$  PECUNIA POWER  $

Giri di vite e giri di soldi

(diario della crisi: 2010 - Ventisettesimo mese di SESSANTA minimo)

P.S. qualcuno vocifera di un ventennio critico

Il 2010 sarà un anno difficile e duro (speravo di no)

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La crisi di maggio

01/05/2010

Di F. Allegri

I miei lettori più fedeli ci sono abituati, ma anche questa volta posso dire che ve l’avevo preannunciata: intendo questa crisi, sia chiaro. Rammento che sono l’unico al mondo ad aver detto 18 settembre 2008 e 18 settembre fu. Peccato che allora non c’era Empolitica!

Voglio aggiungere 2 cose, una è di dottrina: OGNI GRANDE CROLLO DI BORSA E’ PREVEDIBILE!

In secondo luogo si sapeva che questi mesi sarebbero stati difficili, sia aprile che maggio e per fare mente locale guardatevi ad esempio il pezzo sulla crisi nell’anno della tigre o andate a cercare il mio diario su Futuro Ieri nell’apposita rubrica.

Giugno, Luglio e agosto dovrebbero essere mesi sereni, a livello economico.

Abbiamo la crisi di maggio e colpisce in pieno la Grecia e in parte la Spagna e il Portogallo mentre la Francia mi pare nervosa, l’Inghilterra latita e la Germania dorme o pensa ad una modesta tornata elettorale regionale.

L’Europa non c’è mentre certi squali lanciano il loro attacco e i politici pontificano dalle loro torri dorate: sia chiaro, la situazione è difficile, ma supereremo anche questa!

Per l’Italia non è prevista un’ondata di crisi, ma un mare mosso per i cassintegrati in deroga e la tempesta nel bicchiere nei corridoi della Camera o nei salotti nel Senato. Si profila una crisi durissima per pochi, i soliti.

Sarebbero malattie leggere, ma i medici non sono reperibili.

Oggi vado a pescare anche all’estero ma alla fine dello scritto tornerò in Italia.

La prima questione da riproporre è quella delle responsabilità americane e qui voglio rifare un nome George Bush: M. Moore l'ha definito il peggior presidente della storia degli USA!

Ho altri pessimi presidenti, ma si può concordare aggiungendo il Clinton della Monsanto e del lavoro precario e questo Obama che ha fatto alcune cose buone, altre meno, vari errori, ma è mancato il punto forte: questo non sarà la riforma della sanità.

Potrei chiedermi se la nuova amministrazione USA ha prolungato la crisi?

Se rispondessi si sbaglierei, vedrei il problema dalla prospettiva sbagliata. Devo spostarmi di 180° e dire che la crisi è stata contenuta e rallentata perché non hanno voluto e potuto cambiare di più.

Il mio primo interlocutore europeo sarà l’Allais (il matematico finanziario) e le sue riflessioni sul mercato unico mondiale. Di recente egli ha riproposto la creazione di zone con livelli di sviluppo economico omogenei, all’interno delle quali avere scambi liberi, e tra le quali avere scambi protetti.

Qui ci sono 2 problemi, il primo è che la situazione attuale è il frutto di tale progetto e l’effetto non può ricreare la causa poi bisogna tenere presente la reale situazione del commercio internazionale con i suoi protagonisti e i suoi comprimari.

Serve qualcosa di meno, ma diversa.

Gli USA devono ricreare il loro mercato interno e l’Europa deve trovare un significato da dare a quel nome. In questo contesto i dazi farebbero tanto bene a tutti, ma ci vorrebbe del coraggio politico.

Il problema posto ha natura politica, non economica.

La causa della crisi è il commercio di merci senza valore o se preferite di merci prodotte azzerando il fattore lavoro. Chi produce non può comprare e allora non deve esportare o se preferite globalizzare. In Cina hanno un salario tra i 200 e i 300 euro, noi siamo ancora sopra i 1.000. In questo sistema economico noi scenderemo e loro saliranno, se non falliremo. In ogni caso, servono i dazi per salvare qualcosa! E servono il prima possibile.

I globalizzatori continuano a sperare di vendere la merce asiatica espandendo il credito al consumo, ma questa è il secondo fattore che portò al disastro del 2008. Che dire? Quando si vuole iniziare a camminare bisogna cadere più volte per imparare!

La fortuna italiana è tutta qui, i nostri pessimi politici e i nostri pessimi banchieri non hanno indebitato le famiglie, in questo devo considerarli con maggiore indulgenza.

Non dimentichiamo che noi non abbiamo mutui subprime, non è una cosa da poco.

I Dazi modulati in modo congruo restano il modo migliore per difendere il potere d’acquisto dei lavoratori europei, per quanto riguarda invece il credito facile credo che il ridimensionamento del consumismo saprà creare un equilibrio in quel settore: un equilibrio selettivo.

Anche il nostro precariato va ridotto, va regolata l’immigrazione, serve un criterio culturale e nuovi permessi in numero contenuto. Nessuno si balocchi con falsi e presunti gap tecnologici asiatici!

La crisi non ci ha colpito, nemmeno questa volta, ma bisogna fare sul serio. Stato italiano, se ci sei batti un colpo, il tempo corre veloce mentre diminuiscono le speranze e la pazienza della gente.

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