Patriarca - Profeta
Gioele
Il secondo dei dodici profeti minori.
È anche il profeta della penitenza, i suoi inviti sono al digiuno e alla preghiera.
Unisciti a noi
Osea Profeta
Il giorno del Signore e del Suo giudizio è l'idea centrale del messaggio di Gioele; lo si desume dagli avvenimenti naturali che incombono, come siccità, invasioni di insetti e simili, e dalla lettura che Gioele ne dà vedendo in essi la possibilità di una nuova vita e di un nuovo spirito da parte di Dio.
Di fronte ad una carestia provocata dalle cavallette, Gioele vi legge il segno del giudizio di Dio: "La campagna è brulla, il suolo è in lutto: il frumento è devastato il mosto non c'è più. L'olio è finito! Impallidite agricoltori, urlate vignaioli, per il frumento e per l'orzo: la messe dei campi è perduta! La vite si è essiccata, il fico si è inaridito; il melograno con la palma e il melo, tutti gli alberi del campo si sono seccati. È scomparsa la gaiezza tra i figli dell'uomo" (Gl 1,10-12).
Dio sopporta il male più di quanto noi possiamo comprendere, ma la sua pazienza non dura in eterno. Quando Gioele annuncia il "giorno del Signore" è come se dicesse che la pazienza di Dio è agli sgoccioli e sta per arrivare la sua ira. Ed eccolo dunque perorare un accalorato invito alla penitenza: "Cingetevi, fate lamentazioni, sacerdoti, urlate, ministri dell'altare! ... Prescrivete un digiuno rituale, convocate un'adunanza; riuniti gli anziani e tutti gli abitanti del paese nella casa del Signore vostro Dio e gridate al Signore!" (Gl 1,13-14).
E lui stesso si unisce in preghiera, per richiedere il Suo intervento benefico: "A te, Signore, io grido! Il fuoco ha divorato i pascoli del deserto; la fiamma ha consumato tutte le piante del campo! Anche gli animali selvatici si rivolgono a te, perché i corsi d'acqua si sono prosciugati e il fuoco ha divorato i pascoli del deserto!" (Gl 1,19-20).
L'effusione dello spirito.
Dopo aver spronato il popolo al ravvedimento, che effettivamente poi avviene, lo consola con l'annuncio di una nuova e grande benevolenza da parte del Signore.
Gioele descrive le ulteriori benedizioni di Dio per un futuro lontano, nel quale il Signore promette di mandare il suo Spirito su ogni persona che si ravvede e concedere la salvezza a chiunque invochi il suo nome: "Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spirito. Farò prodigi nel cielo e sulla terra, sangue e fuoco e colonne di fumo" (Gl 3,1-3).
Gioele, quando parla del "giorno del Signore", non si riferisce a un giorno a caso, ma a un particolare momento nel quale Dio manifesterà il giudizio sul peccato del Suo popolo ma, nel contempo, benedirà Israele per essere ritornato dall'esilio: "L'Egitto diventerà una desolazione e l'Idumea un brullo deserto per la violenza contro i figli di Giuda, per il sangue innocente sparso nel loro paese, mentre Giuda sarà sempre abitato e Gerusalemme di generazione in generazione. Vendicherò il loro sangue, non lo lascerò impunito e il Signore dimorerà in Sion" (Gl 4,19-21).
Chi si smarrisce e prende strade diverse o lontane, subirà certamente le conseguenze del suo agire ma, se ritorna a Dio, riceverà la protezione di nuove benedizioni e godrà della Sua generosità: "In quel giorno le montagne stilleranno vino nuovo e latte scorrerà per le colline; in tutti i ruscelli di Giuda scorreranno le acque. Una fonte zampillerà dalla casa del Signore e irrigherà la valle di Sittìm". (Gl 4,18).