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Prologo di un successo.
Nome in codice: Das Revier.
Inverted Novel.
La storia di Derrick.
La scelta del nome.
Il supervisore.
Cronaca di un successo.
Il cartoon.
Il mio nome è Derrick.
Assalto al treno.
Un ispettore in carriera.
Il cardinale.
Un eroe in quattro terzi.
Il segreto di Derrick.
La sindrome di Tappert.
Il secondo uomo.
La carriera di Fritz.
La carriera di Harry.
Orme di piccoli piedi.
Due amanti per Harry.
La seconda vita di Fritz.
L'autore di Derrick.
Bundesfilmpreise.
Il dottor Traut.
Il produttore di Derrick.
Una famiglia in giallo.
Atmosfere musicali.
Sonata di morte.
Il suono dell'orchestra.
Direttori a confronto.
Le tracce di Derrick in Italia.
Illustri fans.
Celebri detrattori.
Italiani veri e finti.
Il testimone oculare.
La voce di Derrick.
Il restauro di Derrick.
L'ufficio di Derrick.
Qui Squadra Omicidi.
Fedeltà nei dettagli.
Dove abita, ispettore?
Le donne di Derrick.
Derrick ha acciuffato una donna!
L'auto di servizio.
Derrick comics.
La biblioteca di Derrick.
La mediateca di Derrick.
Il Catalogo.

 

Se già dal 1975 «Derrick» era stato esportato prima in Olanda e poi in Ungheria e Polonia, in Italia la serie arriva solamente nel 1979 scoperta da Piero Castellano, funzionario RAI incaricato degli acquisti.

La prima "serie" fu una sorta di esperimento: scegliendo tra i cinquanta episodi che fino ad allora erano già stati proposti dalla ZDF, furono selezionati nove casi. La lavorazione prese il titolo di «Nove casi per l’Ispettore Derrick». Giovedì 11 Gennaio 1979 alle 20,30 sulla Rete 2 apparve il primo episodio dal titolo "Supercolpo".

A seguire, in ordine, furono trasmesse: "Il campione", "L'uomo di Portofino", "Un conto aperto", "Madera", "Una notte d'ottobre", "Paura", "Festa a bordo" e "Morte di un trombettista".

Anche in Italia Derrick non raccolse immediatamente i frutti del successo. Le critiche più dure vennero dalla penna di Ugo Buzzolan che – su "La Stampa" – non riconobbe all’ispettore tedesco alcun merito. Sulle pagine del quotidiano torinese, il 12 gennaio il critico televisivo recensiva la novità sottolineando l’insolita presentazione che il TV Radiocorriere aveva riservato a Derrick. Il 2 Marzo 1979 ancora Buzzolan – a proposito della serata precedente in cui la Rete 2 aveva proposto "Festa a bordo" – scriveva: «In alternativa alla rivista c’era il modesto ciclo tedesco Nove casi per l’ispettore Derrick: veramente modesto».

Anche Arturo Lanocita sulle colonne de "Il Giornale" non si espresse favorevolmente. Scriveva: «[...] Esaurito il decorativo telefilm francese ["Sam e Sally"], sopraggiunge, sulla Rete 2, da iersera, un poliziesco tedesco; restiamo nella Comunità europea. Il titolo promette Nove casi per l’ispettore Derrick; uno alla settimana, due mesi. [...] Di solito importavamo polizieschi inglesi o americani; ora ecco i tedeschi. Come se ci rifornissimo di arance in Norvegia o di banane in Groenlandia. [...]».

Di parere diverso "Il Corriere della Sera" che per l’esordio della serie titolò "Comincia una serie con attori famosi" anticipando i cast degli episodi dai quali emergevano i nomi di Horst Buchholz (in "Supercolpo"), di Amedeo Nazzari (in "L’uomo di Portofino"), Curd Jürgens (in "Madera"). Il meno famoso era, paradossalmente, il protagonista Horst Tappert.

Con la terza stagione del telefilm, in onda nell'inverno del 1981, la seconda rete Rai decise di collocare le puntate nel preserale, alle 18.40 e per questo motivo chiese di contenere la durata di ogni puntata a soli 50 minuti.

Ricorda Bruno Alessandro: «La rete ci chiese di fornire loro gli episodi doppiati entro il limite della durata prevista e toccò all'allora direttore di doppiaggio Renato Cominetti operare questo intervento. Gli episodi non furono lavorati integralmente, ma solo nel formato da 49 o 50 minuti. A causa dei tagli operati fu anche necessario "aggiustare" qua e là qualche dialogo per consentire ai telespettatori di non perdere il filo della storia».

I titoli incriminati sono:
Una forte inquietante personalità
In una fattoria
Anna, cara Anna
Una candela per l'assassino
I secondi perduti
La figlia di Stein
Pricker
Attentato a Bruno
L'informatore
Un'imboscata
La terza vittima
Morte di un fan
Via Bangkok
La decisione
La morte cerca abbonati
Morte di uno strozzino
Il padre di Lissa
In tre col morto
Una valigia da Salisburgo
Il ritorno di Schubach
La tentazione
Desiderio di tenerezza
Un cappio al collo
Tandem

Horst Tappert in una foto del 1976 (Foto archivio G. Petronaci).
La scure di Buzzolan.

L’ispettore tedesco per ora fa cilecca

Ieri è stato dato l’avvio – e con una certa solennità, bisogna dire, cioè con anteprima per la critica, il che per questo genere non avviene quasi mai – ad una serie di telefilm di produzione tedesca Nove casi per l’ispettore Derrick. Ci si aspettava chissà cosa e invece è stata una delusione. Intanto per cominciare, il Radiocorriere, guida preziosa e attenta ai programmi televisivi, ha spinto il suo zelo di informazione sino al punto di raccontare per filo e per segno tutta la storia e di svelare il finale indicando il colpevole criminale nel fratello del direttore della banca e il cervello della banda in un ex professore di matematica. Chi leggeva il pezzo, chiaro e ben fatto, poteva astenersi dal guardare il telefilm. E non avrebbe perso niente. I tedeschi stavolta si sono mossi in ritardo. Hanno voluto cimentarsi nel personaggio sfruttatissimo dell’investigatore alla buona e di aspetto dimesso. Ma questo Derrick, almeno all’esordio, è apparso soprattutto scialbo: un anzianotto con i capelli lucidi di brillantina tagliati corti e tirati sulle tempie, sfumatura alta, faccia tonda e rossa, orecchie paonazze: un attore estremamente parco di espressioni, ossia immobile dal principio alla fine. Il tenente Colombo non lo assumerebbe neanche come sotto-aiutante. Tardi per il tipo alla buona e tardi per il colpo grosso in banca. A quanti clamorosi colpi in banca abbiamo assistito in cinema, firmati da registi illustri? Il regista che sta dietro all’impalato ispettore non è illustre e non è nemmeno molto abile. La tensione è moderata, la lentezza diffusa. E la sceneggiatura inciampa in grosse ingenuità. La banda, già tenuta d’occhio dalla polizia, arruola un nano per introdurlo in uno stretto passaggio: e il nano arriva alla stazione accolto con tutti gli onori, scortato dai furfanti e ammirato dalla folla che gli fa ala. E l’ispettore Derrick dov’è? Ronfa? Tra l’altro, curiosamente, per una coincidenza certo non voluta, il nano e l’ispettore si assomigliano, il primo pare il fratello un po’ bassino del secondo... Alla fine purtroppo non si sfugge all’esplosione di pazzia dell’ex professore (Horst Buchholz) che ulula e sghignazza pietosamente in un sotterraneo. Le puntate, come il titolo del ciclo minacciosamente indica, dovrebbero essere nove. Se le altre otto sono come questa la Rai, comprando in Germania, ha fatto veramente un cattivo affare.

Derrick nell'episodio "Fiori di campo". (Screenshot ZDF)