La
situazione politica :amnistia
Il
preoccupante stato di tensione nelle carceri - la protesta dei
detenuti sta dilagando di ora in ora - interpella le forze
politiche, ancora divise sulla concessione o meno dell'amnistia.
Oggi,
martedì, si tiene una riunione - che potrebbe risultare
determinante - dei capigruppo di maggioranza del Senato con i
rappresentanti della commissione Giustizia del Senato. All'ordine
del giorno c'è infatti la decisione se andare avanti o meno
sull'amnistia.
"Finora
abbiamo sentito una serie di pareri individuali - afferma il
presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama, Michele
Pinto (Ppi), che ha convocato la riunione -; ora è il momento in
cui i responsabili dei gruppi parlamentari esprimano la loro
posizione ufficiale. In base a quella, decideremo".
Sono
molti gli interventi che invitano a decidere in fretta: il sottosegretario agli Interni, Massimo Brutti, sollecita
le forze politiche a dichiararsi "subito, in modo trasparente,
senza nascondersi dietro formule propagandistiche" e
"senza lasciare spazio alle attese per non rischiare delusioni
e tensioni".
Il
responsabile Giustizia di Forza Italia, Marcello Pera, chiede a
Governo e maggioranza di "non giocare a nascondino" e
avanzare una proposta "unitaria e dichiarata".
"Non
favorevole all'amnistia perché non risolve alcun problema" si
dice, invece, il presidente della Camera, Luciano Violante, che
sollecita interventi strutturali per migliorare le condizioni di
vita dei carcerati. E proprio gli interventi per il settore della
Giustizia e delle carceri in particolare - lo annuncia il
Guardasigilli Piero Fassino - saranno una priorità del prossimo
decreto di programmatico economica (dpef).
Questo
annuncio potrebbe mutare l'atteggiamento di An (contraria
all'amnistia) che ha chiesto al Governo "prima di tutto di
inserire nel dpef nuovi fondi per le carceri" precisando che
solo dopo "si potrà parlare di un provvedimento di
clemenza".
Il
rinvio della decisione sull'amnistia preoccupa i sindacati di
polizia penitenziaria che vedono, nel "pericoloso"
moltiplicarsi delle proteste nelle carceri, un rischio anche per il
personale. Analoga la preoccupazione del presidente dell'Unione
camere penali, Giuseppe Frigo, secondo i quale "si sta
scherzando col fuoco". Pur dicendosi convinto che un
provvedimento di clemenza altro non è che una "resa",
Frigo lancia un appello al "senso di responsabilità" di
tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, perché si
arrivi presto a una decisione "in un senso o nell'altro".
Intanto
sembra giunta ad una svolta la lunga ed estenuante trattativa sulla
riforma della legge elettorale. Il Polo ha deciso di mettere nero su
bianco gli emendamenti al testo dalla maggioranza (basato sul
sistema tedesco modificato); dovrebbe farlo domani in una riunione
dei suoi leader, prima della presentazione formale in Parlamento,
prevedibilmente entro giovedì. La Lega per ora non c'è, ma si
manterrà in "stretto contatto" perché si cerca di
arrivare ad emendamenti comuni della Casa delle Libertà.
Tutto
questo "vuol dire che il dialogo è partito - commenta il
sottosegretario alle Riforme Franceschini - e che si entra nel
merito delle questioni".
Certo,
le posizioni dei due schieramenti non appaiono ancora vicine; ma una
marcia indietro diventa ogni giorno più improbabile.
Dal
canto suo il centro sinistra - che sta lavorando a un rafforzamento
della coalizione che dovrebbe chiamarsi "nuovo Ulivo " -
sembra già pronto ad aggiornare il testo della sua proposta tenendo
conto delle richieste dell'opposizione.
(©L'Osservatore
Romano - 28 Giugno 2000)