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Se già dal 1975 «Derrick» era stato esportato prima in Olanda e poi in Ungheria e Polonia, in Italia la serie arriva solamente nel 1979 scoperta da Piero Castellano, funzionario RAI incaricato degli acquisti. La prima "serie" fu una sorta di esperimento: scegliendo tra i cinquanta episodi che fino ad allora erano già stati proposti dalla ZDF, furono selezionati nove casi. La lavorazione prese il titolo di «Nove casi per lIspettore Derrick». Giovedì 11 Gennaio 1979 alle 20,30 sulla Rete 2 apparve il primo episodio dal titolo "Supercolpo". A seguire, in ordine, furono trasmesse: "Il campione", "L'uomo di Portofino", "Un conto aperto", "Madera", "Una notte d'ottobre", "Paura", "Festa a bordo" e "Morte di un trombettista". Anche in Italia Derrick non raccolse immediatamente i frutti del successo. Le critiche più dure vennero dalla penna di Ugo Buzzolan che su "La Stampa" non riconobbe allispettore tedesco alcun merito. Sulle pagine del quotidiano torinese, il 12 gennaio il critico televisivo recensiva la novità sottolineando linsolita presentazione che il TV Radiocorriere aveva riservato a Derrick. Il 2 Marzo 1979 ancora Buzzolan a proposito della serata precedente in cui la Rete 2 aveva proposto "Festa a bordo" scriveva: «In alternativa alla rivista cera il modesto ciclo tedesco Nove casi per lispettore Derrick: veramente modesto». Anche Arturo Lanocita sulle colonne de "Il Giornale" non si espresse favorevolmente. Scriveva: «[...] Esaurito il decorativo telefilm francese ["Sam e Sally"], sopraggiunge, sulla Rete 2, da iersera, un poliziesco tedesco; restiamo nella Comunità europea. Il titolo promette Nove casi per lispettore Derrick; uno alla settimana, due mesi. [...] Di solito importavamo polizieschi inglesi o americani; ora ecco i tedeschi. Come se ci rifornissimo di arance in Norvegia o di banane in Groenlandia. [...]». Di parere diverso "Il Corriere della Sera" che per lesordio della serie titolò "Comincia una serie con attori famosi" anticipando i cast degli episodi dai quali emergevano i nomi di Horst Buchholz (in "Supercolpo"), di Amedeo Nazzari (in "Luomo di Portofino"), Curd Jürgens (in "Madera"). Il meno famoso era, paradossalmente, il protagonista Horst Tappert. Con la terza stagione del telefilm, in onda nell'inverno del 1981, la seconda rete Rai decise di collocare le puntate nel preserale, alle 18.40 e per questo motivo chiese di contenere la durata di ogni puntata a soli 50 minuti. Ricorda Bruno Alessandro: «La rete ci chiese di fornire loro gli episodi doppiati entro il limite della durata prevista e toccò all'allora direttore di doppiaggio Renato Cominetti operare questo intervento. Gli episodi non furono lavorati integralmente, ma solo nel formato da 49 o 50 minuti. A causa dei tagli operati fu anche necessario "aggiustare" qua e là qualche dialogo per consentire ai telespettatori di non perdere il filo della storia». I
titoli incriminati sono: |
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Horst
Tappert in una foto del 1976 (Foto archivio G. Petronaci). |
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Lispettore tedesco per ora fa cilecca Ieri è stato dato lavvio e con una certa solennità, bisogna dire, cioè con anteprima per la critica, il che per questo genere non avviene quasi mai ad una serie di telefilm di produzione tedesca Nove casi per lispettore Derrick. Ci si aspettava chissà cosa e invece è stata una delusione. Intanto per cominciare, il Radiocorriere, guida preziosa e attenta ai programmi televisivi, ha spinto il suo zelo di informazione sino al punto di raccontare per filo e per segno tutta la storia e di svelare il finale indicando il colpevole criminale nel fratello del direttore della banca e il cervello della banda in un ex professore di matematica. Chi leggeva il pezzo, chiaro e ben fatto, poteva astenersi dal guardare il telefilm. E non avrebbe perso niente. I tedeschi stavolta si sono mossi in ritardo. Hanno voluto cimentarsi nel personaggio sfruttatissimo dellinvestigatore alla buona e di aspetto dimesso. Ma questo Derrick, almeno allesordio, è apparso soprattutto scialbo: un anzianotto con i capelli lucidi di brillantina tagliati corti e tirati sulle tempie, sfumatura alta, faccia tonda e rossa, orecchie paonazze: un attore estremamente parco di espressioni, ossia immobile dal principio alla fine. Il tenente Colombo non lo assumerebbe neanche come sotto-aiutante. Tardi per il tipo alla buona e tardi per il colpo grosso in banca. A quanti clamorosi colpi in banca abbiamo assistito in cinema, firmati da registi illustri? Il regista che sta dietro allimpalato ispettore non è illustre e non è nemmeno molto abile. La tensione è moderata, la lentezza diffusa. E la sceneggiatura inciampa in grosse ingenuità. La banda, già tenuta docchio dalla polizia, arruola un nano per introdurlo in uno stretto passaggio: e il nano arriva alla stazione accolto con tutti gli onori, scortato dai furfanti e ammirato dalla folla che gli fa ala. E lispettore Derrick dovè? Ronfa? Tra laltro, curiosamente, per una coincidenza certo non voluta, il nano e lispettore si assomigliano, il primo pare il fratello un po bassino del secondo... Alla fine purtroppo non si sfugge allesplosione di pazzia dellex professore (Horst Buchholz) che ulula e sghignazza pietosamente in un sotterraneo. Le puntate, come il titolo del ciclo minacciosamente indica, dovrebbero essere nove. Se le altre otto sono come questa la Rai, comprando in Germania, ha fatto veramente un cattivo affare. Derrick nell'episodio "Fiori di campo". (Screenshot ZDF)
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