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Guerra, Milizia

Alla guerra non ne nasce.

Si usa per significare che vi è rischio di morire.
Alla guerra si va pieno di danari, e si torna pieno di vizi e di pidocchi.

Allo stendardo tardi va il codardo.

Arme certa alla bandiera.

Soldati buoni si vuole avere intorno all'insegna o bandiera, che perduta fa sbandare l'esercito.
Arme lunga fa buon fante.

A tempo di guerra con le bugie si governa.

A tempo di guerra ogni cavallo ha soldo.

Bandiera vecchia (o rotta) fa onore al capitano.

Perché non gli è stata tolta mai: e dicesi poi di chiunque abbia quasi consumati gli istrumenti della sua arte per avergli molto adoperati.
Campo rotto, paga nuova.
Ai soldati dopo una sconfitta non si lasciano mancare le paghe, per la maggiore difficoltà di vivere sul paese e per tenerli insieme.
Chi ben guerreggia, ben patteggia
Chi fa buona guerra, ha buona pace.
Chi è povero di spie, è ricco di vitupero.
In guerra, s'intende.
Chi guida imprese, persuada e faccia.
Vale in guerra ed in pace, e in ogni cosa che voglia seguito e comune opera di molti: questi si governano con la persuasione e con l'esempio.
Chi ha l'armi in mano, è padrone d'ogni cosa.

Chi porta spada e non l'adopra, ha bisogno di chi la cuopra.

Chi va alla guerra, mangia male e dorme in terra.

Città affamata, città espugnata.

Della pace ognun ne gode.

Dov'è guerra non fu mai dovizia.

Gli errori nelle guerre divengono pianti.

Gran vittoria è quella che si vince senza sangue.

Guerra cominciata, inferno scatenato.

Il buon soldato esce dal prato.

I contadini riescono i migliori soldati perché avvezzi a due cose, alla fatica e alla parsimonia, e perché fra tutti gli ordini di persone i meno corrotti.
Il fine del soldato è l'essere ammazzato.

Il mondo senza pace è il danaro del soldato.

In chiesa per devozione, alla guerra per necessità.

I neutrali sono come chi sta al secondo piano, che ha il fumo del primo e il piscio del terzo.

I pochi fanno buona prova, ma i più vincono.

Vale anche fuori della milizia.
I soldati fanno come i cavalli che annitriscono a chi li governa, e tiran calci al padrone.

La guerra cerca la pace

L'armi portan pace.
La guerra molti atterra.

La guerra non è fatta per i poltroni

I bravi alla guerra, e i poltroni alla scodella.
La guerra fa i ladri, e la pace gl'impicca.

La guerra fa per i soldati.

Si dice agli accattabrighe.
La lancia val più delle carte.

Nella pace i giovani seppelliscono i vecchi, ma nella guerra i vecchi seppelliscono i giovani.

Si legge in Erodoto.
Nemico diviso, mezzo vinto.
Divide et impera, non si dice e non si pratica solamente in guerra.
Non a tutti è lecito chiamarsi soldato.

Non conosce la pace e non la stima,
chi provato non ha la guerra prima.

Non è viaggio senza polvere, né guerra senza lacrime.

Pace e vittoria son giudici in guerra.

Per la ragion di Stato e di confini,
son rovinati ricchi e poverini.

Quando il re parte, la città sta male.

Dicesi in tempo di guerra, ma si adopera in traslato giocando a' Tre Setti.
Sole in vista, battaglia perduta.
Fu artificio d'Annibale che l'esercito dei Romani avesse a Canne il sole negli occhi.
Tra pace e tregua, guai a chi rilieva.
Chi ne tocca vicino alla pace non ha poi tempo di rivalersi.
Triste è quel gioco, dove si teme il fuoco.

Un bel morir tutta la vita onora.

E per ischerzo poi s'aggiunge: <<Ma un bel fuggir salva la vita ancora>>.
Venere dorme, se Marte veglia;
se Marte dorme, Venere veglia.
La guerra ha questo: cava l'ozio di capo agli uomini, e gli educa al sacrifizio.

 

 

 
   
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