MONDO PICCINO

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09/03/2009 Informazione e crisi nel mondo

Di F. Allegri

Da tre anni molti siti internet ci hanno spiegato come sarebbe stata la crisi e non ci sono state predizioni sballate, al massimo qualche ritardo o qualche anticipo.

Anche il fallimento di General Motors che è tremendamente vicino era stato previsto da almeno un anno. E' mancato per ora solo il crollo dei fondi pensioni e quello delle carte di credito: su questo tema io mi ci sono soffermato sempre poco perché lo ritenevo secondario e comunque si tratta di settori finanziari in sofferenza.

Solo da due mesi le grandi TV ammettono la recessione e fanno, in apparenza, il loro dovere quotidiano, ma senza parlare del passato, senza andare a vedere cosa ha fatto la politica negli ultimi anni e senza analisi precise e lungimiranti. Anzi i grandi network parlano d'altro ogni volta che c'è una mezza scusa valida.

In realtà c'è un'ultima predizione dei siti internet da considerare, esporre e se possibile esorcizzare.

Secondo vari siti, di sinistra e di destra il mondo va verso il collasso definitivo della finanza americana, verso l'insolvenza: la cessazione dei pagamenti da parte del governo americano è ritenuta inevitabile ed è attesa per la prossima estate. Tutto queste considerazioni iniziarono a metà ottobre in Francia e furono diffuse da Europe 2020 che le ha ribadite anche ultimamente.

La notizia è molto diffusa e anche noi contribuiamo farlo senza temere le ire di Berlusconi verso i disfattisti. Lo facciamo esprimendo i nostri dubbi e le speranze, consci che il governo americano sta attuando alcune riforme condivisibili e anche i primi tagli di spesa non rinviabili, ma la recessione prosegue. Del resto quando parliamo di crisi siamo in buona compagnia, stiamo con il papa e il presidente della repubblica.

Ad estate secondo Europe 2020 avremo l'Amero o il new dollar e questo accadrebbe in un lungo fine settimana quando tutte le banche saranno chiuse. Sia chiaro che new dollar sarebbe sinonimo di disastro anche internazionale: a partire dalla Cina e dalle tigri asiatiche. Qualcuno potrebbe perdere il 90% dei suoi beni. Anche in questa fase grave della crisi l'Italia è poco esposta o meglio è esposta meno di altre nazioni, ma non si può dire mal comune, mezzo gaudio.

Fino ad oggi la Cina ha continuato a comprare i titoli di debito americano e ha anche ridotto la sua politica di industrializzazione, ma questo ancora non basta.

C'è una sinergia fra Washington e Pechino e ce n'è un'altra fra gli USA e gli esportatori di petrolio: solo questa realtà può scongiurare i tracolli; su questo si può sperare anche a luglio? Intanto dobbiamo affrontare questa settimana dopo i crolli dei giorni scorsi. Una concordia fra i paesi può limitare i danni e sfatare la triste profezia, poi servirebbero scelte politiche coraggiose e politici dotati di tale virtù.

Non continuiamo a negare l'evidenza: la crisi USA è immane e quella europea si aggrava.

Ogni male si vince con le cure non ignorandolo.

Poi siamo proprio così sicuri che l'Italia sia il paese con la crisi minore?

La borsa crolla anche oggi e il governo fa poco, veramente poco. Lavora come un governo che avesse deciso di passare la mano, magari dopo il voto europeo.

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Continua la raccolta di firme per la petizione sull'uranio impoverito (vedasi la pagina principale - colonna di destra). Al 28 febbraio le firme sono 79. Abbiamo avuto il sostegno dei verdi di Firenze e di un medico di Milano che sul tema tiene conferenze in tutta Italia. Alcuni volontari hanno mandato una news letter a varie associazione e blog on line che hanno risposto positivamente e presto si attiveranno per aiutarci. C'è BISOGNO DI TUTTI E' ANCHE UN MODO PER RIBADIRE L'OPZIONE PACIFISTA.

PER AVERE ALTRE INFORMAZIONI CLICCA SUL NUMERO 41 E FIRMA LA PETIZIONE

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