Miserie della vita, Condizioni della Umanità
A biscottini non si campa.
Beva la feccia chi ha bevuto il vino
Chi ha goduto, sgoda.
Bisogna comprare fino il sole.
C'è più guai, che allegrezze.
Capelli (o peli) e guai non mancan mai
Guai e maccheroni si mangiano caldi
I guai vengono senza chiamarli.
Chi casca in mare e non si bagna, paga la pena.
Chi scampa quando altri patiscono danno, si trova infine aver di peggio.
Chi da Dio è amato, da lui è visitato.
Chi disse uomo, disse miseria.
Chi è savio, non è sempre sicuro.
Chi fugge maggio, non fugge calende.
Una usanza fiorentina imponeva certo scotto per Ie allegrezze di maggio, e chi avesse trapassato senza pagare tutto quel mese, era costretto poi soddisfare per altro modo alla brigata. Si dice ancora:
La si può ben prolungare, ma fuggir no.
Chi gode muore, e chi patisce stenta
Quando siam contenti (o si sta bene), si muore.
Chi ha capre, ha corna
Chi ha polli, ha pipite
Chi vuol l'uovo, deve soffrire lo schiamazzo della gallina.
Non s'ha l'utile senza fastidio. La pipita è una malattia che viene alle galline.
Chi non ha piaghe, se le fa.
Chi non l'ha all'uscio, l'ha alla finestra
Disgrazie e spie son sempre pronte.
Come la va, la viene.
Da Dio vengon le grazie, e da noi le disgrazie.
Dio non fa mai chiesa, che il diavolo non ci voglia (o non ci fabbrichi) la sua cappella.
Dicesi per dare ad intendere che il diavolo non vede farsi alcun bene senza cercare di mettervi o farvi nascere qualche male.
Dopo un meglio, ne viene un peggio.
Dove non può entrare il diavolo, c'entra la versiera.
Dove stringe la scarpa, non lo sa altro che chi l'ha in piede.
Facendo male, sperando bene, il tempo va e la morte viene.
Fin ch'uno ha denti in bocca, non sa quel che gli tocca
Fino alla morte non si sa la sorte.
Il bel tempo non dura sempre.
Né mai buon tempo lungamente dura. (Orl. Inn.)
In questo mondo meschino, quando si ha tanto per il pane, non si ha tanto per il vino.
I pensieri fanno mettere i peli canuti.
L'allegrezze non durano.
Le avversità riducono a segno.
Le disgrazie non si comprano al mercato.
Cioè vengono a nostro malgrado.
Le disgrazie son come le tavole degli osti.
Sempre apparecchiate.
Le rose cascano, e le spine rimangono.
Malanno e donna senza ragione, si trovano in ogni luogo e in ogni stagione.
Nido fatto, gazzera morta.
In questo mondo, tosto che uno ci si è bene accomodato, muore.
Non c'è altare senza croce.
Non c'è casa senza topi
Ogni casa ha solaio, cesso, fogna e acquaio.
Delle cose incomode o disgustose ve n'è per tutto.
Non c'è pane senza pena.
Non è lin senza resta, né acqua (o donna) senza pecca.
Non sempre la luna sta in tondo.
Non serve dire: per tal via non passerò, né di tal acqua non beverò.
Non si fece mai bucato che non piovesse.
La pioggia dà noia quando si vuol tendere i panni per asciugarli.
Non si può avere de' pesci senza immollarsi
Chi vuole il pesce, bisogna che s'ammolli
Non si può avere il mèle senza le mosche
Non si può avere la carne senz'osso
Non si può avere la rosa senza la spina--ovvero
Ogni rosa ha la sua spina
Non si può avere le pere monde
Non si può avere i pani a piccie
Non si può avere le viti legate colle salsiccie
Non si può avere la botte piena e la moglie briaca.
Non si sa mai per chi si lavora.
Non v'è cosa che sia sicura.
Oggi a me, domani a te.
Si dice del morire, e anco di qualche bene conseguito, o d'un male che sia intravvenuto.
Oggi creditore, domani debitore
Oggi mercante, domani viandante.
Oggi in canto, domani in pianto.
Ogni bocca ha il suo morso.
Ogni cuore ha il suo dolore.
Ogni dì non è festa
Tutti i mesi non son di trentuno
Natale viene una sola volta l'anno.
Ogni dì vien sera.
Ogni vita invecchia, ogni felicità tramonta.
Ogni erba divien paglia.
Ogni grano ha la sua semola.
In tutto e in tutti c'è qualcosa da scartare.
Ogni legno ha il suo tarlo.
Ognuno ha le sue magagne occulte; ed anche, ognuno ha gente che campano alle sue spalle.
Ogni magione ha la sua passione.
Passione, per affanno travaglio: e nota che per magione s'intende propriamente le case grandi: ma vale per tutte. E dicesi anche In ogni casa si trova qualche mattone rotto.
Ogni male vien dalla testa.
Siamo noi che ci guastiamo la nostra felicità; ma credo si applichi poi al governo quasi che fosse la parte pensante.
Ogni momento è grazia.
Cioè ogni momento di bene, ogni momento di vita.
Ogni monte ha la sua valle.
Ogni nave fa acqua; quale a mezzo, quale a proda, e quale in sentina.
Ogni pelo ha la sua ombra.
Ogni porta ha il suo batacchio
Maggior porta, maggior battitoio.
Battitoio è parte dell'imposta d'un uscio o d'una finestra ma qui ha doppio senso, e sta per significare battito che è tremito, tremore.
Ogni prun fu siepe.
Ogni ostacolo, abbenché minimo reca impedimento: ma con significato più generico, ogni cosa fa qualcosa.
Ogni vin fa tartaro.
Ognuno c'è per la parte sua
Ognuno c'è per l'ossa e per la pelle.
Si dice a modo proverbiale, <<tutti ci siamo per l'ossa e per la pelle>> quando tutti insieme corriamo un qualche pericolo.
Ognuno ha il suo diavolo (o il suo impiccato) all'uscio
Ognuno ha la sua croce.
Ognuno sa dov'è, ma nessuno sa dov'ha da andare.
Per la pecora è lo stesso che la mangi il lupo o che la scanni il beccaio.
Il male da qualunque parte ci venga e sempre male.
Per tutto v'è guai.
Per un dì di gioia, se ne ha mille di noia
Non v'è gioia senza noia.
Quando crediamo d'essere a cavallo siamo per terra.
Quanti giorni cominciano col sole che finiscono col mal tempo.
Se la vita fosse intesa, nessuno l'accetterebbe.
Sempre ne va il meglio.
Seren d'inverno e pioggia d'estate, e vecchia prosperitate, non durano tre giornate.
Servire e non gradire, aspettare e non venire, stare a letto e non dormire, aver cavallo che non vuol ire e servitore che non vuole obbedire, esser in prigione e non poter fuggire, essere ammalato e non poter guarire, smarrir la strada quando un vuol ire, stare alla porta quando un non vuol aprire, avere un amico che ti vuol tradire, son dieci doglie da morire.
Tanto razzola la gallina, che scuopre il coltello che l'ammazza.
Tempo, vento, signor, donna, fortuna, voltano e tornan come fa la luna.
Tra la culla e la bara ogni cosa è incerta.
Tristo a quel dente che comincia a crollare.
Tutti si nasce piangendo e nessuno muore ridendo.
Un male tira l'altro
Al male fagli male
Le disgrazie non vanno mai sole
Le disgrazie sono come le ciliegie.
Una tira l'altra
Un male e un frate rade volte soli
Non si rompe mai un bicchiere che non se ne rompan tre
Ogni male vuol giunta.
E si dice anche del mal capitare, come del mal fare:
Quando si comincia male, si finisce peggio.
E proverbialmente:
Agli zoppi, grucciate.
|