CRITICA LOCALE
LA LETTERA DI RALPH NADER ( nostra esclusiva la versione italiana ) |
[20 Maggio 2011] Nell’Interesse Pubblico Rivitalizzare la AFL-CIO Di Ralph Nader Quando parla Harry Kelber, il 96enne difensore infaticabile del lavoro e direttore del The Labor Educator, i dirigente dell’AFL-CIO dovrebbero ascoltare. Un campione vigoroso dei diritti dei lavoratori semplici di fronte ai loro principali societari e ai loro capi dell’unione del lavoro, Kelber di recente ha completato una serie di 5 articoli titolali “Reasons Why the AFL-CIO Is Broken, Let Us Start a Debate on How to Fix It.” (http://www.laboreducator.org/broken.htm) La reazione: Silenzio dai capi dell’unione, dalle loro pubblicazioni e ai raduni dell’unione. Kelber, che opera fuori di un piccolo ufficio a New York City, è esperto delle unione, dei loro trionfi storici, delle loro deficienze contemporanee e del loro potenziale per decine di milioni di famiglie che lavorano, più di ogni altro nel paese. Nei decenni, nessuno ha scritto saggi più diffusi di questo difensore dei lavoratori onesto e sensibile che in modo forte e conciso spiegano le unioni, il movimento del lavoro e le leggi restrittive per chi lavora come la Taft-Hartley Act del 1947. In un periodo rischioso sia per gli americani disoccupati che lavoranti, in lotta con una recessione profonda, l’abbandono societario verso la Cina e altri regimi repressivi, e l’assalto virulento dei Repubblicani ai diritti del lavoro e del sostentamento, Kelber crede che l’AFL-CIO dovrebbe essere in prima linea. Al contrario, lo vede moribondo, accovacciato, con il controllo del potere e della borsa concentrati nelle mani di dirigenti di Federazione silenziosi come la Sfinge e di una piccola cricca di burocrati che guidano lo show. “Nell’AFL-CIO, la base non ha voce nell’elezione dei suoi dirigenti, perché solo i candidati della Vecchia Guardia possono essere ai ballottaggi”, scrive lui. Certamente, la AFL-CIO non riflette il vecchio adagio che quando “il gioco si fa duro, il duro inizia a giocare”. Essi rifuggono da ogni critica pubblica di Barack Obama il quale li trascura e/o umilia con le sue azioni. Mr Obama promise lavoro nel 2008, di premere per un salario minimo federale di $9,50 entro il 2011 e la Employee Free Choise Act, specialmente la “card check” e poi dimenticò tutti gli impegni. Non ha più parlato e non ha lottato con vigore per l’ispezione adeguata dell’OSHA e per i fondi per diminuire le decine di migliaia di incidenti annui legati al posto di lavoro. E' stato troppo impegnato a gestire i droni, a Kandahar e nelle lontane regioni del pantano delle nostre guerre non dichiarate. Nulla di Obama sembra irritare pubblicamente la AFL-CIO. In Febbraio, attraversò Lafayette Square dalla Casa Bianca con grande fanfara per visitare i suoi avversari pro-Repubblicani all’U.S. Chamber of Commerce declinando ancora di girare l’angolo e visitare la sede dell’AFL-CIO. Dove era l’obiezione pubblica della House of Labor? Prevenne il suo vice nella risposta all’invito della federazione del Lavoro dello stato del Wisconsin per parlare al più grande raduno di Madison contro l’arcinemico di chi protestava laggiù, il Governatore Repubblicano S. Walker. Biden, “uno da comunione” a modo suo, voleva andare ma i lavoratori politici della Casa Bianca dissero di NO. Ancora niente obiezione pubblica dai capi del Labor. Kelber descrive la mancanza di una strategia forte e spinta a livello nazionale e internazionale per occuparsi del gap crescente tra il ricco e il povero e della spedizione all’estero crescente sia dei lavori dei colletti blu che di quelli bianchi. Si lamenta del fallimento di AFL-CIO nello sviluppare “una relazione di lavoro con le nuove unioni globali che sfidano le imprese transnazionali e vincono alcuni accordi”. Nota pure che i grandi capi dell’AFL “hanno un’influenza minima alle conferenze mondiali del lavoro. Le frequentano raramente, persino quando essi sono invitati”. Lo spingere per salari più alti e per i diritti dei lavoratori nei paesi in via di sviluppo poveri, inclusa l'adozione dell’International Labor Organization (ILO) ha un grande merito ed è anche un modo utile per proteggere i lavoratori Americani. Kelber crede che sia ovvio “che la cooperazione USA con le unioni del lavoro di altri paesi con gli stessi datori di lavoro, sia il modo migliore di organizzare le mega multinazionali, ma la AFL-CIO ha speso poco tempo, denaro e risorse per costruire relazioni lavorative strette con le unioni di altri paesi. Che cosa trattiene il Presidente di AFL-CIO Richard Trumka? Un ex minatore di carbone, poi un difensore dei minatori e presidente dell’United MineWorkers, Mr. Trumka è stato alla Federation per più di un decennio. Egli conosce le politiche dell’AFL-CIO, fa grandi discorsi sul corporativismo incallito in tutto il paese, ed ha un sito web utile che dettaglia l’avarizia societaria. Sfortunatamente, parole a parte, lui non mette una vera forza audace dietro i bisogni dei lavoratori disperati dell’America. Egli può iniziare dallo scuotere la sua burocrazia e dal mettere in atto un manifesto d’emancipazione delle riforme democratiche interne alle unioni stesse ed esterne per il governo e i giganti societari. Esse vanno tutte insieme. Quando io chiesi a Harry Kelber se ci fosse qualche unione che lui ammirasse, nominò la California Nurses Association (CNA) che cresce veloce e la United Electrical Workers. Il direttore esecutivo della CNA Rose Ann DeMoro è nel Consiglio di AFL-CIO e ha sollecitato Mr Trumka ad essere più aggressivo. Ha assicurato il suo supporto crescente per una tassa sulla speculazione finanziaria a Wall Street che potrebbe portare più di $300 miliardi l’anno. Potrebbe pure portare se stessa e gli infermieri a un picchetto simbolico alla sede della Chamber of Commerce USA il mese prossimo. Il sempre fondamentale Kelber, tuttavia, vede un piano B se la AFL-CIO non cambierà. “I membri dell’unione dovrebbero mettersi a pensare di creare una federazione del lavoro nuova da cima a fondo”, sollecita, ricordando loro che negli anni trenta, il Committee of Industrial Organizations (CIO) si separò dall’American Federation of Labor (AFL) e andò ad “organizzare milioni di lavoratori nelle maggiori società come General Motors, General Electric U.S. Steel, Westinghouse, Hormel e altri”. La nuova federazione del lavoro, secondo lui, per i tempi di oggi sarebbe controllata dai membri e guidata dalle unioni locali e dai consigli del lavoro centrali che sono impazienti verso la leadership pigra dei loro presidenti dell’unione internazionale. Harry Kelber, voi compendiate il detto che “la sola verità in azione è l’erosione degli ideali di uno”. (visita il sito web di Harry Kelber www.laboreducator.org per avere qualche altro suo approfondimento). ---------------------------------------- Dite agli amici di visitare http://www.nader.org ed iscriversi allo scritto settimanale di R. Nader. Clicca proprio sul link che dice: Sign up for Ralph Nader’s ColumnTradotto da Franco Allegri il 10/10/2011 |
[May 20 2011] In the Public Interest Revitalizing the AFL-CIO
When Harry Kelber, the 96 year old relentless labor advocate and editor of The Labor Educator speaks, the leadership of the AFL-CIO should listen. A vigorous champion for the rights of rank-and-file workers vis-à-vis their corporate employers and their labor union leaders, Kelber has recently completed a series of five articles titled “Reasons Why the AFL-CIO Is Broken; Let Us Start a Debate on How to Fix It.” (http://www.laboreducator.org/broken.htm) The reaction: Silence from union leaders, their union publications and at union gatherings. Kelber, operating out of a tiny New York City office, knows more firsthand about unions, their historical triumphs, their contemporary deficiencies and their potential for tens of millions of working families than almost anyone in the country. Over the decades, no one has written more widely distributed pamphlets that cogently and concisely explain unions, the labor movement and anti-worker restrictive laws like the Taft-Hartley Act of 1947, than this honest, sensitive worker campaigner. At a perilous period for both working and unemployed Americans, facing deep recession, corporate abandonment to China and other repressive regimes, and the Republicans’ virulent assault on livelihoods and labor rights, Kelber believes that AFL-CIO should be on the ramparts. Instead, he sees it as moribund, hunkering down, with control of the power and purse concentrated in the hands of the silent and Sphinx-like Federation officers and the tiny clique of bureaucrats who run the show. “In the AFL-CIO, the rank-and-file have no voice in electing their officials, because only the candidates of the Old Guard can be on the ballot,” he writes. Certainly, the AFL-CIO is not reflecting the old adage that when “the going gets tough, the tough get going.” They recoil from any public criticism of Barack Obama, who disregards or and humiliates them by his actions. Mr. Obama promised labor in 2008 to press for a $9.50 federal minimum wage by 2011, and the Employee Free Choice Act, especially “card check,” and then forgot about both commitments. He has not spoken out and vigorously fought for an adequate OSHA inspection and enforcement budget to diminish the tens of thousands of workplace related fatalities every year. He’s been too busy managing drones, Kandahar and outlying regions of the quagmire of our undeclared wars. Nothing Obama does seems to publically rile the AFL-CIO. In February, he crossed Lafayette Square from the White House with great fanfare to visit his pro-Republican opponents at the U.S. Chamber of Commerce yet declined to go around the corner and visit the AFL-CIO headquarters. Where was the public objection from the House of Labor? He prevents his vice-president from responding to the Wisconsin state federation of Labor’s invitation to address the biggest rally in Madison, Wisconsin protesting labor’s arch enemy, Republican Governor Scott Walker. Biden, a self-styled “union guy”, wanted to go but the political operatives in the White House said NO. Still no public objection from Labor’s leaders. Kelber describes the lack of a strong, funded national and international strategy to deal with the growing gap between rich and poor and the expanding shipment of both blue and white collar jobs abroad. He laments AFL-CIO’s failure to develop a “working relation with the new global unions that are challenging transnational corporations and winning some agreements.” He also notes that the AFL’s top leaders “have minimal influence at world labor conferences. They rarely attend them, even when they are invited.” Pushing for higher wages and worker rights in the poorer developing countries, including the adoption of International Labor Organization (ILO) standards has great merit and is also a constructive way to also protect American workers. Kelber believes it is obvious “that U.S. cooperation with labor unions from other countries with the same employer is the best way to organize giant multinationals, but the AFL-CIO has spent little time, money and resources in building close working relations with unions from abroad.” What is restraining AFL-CIO’s President Richard Trumka? A former coal miner, then a coal miners’ lawyer, and president of the United Mine Workers, Mr. Trumka has been at the Federation for over a decade. He knows the politics of the AFL-CIO, makes great speeches about callous corporatism around the country, and has a useful website detailing corporate greed. Unfortunately, words aside, he is not putting real, bold muscle behind the needs of America’s desperate workers. He can start by shaking up his bureaucracy and put forth an emancipation manifesto of democratic reforms internal to the unions themselves and external to the government and the corporate giants. They all go together. When I asked Harry Kelber whether there were any unions he admires, he named the fast-growing California Nurses Association (CNA) and the United Electrical Workers. CNA’s executive director Rose Ann DeMoro is on the AFL-CIO Board and has urged Mr. Trumka to be more aggressive. She has secured his stepped-up support for a Wall Street financial speculation tax that could bring in over $300 billion a year. She may even join her and the nurses in a symbolic picketing of the U.S. Chamber of Commerce headquarters next month. The ever fundamental Kelber, however, sees a plan B if the AFL-CIO does not change. “Union members should be thinking about creating a new bottoms-up labor federation,” he urges, reminding them that in the nineteen thirties, the Committee of Industrial Organizations (CIO) seceded from the American Federation of Labor (AFL) and went on “to organize millions of workers in such major corporations as General Motors, General Electric, U.S. Steel, Westinghouse, Hormel and others.” The new labor federation, he envisions, for today’s times would be controlled by the membership and led by local unions and central labor councils that are impatient with the sluggish leadership of their international union presidents. Harry Kelber, you epitomize the saying that “the only true aging is the erosion of one’s ideals.” (Visit Harry Kelber’s website www.laboreducator.org for more of his insights.) ---------------------------------------- Tell your friends to visit http://www.nader.org/ and sign up for Ralph Nader’s weekly column. Just click on the link that says: Sign up for Ralph Nader’s Column |
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SOMMARIO DELLE ULTIME LETTERE:
207 - Finitela con la Piaga della Mina Anti Uomo (e con le Bombe a Grappolo)
206 - Dalla Carità alla Giustizia (Nader incontra i miliardari filantropi americani)
205 - Piccola Stampa e Idee alte in USA (forme elevate di impegno politico)
204 - Le Osservazioni di Ralph Nader nel 25° anniversario della fusione nucleare a Chernobyl, Ucraina.
203 - Spogliare l’America in modo non patriottico (i danni della globalizzazione in USA - sanità, armamenti, energia)
202 - Aspettando la Scintilla (dalle lotte di Madison in Wisconsin al 18 aprile - il Tax Day)
201 - Considerare i progressisti come ovvi (secondo pezzo contro Andrew Cuomo e la politica dello stato di New York)
200 - La Follia della Marcia di Obama (dal nucleare alla guerra di Libia)
199 - Incubo nucleare (subito dopo il disastro in Giappone)
198 - PBS-NPR sono inclinate a destra (il sistema radio televisivo pubblico in USA)
197 - La svendita dei diritti dei bambini danneggiati (nello stato di New York)
196 - ‘Furiosi come l’Inferno’ a Madison
195 - L’ora Di Rovesciare i Dittatori Multinazionali (lotte sociali in USA)
194 - Le Istituzioni Civiche Essenziali per la Rivoluzione dell’Egitto
193 - “Il Tempo per la Democrazia in Egitto”
192 - Lettera Aperta al Presidente Obama sui diritti di voto nel distretto di Columbia (a partire dall'Egitto)
191 - L'abuso di antibiotici in USA
190 - L’azzardo di King (sindacati in USA)
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Le lettere di Nader sono pubblicate anche su Empolitica.com!
Tra i molti scritti precedenti segnalo quello sulle multinazionali e le profezie di Ross Perot.
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