MONDO PICCINO

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Pubblichiamo oggi una riflessione del professor I. Nappini che prossimamente sarà riunita insieme ad altre nella seguente raccolta:

Il Belpaese: quarantanove passi nel delirio

Amari presentimenti intorno al declino dell'impero statunitense

Del Prof. I. Nappini

E evidente che il fu impero statunitense nonostante le sue enormi risorse umane, materiali, militari è in gravissima sofferenza. Le sciagurate guerre afgane e irachene dopo otto e sei anni non si sono risolte con una vittoria chiara e distinta, quale che sia stato il progetto di colonizzazione della civiltà Anglo - Americana in quelle terre lontane: esso ad oggi sembra fallito.

Alla crisi economica s'accompagna l'insuccesso militare e il dubbio del declino, c'è da aspettarsi delle novità per il Belpaese vaso di coccio fra vasi di ferro.

Aggiungo di sfuggita che di questi tempi la memoria va alla guerra del 1999 contro la Serbia nella quale la penisola si trasformò in piattaforma aerea e navale a discrezione della volontà dell'esercito degli Stati Uniti.

Presagi amari mi disturbano, non è molto difficile intuire che con queste sue genti dissolute e plagiate dalla pubblicità politica e commerciale e con queste sedicenti classi dirigenti il Belpaese dovrà seguire la via crucis dell'impero Anglo - Americano e subire il peggio delle nuove disgrazie senza aver goduto di alcun beneficio; come capitò a tante parti della nostra penisola quando l'Impero Spagnolo andò declinando e trascinò tanta parte dell'Europa e dell'Italia nei disastri della prima metà del Seicento.

Credo sia tempo di ragionare con franchezza sul senso dell'alleanza e della tanto sbandierata fedeltà all'invincibile potenza americana. Potenza che ora non appare più né come potenza né come invincibile, credo che sia giunto il tempo d'iniziare a pensare al futuro del Belpaese e a cosa voglia essere questa nostra realtà che ad oggi non è né uno Stato, né una civiltà, né un popolo ma al contrario una massa eterogenea di gente più o meno diversa che sta assieme quasi per sbaglio.

E sia chiaro ritengo che occorre a buon diritto mettere ormai, anche se nessuno ci dice come, gli ex stranieri di seconda generazione nel numero degli italiani.

Non ci sono più solo gli italiani nati e vissuti qui da generazioni, più o meno bianchi di pelle e più o meno cattolici.

Ora la situazione è che in realtà non c'è una dimensione unitaria perché la scuola è poco considerata, la lingua parlata è quella della televisione - spazzatura aggraziata da modi di dire rozzamente tratti dalla lingua inglese e dalla pubblicità commerciale, e il passato è un cumulo di rovine dove s'aggirano i fantasmi dei troppi miti perduti, i nostri ex intellettuali o sedicenti tali s'arrangiano come capita e un comico di spessore come Beppe Grillo ascende al rango di nuovo Savonarola.

Questa è una grande civiltà e un grande paese perché adesso che è stritolata da forze ostili, da una crisi mondiale dirompente, dai ricatti incrociati della politica internazionale riesce a mantenere interi ceti sociali parassitari che vivono di politica e con la politica.

E' inoltre falsa l'idea che questa gente che fa politica sia un bene perché produce consenso per il sistema e svolge un lavoro di raccordo fra le parti sociali.

Essi vivono sulle divisioni e sulle fazioni, sono forti quando il Belpaese è debole e i loro amici fedeli sono sempre poteri particolari quando non apertamente criminali o forestieri.

Se l'Italia, per assurdo, fosse un paese "normale" i problemi oggi accantonati e rimossi a causa della debolezza e della precarietà in cui siamo caduti esploderebbero e il Belpaese si rivelerebbe essere un serio problema per le altre nazioni abituate a pensare l'Italia come una pura espressione geografica.

Ma oggi come oggi l'Italia può essere solo ciò che è.

Il ricostruire la sua civiltà può essere solo iniziato e non senza difficoltà. E' bene iniziare subito, o almeno porre il problema.

IANA per FuturoIeri

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Continua la raccolta di firme

la petizione sull'uranio impoverito

(vedasi la pagina principale - colonna di destra).

Al 26 maggio le firme sono 84. Abbiamo avuto il sostegno dei verdi di Firenze e di un medico di Milano che sul tema tiene conferenze in tutta Italia. Alcuni volontari hanno mandato una news letter a varie associazione e blog on line che hanno risposto positivamente e presto si attiveranno per aiutarci.

C'è BISOGNO DI TUTTI E' ANCHE UN MODO PER RIBADIRE L'OPZIONE PACIFISTA.

Rammentate che il decadimento di questo materiale radioattivo (con un'emivita di 4,7 milioni di anni) produce nel corpo del contaminato milioni di emissioni radioattive all'anno. Ciò causa danni genetici enormi all'organismo, anche al DNA.

Le informazioni sugli effetti spaventosi dell' uranio impoverito vengono sistematicamente soppresse e minimizzate, in USA e in Italia. E' una verità drammatica che copre i drammi legati alle guerre combattute con armi radioattive! Drammi generati da reduci malati e/o dai loro bambini nati con difetti genetici.

Ricordiamo che nel 2006 L'Ecologist scrisse che i morti da contaminazione da uranio impoverito erano 10.000 in Serbia.

In Italia si stimano in 2500 gli ammalati, ci pare sbagliata per difetto! Anche perché si può essere contaminati anche facendo la guardia ad un magazzino di munizioni! Leggete anche "La Nazione" di lunedì 25 maggio 2009 a pagina 4 dove si dice che i morti accertati sono 174 e gli ammalati 2535. Dall'articolo si capisce che la legge di aiuto agli ammalati abbia gravi lacune e non garantisca l'assistenza. Non ci meravigliamo. Soprattutto non leggete pagina 5 perché la notizia non merita quello spazio!

PER AVERE ALTRE INFORMAZIONI CLICCA SUL NUMERO 41 e poi FIRMA LA PETIZIONE trovando l'apposito spazio nella pagina principale.

Pezzi precedenti: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40 - 41 - 42 - 43 - 44 - 45 - 46 - 47 - 48 - 49 - 50 - 51 - 52 - 53 - 54 - 55

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