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Prologo di un successo.
Nome in codice: Das Revier.
Inverted Novel.
La storia di Derrick.
La scelta del nome.
Il supervisore.
Cronaca di un successo.
Il cartoon.
Il mio nome è Derrick.
Assalto al treno.
Un ispettore in carriera.
Il cardinale.
Un eroe in quattro terzi.
Il segreto di Derrick.
La sindrome di Tappert.
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La carriera di Harry.
Orme di piccoli piedi.
Due amanti per Harry.
La seconda vita di Fritz.
L'autore di Derrick.
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Il dottor Traut.
Il produttore di Derrick.
Una famiglia in giallo.
Atmosfere musicali.
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Il suono dell'orchestra.
Direttori a confronto.
Le tracce di Derrick in Italia.
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Italiani veri e finti.
Il testimone oculare.
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Il restauro di Derrick.
L'ufficio di Derrick.
Qui Squadra Omicidi.
Fedeltà nei dettagli.
Dove abita, ispettore?
Le donne di Derrick.
Derrick ha acciuffato una donna!
L'auto di servizio.
Derrick comics.
La biblioteca di Derrick.
La mediateca di Derrick.
Il Catalogo.

 

In 281 puntate di «Derrick» hanno trovato posto numerose figure di italiani coinvolti nelle storie di omicidio che l'ispettore era chiamato a risolvere. Se alcuni di questi erano effettivamente interpretati da attori italiani, altri, invece, erano portati in scena da attori tedeschi.

Il caso più significativo è quello di Peter Bertram. Nel 1981 l’attore ha recitato in "Identikit di un assassino" nel ruolo di un cameriere italiano, Luigi Cesare Mentone, colluso con la malavita organizzata italiana. Ancora tre anni dopo Bertram è Bruno Bussoni, un ladro di opere d’arte in "La doppia vita del signor Richter". Nel 1992 lo stesso attore ha preso parte ancora a "Dopo otto lunghi anni" ed in quella puntata il suo ruolo era quello del ristoratore italiano a Monaco che con coraggio si opponeva al racket delle estorsioni.

Così racconta l'attore: «Sognavo fin da bambino di fare l'attore. Dopo avere frequentato la Westfälischen Schauspielschule a Bochum tra il 1965 ed il '68 iniziai ottenendo alcuni ingaggi nei teatri di Bamberga,Coblenza e Aquisgrana. Nel 1975 decisi di andare a Monaco e cercare una strada professionale come attore libero per la radio, la televisione, la pubblicità. Poi, era il 1979, arrivò un ingaggio da parte di Helmut Ringelmann che stava girando in quegli anni la serie "Polizeiinspektion 1". Nella puntata "Urlaubsreise" avrei dovuto interpretare Mario, un italiano. Mi chiesi come avrei potuto caratterizzare con accento italiano il mio personaggio, soprattutto perchè io non parlo italiano, sebbene sia una lingua che amo per la sua musicalità! Accettai quel ruolo perchè rappresentava per me una sfida. Quando a Bamberga dovetti interpretare il ruolo di Truffaldino, nell'opera di Goldoni "Il Servitore di due padroni", mi feci spiegare un po' di italiano dal gestore di un ristorante italiano di quella città. A Monaco, invece, trovai la mia salvezza in "Micki", una studentessa italiana. La cercai al telefono per ore, ma poichè non riuscivo a rintracciarla, decisi di andare ad aspettarla sotto casa sua. Fino a notte fonda mi insegnò la cadenza dell'accento italiano e la gestualità, frase per frase. La mattina seguente andai sul set per il primo ciak nel mio ruolo di italiano».

Il ruolo successivo fu proprio quello di Luigi Cesare Mentone in "Identikit di un assassino". «Per questo secondo ruolo la cosa fu più semplice e piacevole: mi recai a cena in qualche ristorante italiano ed osservai attentamente i camerieri. Il ritmo del linguaggio, l'eleganza dei movimenti, la gestualità: erano qualcosa di completamente diverso dai tedeschi!».

Anche nello spot pubblicitario de La Previdente Peter Bertram ha recitato accanto ad Horst Tappert: «È stato lui a scegliermi per quel ruolo e lui ne ha curato la regia. Ci siamo trovati bene. Mi è sempre piaciuta la sua pacatezza. Negli anni la sua figura di attore è cresciuta costantemente, sebbene i testi che doveva interpretare fossero spesso piuttosto ripetitivi».

Un particolare ringraziamento a Peter Bertram per la collaborazione offerta in prima persona alla realizzazione di questa pagina.

 

 

Peter Bertram e Horst Tappert in "Identikit di un assassino" (Screenshot ZDF)
Italiani, quelli veri.

Nel 1975 nell’episodio "L’uomo di Portofino" Amedeo Nazzari interpretava un certo dottor Pinaldi. Quando questa puntata fu acquistata in Italia nel 1979 con la prima serie dei "Nove casi per l’ispettore Derrick" Nazzari non fu doppiato poiché nel telefilm recitava in italiano.

E ancora, nel 1977, in "Delitto sul Transeuropa Express", Rinaldo Talamonti era Mario, gestore di un ristorante italiano.

Nel 1990 in "Emilio Caprese è in città" compaiono Remo Remotti nei panni del boss mafioso Caprese ed il cantante Giovanni Scialpi nel ruolo di Giovanni, un musicista legato alla malavita organizzata italiana. Nonostante il doppiaggio, il labiale del cantante lascia intendere che anche sul set recitava in italiano.

Anche nell'ultima puntata della serie ha recitato un italiano, con un ruolo da comparsa come barista nel night-club di Kaschonnick: si tratta di un giovane siciliano cui una agenzia fasulla aveva promesso un ruolo in «Derrick». Helmut Ringelmann, venuto a conoscenza della truffa, ha pensato di ripagare il giovane imbrogliato con una partecipazione al telefilm.

Amedeo Nazzari in "L’uomo di Portofino" (Screenshot ZDF)