Evangelista Giovanni
San Giovanni Biografia e vita
L'Apostolo ed Evangelista San Giovanni, era figlio di una certa Salome e di Zebedeo, pescatore del lago Di Galilea. Aveva per fratello San Giacomo Maggiore e con lui esercitava il mestiere del padre. Tutto fa credere che la sua famiglia avesse una certa agiatezza, poiché il padre Zebedeo aveva al suo servizio alcuni garzoni, e la madre Salome era una di quelle pie donne che seguivano Gesù nei suoi viaggi e lo aiutavano colle loro sostanze provvedendolo di quanto gli abbisognava.
Discepolo del Battista, quando senti il suo maestro chiamare Gesù "agnello di Dio", volle andare dietro di lui per sapere dove abitava. Mentre un giorno con il fratello Giacomo stava rassettando le reti su di una barca, Gesù li chiamò entrambi all'Apostolato: ed essi lasciato il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni, lo seguirono. Da questo momento Giovanni non abbandonò più il suo nuovo Maestro, ma gli fu compagno durante il suo pubblico ministero nella Galilea, nella Giudea, fino alla sua crocifissione sul Calvario.
Egli divenne uno dei discepoli prediletti e Gesù lo volle testimone della risurrezione della figlia di Giairo, della sua trasfigurazione e della sua agonia nell'orto di Getsemani, lo incaricò assieme a Pietro della preparazione della cena pasquale, gli permise di deporre il capo sul suo petto e a lui, prima di morire, lasciò in eredità sua madre Maria Santissima.
Pieno di amore e di zelo per Gesù meritò di essere chiamato figlio del tuono. Dopo l'Ascensione di Gesù, egli rimase per qualche tempo a Gerusalemme e con San Pietro ebbe le prime parti nella Chiesa Gerosolimitana. Fu presente al miracolo operato dal Principe degli Apostoli sullo storpio, che stava seduto alla porta del tempio, e con lo stesso Pietro fu imprigionato e molto ebbe a soffrire da parte dei Giudei.
Più tardi andò con San Pietro nella Samaria per condurre a termine l'opera di evangelizzazione cominciata dal Diacono Filippo e impartire ai nuovi convertiti lo Spirito Santo. Nel secondo viaggio fatto da Paolo a Gerusalemme, egli si trovava in questa città. Negli ultimi anni di sua vita, per motivo della fede cristiana, fu esiliato.
San Giovanni nell'isola di Patmos, dove ebbe le visioni dell'Apocalisse. Liberato dall'esilio, esercitò una supremazia sulle Chiese dell'Asia Minore.
Verso il fine della sua vita San Giovanni fu mandato a Roma, e qui, per testimonianza di Tertulliano fu immerso nell'olio bollente, ma non ebbe nulla a soffrire. In seguito fu mandato in esilio nell'isola di Patmos presso Efeso, e qui scrisse l'Apocalisse. Liberato dall'esilio, tornò a Efeso, dove morì nei primi anni dell'impero di Traiano.
L'esame del libro conferma pienamente i dati della tradizione. L'autore mostra in modo chiaro di essere un Giudeo, benché scriva in greco, il suo vocabolario, la sua grammatica e la sua sintassi risentono molto dell'aramaico. D'altra parte Lui conosce con esattezza tutti gli usi e i costumi Giudaici, e possiede esatte nozioni geografiche e topografiche sia della Palestina sia di Gerusalemme.
Dopo aver affermato che Gesù fece molti altri prodigi che non sono registrati nel libro che egli ha scritto, soggiunge: Queste cose sono state scritte, affinché crediate che Gesù è il Cristo Figlio di Dio, e credendo abbiate la vita nel suo nome. San Giovanni nello scrivere il suo Vangelo, si propose di confermare i suoi lettori nella fede della Messianità e della Divinità di Gesù Cristo. A questo scopo mirano tutte le pagine del suo libro, infatti, fin dal prologo, egli presenta Gesù Cristo come il Verbo e il Figlio unico di Dio.
Secondo antichi scrittori San Giovanni ha voluto completare la narrazione dei tre Sinottici, scrivendo "un Vangelo spirituale", ossia mettendo in speciale rilievo, quanto si riferiva all'intima natura di Gesù Cristo.
San Giovanni scrisse il suo Vangelo dopo esser tornato dall'esilio di Patmos, il che porta verso l'anno 96.
I destinatari del quarto vangelo non sono i Giudei e neppure i Cristiani della prima generazione. L'Evangelista nel suo libro si rivolge a cristiani adulti che già conoscono gli elementi della dottrina insegnata dal Salvatore, e hanno solo bisogno di essere confermati nella fede contro le false dottrine sparse dagli eretici.
Le narrazioni di Giovanni non sono storia propriamente, ma una mistica contemplazione del Vangelo; i discorsi contenuti nel suo Vangelo sono meditazioni teologiche per dare gloria al Verbo incarnato. D'altra parte è d'uopo ricordare che anche i Sinottici presentano Gesù Cristo come vero Dio e vero figlio di Dio, al quale spetta il potere di rimettere i peccati, che è superiore a Giona e d a Salomone, e non è per nulla tenuto a pagare il tributo, perché figlio del Re, e che è sì grande che nessuno può conoscerlo se non il Padre, mentre a sua volta Egli solo conosce il Padre, ecc. Da ciò si deduce che fra i tre primi Vangeli e il quarto non vi può essere divergenza sostanziale nella dottrina.
San Giovanni Indice Parabole
- Il buon pastore
- La vite e i tralci