Profeti e Patriarchi


Patriarca - Profeta

Profeti

Zaccaria

San Zaccaria, profeta, predisse il ritorno del popolo dall'esilio nella terra promessa, dando ad esso l'annuncio di un re di pace, che Cristo Signore attuò mirabilmente nel suo trionfale ingresso nella Città Santa di Gerusalemme".

Martirologio Romano, 6 settembre, n. 1.

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Zaccaria Profeta

Il profeta Zaccaria, contemporaneo di Aggeo, iniziò la sua missione profetica intorno al 520 a.C., cioè "nell'ottavo mese dell'anno secondo di Dario" (Zc 1,1). Visse nel periodo dopo l'esilio babilonese e si preoccupò molto della ricostruzione del tempio di Gerusalemme. Come il profeta Ezechiele ebbe un'estrazione sacerdotale. Nato a Galaad, ritornò nella vecchiaia dalla Caldea in Palestina, dopo aver compiuto molti prodigi, accompagnati da profezie di contenuto apocalittico, come la fine del mondo e il doppio giudizio divino. Morto in tarda, fu sepolto accanto alla tomba del profeta Aggeo.

Con la sua parola e la sua opera favorì e incoraggiò la ricostruzione del tempio. Zaccaria esercitò l'attività profetica per un biennio, ossia dal secondo al quarto anno di Dario, re di Persia.

Zaccaria ebbe visioni profetiche e proferì parabole, nelle quali annunziava l'invito di Dio alla penitenza, condizione imprescindibile per permettere l'avveramento delle promesse.

"Il Signore si è molto sdegnato contro i vostri padri. Tu dunque riferirai loro: Così parla il Signore degli eserciti: Convertitevi a me - oracolo del Signore degli eserciti - e io mi rivolgerò a voi, dice il Signore degli eserciti. Non siate come i vostri padri, ai quali i profeti di un tempo andavano gridando: Dice il Signore degli eserciti: Tornate indietro dal vostro cammino perverso e dalle vostre opere malvage. Ma essi non vollero ascoltare e non mi prestarono attenzione, dice il Signore. Dove sono i vostri padri? I profeti forse vivranno sempre? Le parole e i decreti che io avevo comunicato ai miei servi, i profeti, non si sono forse adempiuti sui padri vostri? Essi si sono convertiti e hanno detto: Quanto il Signore degli eserciti ci aveva minacciato a causa dei nostri traviamenti e delle nostre colpe, l'ha eseguito sopra di noi" (Zc 1,2-6).

Le sue profezie riguardano anche il futuro del rinato Israele, futuro prossimo e futuro messianico, che evidenziano il carattere spirituale della sua rinascita, della sua santità, frutto esclusivo dell'amore di Dio e della Sua onnipotenza. L'alleanza fatta nella promessa messianica a Davide prosegue il suo corso a Gerusalemme, una profezia che si realizza completamente con l'entrata solenne di Gesù nella città santa, avvenuta per l'amore sconfinato verso il popolo: Dio manifesta un'apertura totale verso le genti, che solo se purificate entreranno a far parte del Regno.

Secondo la tradizione, il villaggio in cui vivevano Zaccaria ed Elisabetta (che il Vangelo non nomina, indicando solo che si trovava sulle montagne della Giudea) era l'attuale Ain Karem, ad alcuni chilometri da Gerusalemme. Il racconto dell'Evangelista Luca riporta che: "Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l'usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l'offerta dell'incenso. Fuori, tutta l'assemblea del popolo stava pregando nell'ora dell'incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l'angelo gli disse: "Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio.

Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto". Zaccaria disse all'angelo: "Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni". L'angelo gli rispose: "Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo".

Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: "Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini" (Lc 1,8-25).

Otto giorni dopo la nascita del bambino, si svolse il rito della circoncisione: in questa occasione, come voleva la tradizione, venne imposto il nome al bambino. Zaccaria, che non poteva parlare, si fece dare una tavoletta e vi scrisse il nome di Giovanni, come l'angelo gli aveva ordinato. In quel momento, essendosi compiuto l'annuncio, Zaccaria riacquistò la parola e tra la meraviglia dei presenti intonò un inno di lode a Dio, ancora oggi noto come "Cantico di Zaccaria".