MONDO PICCINO

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11/02/2009 LA FINANZA INTERNAZIONALE RESTA MORENTE

Di Futuroieri

Noi lo capimmo la scorsa primavera, grazie ai molti contatti che abbiamo nel mondo e grazie agli articoli scritti da Nader e da altri critici della globalizzazione.

Questo scenario ci era stato presentato anche prima, nel 2006, quando si verificò la prima crisi dei mutui e tutto questo poteva essere ridimensionato e anche evitato.

Oggi è certo che la globalizzazione internazionale è morente e tutto lo sanno almeno dal 19 settembre del 2008. Certo stampa e TV continuano a disinformare e monipolare il pensiero, ma internet supplisce e ripara i loro danni.

Il crollo delle borse ha contagiato in questi ultimi mesi l'economia reale mondiale. Anche questo lo sapevano. C'entra qualcosa il piano Paulson da 700 miliardi di dollari e il relativo ente federale che ha acquistato i cosiddetti valori finanziari tossici? Secondo noi la risposta è sì!

Questo non causa solo i frequenti crolli dei listini borsistici. Non si era mai visto uno stanziamento simile. Il piano Marshall e la guerra al Vietnam costarono molto meno. Questa constatazione ci permette di sottolineare il fatto a noi noto che in tutto il mondo i politici e i potenti locali sguazzano negli introiti derivanti dalle tasse e per potere spendere queste cifre bastano poche ideologie infantili.

Il piano Paulson ha prolungato l'agonia della globalizzazione finanziaria e la morte resta fortemente probabile. Questo piano come detto non risana l'economia ma divide fra gli americani e sugli investitori internazionali le perdite speculative non esigibili.

Oggi è stato approvato il piano Obama con altri 800 miliardi. E la borsa di New York ha perso un altro 4%. Per gradire e nei prossimi giorni si rischia nuova inflazione ma soprattutto nuova stagflazione.

Un'eventuale super inflazione sarebbe speculativa, mentre la stagflazione sarebbe figlia del crollo dei consumi. Noi prevediamo questo secondo scenario.

Nader in dicembre ha parlato di capitalismo statale, certo nessuno invoca la mano invisibile o le virtù della liberalizzazioni che avrebbe dovuto distribuire la ricchezza. Lo rincorrerebbero con i bastoni, ma ognuno di noi dovrebbe interrogarsi a fondo anche su queste elargizioni mastodontiche.

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Continua la raccolta di firme per la petizione sull'uranio impoverito (vedasi la pagina principale - colonna di destra). Al 25 gennaio le firme sono 79. Abbiamo avuto il sostegno dei verdi di Firenze e di un medico di Milano che sul tema tiene conferenze in tutta Italia. Alcuni volontari hanno mandato una news letter a varie associazione e blog on line che hanno risposto positivamente e presto si attiveranno per aiutarci. C'è BISOGNO DI TUTTI E' ANCHE UN MODO PER RIBADIRE L'OPZIONE PACIFISTA.

ALTRE INFORMAZIONI

Nell'autunno del 2007 il ministro della difesa di quel periodo Arturo Parisi riferì al senato sul numero di soldati che si erano ammalati di cancro e che erano morti per aver inalato le polveri dei proiettili contaminate dall'uranio impoverito. Secondo Parisi dal 1996 al 2006 si ammalarono 255 militari e di questi 37 sono morti. Le cifre furono subito contestate e smentite anche all'interno del ministero della difesa dove si parlò di 2600 malati e di 173 morti.

Questa seconda cifra non terrebbe conto dei militari che si sono ammalati in Afganistan e per questo si ritiene che la gravità della malattia sarebbe maggiore. Infine non dimentichiamo che nessuno pensa alle vittime civili e a quegli uomini, donne e bambini che vivono nelle terre contaminate! Tra queste persone si troverebbe il maggior numero di malati.

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