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Parabola del re che va in guerra

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Il re che va in guerra

Dal Vangelo di Luca Capitolo 14, Versetti 31-33

Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio.

Esegesi parabola Luca

Con questo passo ha termine il Capitolo 14 del Vangelo di Luca, attraverso il quale Gesù continua il suo insegnamento parlando delle scelte di fronte alle quali si trova il discepolo che vuole seguirlo.

Luca ci descrive Gesù per strada, mentre sta dirigendosi verso Gerusalemme. Molta gente andava con lui e Gesù, rivolgendosi a chi lo vorrebbe seguire, spiega che essere suoi discepoli è una scelta radicale, senza compromessi. Infatti essere discepoli di Gesù esige grandi sacrifici, perciò è necessario ponderare bene ciò che Egli vuole dai suoi seguaci, e armarsi di grande fortezza per non cadere nella tentazione, poiché sarebbe biasimevole tornare indietro dopo aver cominciato a seguirlo.

Gesù insegna questa verità con la parabola del re guerriero e si sofferma a sottolineare quanto sia importante pensare e riflettere ponderatamente prima di agire. Tuttavia occorre considerare che ciò che è impossibile alle nostre forze, è possibile alla grazia di Dio.

Il re che medita di fare guerra al suo nemico raffigura il combattimento che dobbiamo sostenere contro il demonio, contro il mondo, e contro noi stessi nelle tentazioni e nei desideri della carne. Ogni cristiano deve essere pronto a rinunciare effettivamente a tutto ciò che gli è di ostacolo per ottenere l'eterna salute.

Ogni cristiano, se vuole essere realmente discepolo di Gesù, deve riflettere prima di iniziare. Infatti la parabola ha lo scopo di sottolineare tutta la serietà della vocazione cristiana. Sono degli inviti a riconoscere che la realtà cristiana è una cosa seria, che occorre essere pronti a mettere tutto in gioco anche la propria vita e i propri beni, per vivere pienamente tale scelta.

Diversamente si rischia di restare dei "tiepidi" e di fallire miseramente la propria missione; dice il Signore: "Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca.

Tu dici: "Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla", ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista.