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Nato il 17 Agosto 1941 a Monaco, Fritz Wepper sente scoccare la scintilla dell'attore a nove anni: «Mi portarono al Prinzregententheater di Monaco a vedere vidi l'opera di Albert Lortzing "Zar und Zimmermann". Capii che quello poteva essere il mio mondo. A undici anni, nel 1952, ebbi il mio primo ruolo in "Peter Pan"». Fritz Wepper debutta nel cinema nel 1959 con «Il Ponte» un film ambientato nella Germania della Seconda Guerra Mondiale nel quale lattore interpreta il capo di sette giovani diciassettenni chiamati a combattere nellultimo giorno della guerra, nellAprile del '45. La pellicola propone limmagine di una guerra devastante e folle in cui alla fine il giovane soldato resterà solo, unico sopravvissuto di quello sparuto manipolo, disilluso e consapevole dellinsensatezza della guerra. Il secondo successo cinematografico di Fritz Wepper fu «Kennwort: Reiher» [Parola d'ordine: Airone] del 1964 sceneggiato da Herbert Reinecker sulla base di un romanzo di Charles Morgan ambientato in Belgio nel 1943. Quattro anni più tardi comincia ad interpretare Harry Klein in «Der Kommissar». Il suo ruolo era quello del conoscitore dellambiente giovanile, in grado di infiltrarsi disinvoltamente negli ambienti hippie della Monaco anni Settanta. Era, inoltre, il più giovane della squadra. Nel 1971 partecipò a «Cabaret», il film Oscar di Bob Fosse con Liza Minnelli basato sulla commedia musicale di John van Druten. Fritz Wepper racconta che fu chiamato da Fosse a Monaco ed invitato al casting una settimana prima dellinizio delle riprese. Senza aver bene inteso di che ruolo si sarebbe trattato, né di quale titolo avrebbe avuto il film, lattore accettò. Il successo che riportò «Cabaret» fu tanto che da oltreoceano Wepper ricevette offerte teatrali per un musical a Broadway cui rinunciò a causa del contratto che lo legava a Helmut Ringelmann fino alla fine del 1972 per «Der Kommissar». «È un capitolo amaro. Avevo girato quel film con Liza Minnelli e già sentivo il profumo dell'Oscar. Mi fu impedito di recarmi alla cerimonia perchè stavamo girando "Der Kommissar". Qualche tempo dopo un agente di Broadway mi contattò e quando gli spiegai che avevo degli impegni in Germania mi disse "Ok, forget it, Fritz", lasciamo perdere. Ero appena trentenne e questo per me fu un duro colpo». Inoltre era già allo studio «Das Revier», cioè «Derrick», la nuova produzione scritta da Herbert Reinecker che lo avrebbe visto nuovamente co-protagonista dal 1973.
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Fritz Wepper in «Cabaret». | ||||
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Dopo «Derrick» Fritz Wepper ha realizzato diversi film per la televisione ed la serie dal titolo "Um Himmels Willen" (in Italia trasmessa da Raiuno con il titolo "Un ciclone in convento") prodotta da Neue Deutsche Film per l'ARD. Protagonisti del telefilm sono Jutta Speidel, nel ruolo di sorella Lotte Albers, e Fritz Wepper nei panni di Wolfgang Wöller, sindaco di Kaltenthal. Lei, briosa ed energica suora, lui politico corrotto e trafficone che vuole trasformare l'antico convento in un moderno centro congressi. Sul set di "Un ciclone in convento" lo ha voluto il regista Ulrich Stark e quando lo ha proposto alla produttrice della serie, Claudia Sihler, lei non ha avuto dubbi: il talento e lo humor di Wepper le ricordavano per molti aspetti quello di Walther Matthau. Un remake made in Germany di “Sister Act” o piuttosto un'edizione rivista e corretta dei più classici eroi di Giovannino Guareschi Peppone e don Camillo? L’autore della serie, Michael Baier, racconta: “Nei miei ricordi di gioventù ci sono senz’altro i film di don Camillo e Peppone che a quel tempo sdrammatizzavano con la comicità il duello tra politica e religione. In un certo senso ho cercato di trasportare quella stessa idea ai giorni nostri. Questa volta il duello è tra uomo e donna, tra l’integrità di Lotte e la corruzione di Wöller”. Jutta Speidel e Fritz Wepper in "Un ciclone in convento". (Foto ARD/Barbara Bauriedl)
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