Adulazioni, Lodi, Lusinghe
Ad ogni santo la sua candela.
Ad ogni potente la scappellata, dice l'ambizioso; a ogni donna gli occhi dolci, dice il libertino. Adulatori e parassiti son come i pidocchi
Can che molto lecca succhia sangue.
Campano sulla pelle altrui. Anco il cane col dimenar la coda si guadagna le spese
Non dar del pane al cane ogni volta che dimena la coda. Bacio di bocca spesso cuor non tocca
Tal ti ride in bocca che dietro te l'accocca
V'è chi bacia tal mano che vorrebbe veder mozza
Tal ti fa il bellin bellino che ti mangerebbe il core.
Chi ci loda si dee fuggire, e chi c'ingiuria si dee soffrire.
Chi loda per interesse, vorrebbe esser fratello del lodato.
Chi t'accarezza più di quel che suole, o t'ha ingannato o ingannar ti vuole.
Chi ti loda in presenza, ti biasima in assenza
Dio ti guardi da quella gatta che davanti ti lecca e di dietro ti graffia. Chi ti vuol male ti liscia il pelo.
Da chi ti dona, guardati.
Gola degli adulatori, sepolcro aperto.
In casa dell'amico ricco sempre ammonito; in quella dell'amico povero, sempre lodato.
I panioni fermano, ma le civette chiamano.
La carne della lodola piace ad ognuno
Da Lodi (paese) passan tutti volentieri.
Lodi e lodola per lode, giochetti di parole.
La lingua unge e il dente punge.
La lode giova al savio e nuoce al matto.
La vita dell'adulatore poco tempo sta in fiore.
Vuoi tu un cuore smascherare? sappilo ben lodare.
L'ubriacato dalla lode s'apre a dire quello che non vorrebbe.
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