
civile; sforzo segnato dall'imposizione americana di non tornare
a fabbricare motori per aerei, produzione che contrasterebbe con
la volontà di impedire il riarmo tedesco. Il rilancio si fonda
quindi sulla produzione di motociclette che consentono alla BMW
di rimanere in piedi. Ma ciò non bastava: occorreva tornare alla
produzione automobilistica. Ciò era però molto difficile, poiché
al termine del conflitto le autorità sovietiche presidiarono la
zona orientale della Germania (da cui poi sarebbe nata la
Germania Est). Quella zona comprendeva la città di Eisenach,
dove la Casa tedesca costruiva abitualmente le proprie
automobili. Inizialmente la BMW era completamente impotente:
l'impianto di Monaco non era predisposto per la produzione di
automobili, automobili che erano invece prodotte dallo
stabilimento di Eisenach, tra l'altro abusivamente perché ciò
avveniva indipendentemente dalla volontà della BMW stessa. Di
questo periodo furono alcune riproposizioni di BMW 321 e 326.
Dopo alcune vicissitudini la BMW ottenne, tramite una causa
legale, di far costruire le vetture di Eisenach con un altro
marchio. Fu così che nacque la EMW (Eisenacher Motorwerke). A
cavallo di tale nascita si ebbe il lancio, senza molto successo,
della BMW 340, commercializzata prima come BMW e poi con il
marchio EMW.
Dopo tale
insuccesso, la situazione economica della BMW andò rapidamente
peggiorando: gli investimenti per lanciare un nuovo modello si
rivelavano superiori agli introiti e il pubblico pareva non
gradire molto i modelli, pur validi, della Casa tedesca.
All'inizio degli anni cinquanta la BMW trasferì la produzione
delle autovetture a Monaco e, dopo un paio di modelli ugualmente
privi di successo, tra cui la roadster BMW 507, decise di
sospendere la produzione di vetture di fascia alta, per proporre
qualcosa di popolare e di maggiormente accessibile a una
popolazione anch'essa in piena crisi economica. Non vi erano
risorse per la progettazione e realizzazione, per cui occorreva
produrre su licenza qualche modello già esistente.
L'occasione
capitò quando in Italia fu lanciata la Iso Isetta, una
microvettura a forma di uovo che per la verità nel nostro Paese
stentava con le vendite. I vertici BMW colsero però la validità
del progetto e, dopo aver acquisito la licenza, cominciarono a
produrre la piccola vettura con il marchio BMW. In Germania,
l'Isetta, non solo riscosse un buon successo commerciale, ma
costituì il primo passo nel risollevare le sorti della BMW. Ma
la situazione, benché migliore, era ancora delicata: sul finire
del decennio la situazione diventa insostenibile e BMW riceve
un'offerta di acquisto da parte di Daimler-Benz. La svolta
arriva in coincidenza dell'assemblea generale tenuta il 9
dicembre 1959, nella quale il magnate tedesco Herbert Quandt,
già partecipe dell'impresa, diventa azionista di riferimento (tutt'ora
la famiglia Quandt controlla l'azienda).
Così la BMW,
forte del nuovo assetto aziendale, raggiunse la sua definitiva
tranquillità economica con il successo della BMW 700, vetturetta
di fascia medio-bassa. Da quel momento la BMW tornò gradualmente
a un tenore economico positivo: dopo la BMW 700 fu lanciata
infatti la BMW 1500, primo modello della serie Neue Klasse, da
cui sarebbero poi derivati i modelli della Serie 02. Sia la Neue
Klasse che la Serie 02 ottennero un tale successo da costringere
la Casa tedesca a cercare un nuovo stabilimento per aumentare i
ritmi di produzione.
La produzione BMW
si caratterizza da sempre per la propensione alla meccanica di
altissima qualità e per le elevate prestazioni. Famosi alcuni
suoi motori aeronautici come il BMW 801. Tutt'oggi è uno dei
pochi costruttori al mondo che equipaggia correntemente le sue
automobili con motori a sei cilindri in linea (L6) e trazione
posteriore, architettura a cui ha legato buona parte dei propri
destini per 75 anni. Allo stesso modo le motociclette BMW sono
le uniche che ripropongono da decenni propulsori con
architettura boxer a cilindri contrapposti e trasmissioni
cardaniche. Recentemente ha introdotto la tecnologia "Valvetronic"
che rende superfluo il corpo farfallato nei motori a ciclo otto.
Da qualche anno BMW conduce esperimenti su veicoli alimentati a
idrogeno, applicati soprattutto sull'ammiraglia Serie 7, con
motori a combustione interna. Nel 2004 è il primo costruttore a
proporre un motore a ciclo Diesel con turbocompressione
bi-stadio (tecnologia derivata dai propulsori marini che prevede
due o più turbine montate in serie, talvolta di dimensioni
differenti come nel caso del propulsore BMW). |