Patriarca - Profeta
Amos
Profeta mandato dal Signore ai figli di Israele per affermare la sua giustizia e la sua santità contro i loro abomini.
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Amos Profeta
Nato a Tecoa, in un villaggio non lontano da Betlemme, Amos visse la sua missione al tempo di Geroboamo II nell'VIII secolo a.C. Il suo nome significa "Jahvè solleva", "robusto". Fu dedito all'agricoltura e alla cura degli animali, ed ebbe il merito di ammonire e denunciare un culto corrotto e ridotto a pura esteriorità, in un tempo in cui la prosperità cresceva nel regno di Israele.
Amos profetizzò in tempo di prosperità notevole, una prosperità materiale che fu accompagnata ben presto da una grave decadenza religiosa e morale; semplice, rude e schietto, Amos rimase colpito dalla corruzione dilagante che egli individuò soprattutto nell'ingiustizia sociale e nella degenerazione del culto. Intervenne contro tale degenerazione con la forza implacabile e terribile della parola profetica, ma il suo ministero non durò più di un anno.
Amos, semplice contadino e mandriano, fu chiamato improvvisamente dal Signore mentre seguiva il gregge; gli fu affidata la missione di predicare nei due regni e di ammonire il popolo che si era corrotto con il benessere. Fece pressioni sui sacerdoti e sui potenti che con la loro astuzia camuffavano abilmente le ingiustizie contro i poveri.
Le sue predicazioni contro i costumi del tempo gli procurarono forti inimicizie, fu anche espulso dalla città di Betel dal re Geroboamo su istigazione del sacerdote Amasia.
Il libro di Amos è composto di nove capitoli, suddivisi in tre parti: la prima che annuncia le sventure che si abbatteranno sulle varie città, la seconda è un rimprovero agli Israeliti che hanno deviato dalla vita virtuosa, la terza è caratterizzata da cinque visioni che predicono la rovina del regno di Israele.
Camminano forse due uomini insieme senza essersi messi d'accordo? Ruggisce forse il leone nella foresta, se no ha qualche preda? Il leoncello manda un grido dalla sua tana se non ha preso nulla? Cade forse l'uccello a terra, se non gli è stata tesa un'insidia? Scatta forse la tagliola dal suolo, se non ha preso qualche cosa?
Risuona forse la tromba nella città, senza che il popolo si metta in allarme? Avviene forse nella città una sventura, che non sia causata dal Signore? In verità, il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo consiglio ai suoi servitori, i profeti. Ruggisce il leone: chi mai non trema? Il Signore Dio ha parlato: chi può non profetare? (Am 3,3-8; 7,14-15).
Amos è un uomo del popolo, un pecoraio del Sud che, sotto l'influenza di Dio, sente di dover andare al Nord per predicare: "chi può non profetare?" (3,8). Non si sottrae alla sua chiamata: è strappato dalla sua quotidianità ed inviato a parlare di Alleanza e di Giustizia divina, non potrà usare "parole" sue, ma si esprimerà attraverso la parola "profetica" per redimere e salvare il popolo dalla corruzione in cui è caduto.