Vedova e giudice


Parabola: La vedova e il giudice ingiusto

Monastero Perseverare nella preghiera
La parabola della vedova e del giudice iniquo, illustra l'importanza della perseveranza nella preghiera.

Nomi comuni della parabola:
* Parabola del giudice ingiusto.
* Parabola della vedova insistente.
* Parabola del giudice ingiusto.

Sommario:
- Luca 18,2-8
- Esegesi parabola Luca

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La vedova insistente e il giudice ingiusto - Vangelo Luca

Dal Vangelo di Luca Capitolo 18, Versetti 2,8

Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: "In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: "Fammi giustizia contro il mio avversario". Per un po' di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: "Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi". E il Signore soggiunse: "Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?".

Esegesi parabola del Giudice ingiusto Lc [18,2-8]

La parabola riguarda la prescrizione di pregare sempre, senza stancarsi mai, e l'importanza di una preghiera perseverante soprattutto nei momenti di pericolo e nelle afflizioni, nelle quali si troveranno esposti i giusti specialmente negli ultimi tempi. La vedova, così come l'orfano, è spesso presente nelle Sacre Scritture come simbolo di creatura debole, senza protezione, abbandonata all'ingiustizia e alla violenza dei potenti.

Nella parabola di Luca una vedova, che si stava recando dall'autorità per chiedere di farle giustizia contro un suo avversario, si imbatte in questo giudice che non temeva Dio, né aveva riguardo per alcuno: probabilmente era un pagano, uno scettico senza coscienza, senza morale, che nulla rispettava; ma la vedova non si stanca di pretendere la giustizia che le spetta. Per un po' di tempo egli non volle cedere alle continue richieste, ma dopo tanta insistenza, poiché questa vedova lo stava davvero infastidendo, le fa giustizia pur di non vederla continuamente tornare a importunarlo.

Evidentemente la tenace perseveranza di quella donna, nel presentarglisi innanzi ogni qualvolta egli sedeva in tribunale, lo irritò e lo sfiancò al punto che alla fine egli cedette unicamente per liberarsi di quella molestia. E Gesù, nel dare spiegazione della reazione di questo giudice iniquo, vinto dalla pedante insistenza di una povera vedova, chiede provocatoriamente se, a maggior ragione, Dio nella Sua Santità non si lascerebbe commuovere dalla preghiera perseverante dei Suoi fedeli che Gli chiedono insistentemente giustizia per essere liberati dai loro nemici.

Potrà Dio essere lento a soccorrerli nei pericoli in cui si trovano? Al momento opportuno, senza alcun indugio, Dio farà giustizia; per questo i giusti, nel tempo della persecuzione, desidereranno che venga il giorno del Signore e lo affretteranno con le loro preghiere; ma purtroppo saranno in pochi, perché gran parte degli uomini saranno occupati sulle loro faccende terrene, e non penseranno certo a Dio.

Gesù aveva posto la questione già ai suoi discepoli: quando verrà il Figlio dell'uomo, voi credete che troverà sopra la terra ancora la fede viva che rende perseverante ed efficace la preghiera? Ossia, troverà coloro che avranno il coraggio di sperare, di avere pazienza, anche se Dio tarderà nel fare ciò che gli chiediamo? La domanda è retorica perché è chiaro che la risposta non potrà che essere negativa.

È la seconda volta che Luca riporta parole di Gesù rivolte all'insegnamento della preghiera. La prima volta Gesù proclama il "Padre Nostro". (Lc 11,1-13) e, per mezzo di paragoni e parabole, ci suggerisce a pregare con insistenza, senza stancarci.

La raccomandazione di pregare senza stancarsi, appare molte volte nel Nuovo Testamento (1 Tes 5,17; Rm 12,12; Ef 6,18; ecc) ed è argomento centrale anche in questa parabola: pregate senza interruzione, fate le vostre richieste a Dio con l'orazione di richiesta, ma anche con la preghiera di ringraziamento, nella certezza che, al momento ritenuto opportuno da Dio per il vostro bene, sarete sicuramente esauditi; non angustiatevi in nulla, ma in ogni necessità, con la supplica e con la preghiera di ringraziamento, manifestate le vostre richieste a Dio, che è al di sopra di ogni preoccupazione umana.

Chiedete però con fede, senza esitazioni, altrimenti la supplica assomiglierà a un'onda del mare spinta e sbattuta dal vento, invece che a una barca condotta con coraggio, anche controcorrente, verso la metà predestinata.