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Il lievito

Dal Vangelo di Matteo Capitolo 13, Versetti 33
br> Egli disse loro un'altra parabola: "Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prende ed impasta con tre misure di farina finché tutta la pasta sia lievitata".


Esegesi parabola - Matteo

Perché Gesù insiste con gli esempi e le similitudini sul regno dei cieli? Perché tanta persistente ostinazione? Perché in realtà, quando parla del regno di Dio o dei cieli, Gesù parla di sé, del significato e delle conseguenze della Sua venuta nel mondo, delle promesse e dell'eredità lasciate a coloro che decidono di seguirlo sulla strada verso il "Regno". Il lievito, la perla, il granello di senape sono immagini con le quali viene identificato il Regno dei cieli. Che cosa le accomuna? Sono tutte piccole, si possono nascondere, possono crescere loro stesse o far crescere, arricchire ciò che le racchiude.

Una donna prende e impasta il pane è fatto con il lievito naturale, un lievito che non a caso la tradizione chiama "pasta madre", generatrice, nutrice di nuovo lievito e di nuovo pane: un pezzo della pasta cruda e fermentata dei giorni precedenti fa lievitare tutta la massa di farina nuova, alla quale comunica il suo sapore; per questo prezioso potere produttivo, la "pasta madre" veniva conservata gelosamente, tramandata di generazione in generazione e mantenuta in vita con opportuni rinfreschi, che si dovevano ripetere quotidianamente producendo nuovo pane: "dacci oggi il nostro pane quotidiano", rigeneraci quotidianamente! Il lievito è una sostanza vivente, una piccola quantità cambia il "destino" di un impasto fatto di semplice acqua e farina: la pasta cresce, cambia, gonfia e diventa un vero pane.

Nella parabola, il minuscolo pezzo di lievito è nascosto e mescolato in un'enorme quantità di farina. Tre misure di farina, in greco "sata", rappresentano circa trenta chili! E tre misure di farina sono anche la quantità di farina usata Sara, moglie di Abramo, per preparare il pane da offrire ai tre messaggeri del Signore, quando giungono in visita all'improvviso.
(Gn 18,6).

Tre misure di farina, che diventeranno più di quaranta chili di pane, accennano alla festa e al banchetto finale. Così ne parla il profeta Isaia: "Il Signore degli eserciti preparerà per tutti i popoli su questo monte un convito di cibi succulenti, un convito di vini vecchi, di cibi pieni di midollo, di vini vecchi raffinati".
(Isaia 25, 9)

Il pane, lievitato miracolosamente, non promette l'avvento del Regno dei cieli in un futuro che non vedremo, ma nel quotidiano: esso è vitale, presente accanto a noi ogni giorno nella persona di Gesù. Ecco perché Gesù incoraggia gli Apostoli a non temere di affrontare il mondo: anche se ora loro sono ancora pochi, con il Suo aiuto, la Parola si diffonderà fino ai confini della terra. Come il lievito fa crescere l'impasto penetrando in esso, diffondendosi e amalgamandosi con gli altri ingredienti, allo stesso modo il Verbo, cioè il Figlio di Dio, si estenderà nella Chiesa, e oltre, attraverso l'annuncio dei Suoi seguaci.

Nell'Antico Testamento il lievito raffigura anche il peccato, che "fermentando" contamina gli uomini; qui, nella parabola del lievito riportata da Matteo, simboleggia invece l'annuncio evangelico; non a caso Gesù stesso invita i suoi discepoli a evitare il lievito dei farisei e sadducei (Mt 16,1), un concetto ribadito con significato analogo anche da San Paolo.
(1 Cor 5,6-8).

Il lievito in questa parabola raffigura la forza fermentante che viene dall'esterno dell'impasto, che viene dall'alto, da Dio direttamente, a ribadire che la diffusione del Regno è opera di Dio: al discepolo spetta solo il compito di accettare questo "pane quotidiano" e collaborare all'annuncio del Regno.

Il lievito - Luca

Dal Vangelo di Luca Capitolo 13, Versetti 20-21

E ancora: "A che cosa rassomiglierò il regno di Dio? È simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata".