Accerta il corso, e poi spiega la vela.
Assai avanza chi fortuna passa.
Interrogato Sieyès come egli avesse passato quegli anni del Terrore: «Ho vissuto,» replicava; ben parendogli aver fatto assai.
Bisogna gustare il male con le punte delle dita.
Bisogna essere più furbi che santi.
Bisogna navigare secondo il vento
Chi piscia contro vento, si bagna la camicia.
Bocca chiusa e occhio aperto,
non fe' mai nessun deserto.
Deserto, cioè misero, derelitto.
Buona la forza, meglio l'ingegno.
Chi ben congettura, bene indovina.
Chi ben giudica, bene elegge.
Chi ben si guarda, scudo si rende
Chi si guarda, Dio lo guarda.
Chi è avvisato, è armato.
Avvisato (spiega la Crusca) accorto, avveduto, savio.
Chi è minchion, suo danno
Chi è minchione, resta a casa
La parte del minchione è la prima mangiata
L'ultima rendita è quella dei minchioni.
Chi è savio, si conosce al mal tempo.
Chi ha fatto la pentola, ha saputo fare anche il manico.
Chi sa far le cose, sa fare anche il modo come pigliarle.
Chi nasce tondo, non muor quadro.
Chi non guarda innanzi, rimane indietro
Chi dinanzi non mira, di dietro sospira.
Chi non ha giudizio, perde la cappella e il benefizio.
Chi non ha testa (o giudizio), abbia gambe.
Chi non vede il fondo, non passi l'acqua.
Chi piglia la lancia per la punta, la spezza o non la leva di terra.
Chi sta a casa, non si bagna.
Questo si dice dell'uomo cauto: ma ve n'è un altro:
Chi va a casa, non si bagna.
E significa che è poco pigliare la pioggia quando tornando a casa tu puoi mutarti tutto o scaldarti. E figurat. è il rumores fuge dei Latini.
Chi teme il cane, si assicura dal morso.
Chi sta a vedere, ha due terzi del gioco.
Si dice dell'avere il vantaggio colui che sagacemente si sta di mezzo, e lascia tentare agli altri le cose pericolose.
Chi vive contando, vive cantando.
Cioè chi ben conta, chi ben ragiona i fatti suoi, se la passa bene.
Chi vuol saldar piaga, non la maneggi.
Con un po' di cervello si governa il mondo
A chi ha testa, non manca cappello.
Si sa approvecciare, non gli manca il bisognevole: ma cappello anticamente significava corona o altro segno d'onore:
Ed in sul fonte
Del mio battesmo piglierò il cappello. (DANTE.)
Cosa prevista, mezza provvista.
Dalla prudenza viene la pace, e dalla pace viene l'abbondanza.
Di notte parla piano, e di giorno guardati d'intorno.
Disavvantaggio muta pensier nel saggio.
Donasi l'ufficio e la promozione, e non la prudenza né
la discrezione.
Dove non è ordine, è disordine
Dove non è regola, non ci sta frati.
È meglio aver la paura, che la paura e il danno
Chi non teme pericola
Chi non teme, non si guarda; chi non si guarda, si perde.
Paura e timore si pigliano qui per l'antiveggenza del pericolo.
È meglio cader dal piede, che dalla vetta
Meglio cascar dall'uscio che dalla finestra.
Guarda che tu non lasci la coda nell'uscio.
Che tu non sii preso quando ti credi bell'e scampato.
Guarda il tuo coltello dall'osso.
Il coltello si rompe o sfila quando incontra l'osso; e così la volontà dell'uomo, quando vuol dare di punta contro a certe difficoltà, le quali è meglio scansare.
Il bello è star nel piano, e confortare i cani all'erta.
Quindi stare nel piano di Bellosguardo, cioè al sicuro. Ma rassomigliano troppo quei noti versi d'un assai cattivo moralista.
Suave, mari magno turbantibus æquora ventis,
E terra magnum alterius spectare laborem. (LUCREZIO.)
Il Cristo e i lanternoni toccan sempre ai più minchioni.
Nelle Processioni delle Confraternite portare il Crocifisso e i lanteinoni è tra gli ufficii il più faticoso.
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