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MILANO. "Eminenza, lei definisce "un traguardo
importante" (...)
la
legge approvata dal Parlamento nazionale il 2 marzo scorso",
sulla parità
scolastica.
"Credo invece che nella legge vi siano numerosi aspetti che
costituiranno
per le scuole non statali un elemento di accelerazione della crisi
in
cui versano".
Non
è proprio piaciuto al presidente della regione Lombardia, Roberto
Formigoni,
l'intervento
del card. Carlo Maria Martini sulla scuola, pronunciato il 6 maggio
scorso
in occasione della marcia "Andemm al Domm". In una
lettera, pubblicata
sul
"Corriere della Sera" dell'11 maggio, Formigoni ricorda
all'arcivescovo di
Milano
che la "Conferenza episcopale italiana stessa non mancò a suo
tempo di
sottolineare
i gravi limiti" di questa legge che "non assicura in alcun
modo una
effettiva
parità economica". "Una legge che scarica sulle scuole
non statali
quasi
solo nuovi oneri e nuove limitazioni di libertà (ad esempio nella
scelta
degli
insegnanti)".
Infastidito
inoltre dal richiamo di Martini alla collaborazione e agli
"interventi
integrativi nelle realtà locali", il presidente della regione
Lombardia
fa presente al cardinale che, "forse non volendolo, sembra
avallare la
posizione
di chi in questi anni ha di fatto scaricato sulle Regioni e, più
ancora,
sui Comuni i costi del diritto di accesso agli studi e
dell'assistenza
alle
famiglie, senza dotare queste realtà istituzionali delle leve, dei
poteri e
delle
risorse necessari per far fronte a tali fondamentali compiti".
Senza
contare
che le Regioni, Lombardia in testa, da tempo sono attente alla
questione
parità.
Con la legge regionale dell'11 febbraio la giunta lombarda ha
stanziato
"cospicue
risorse per la parità nelle scuole materne autonome" e con
quella del
5
gennaio 2000 ha istituito buoni scuola per tutti gli studenti di
scuole
statali
e non statali lombarde. Un risultato politicamente e culturalmente
significativo,
ha voluto sottolineare Formigoni, che mostra come ""la qu
estione
parità" non deve e non può essere ridotta a "battaglia
ideologica", ma
affrontata
nell'ottica del rispetto dei diritti civili, già riconosciuti dalla
Costituzione,
ma praticamente violati".
"Caro
presidente Formigoni", risponde il card. Martini nella sua
lettera
pubblicata
il 12 maggio sul "Corriere della Sera" , "comprendo
che un politico
tenda
a sottolineare gli aspetti conflittuali del problema, le carenze
legislative,
eccetera". Ma "come pastore sono più propenso a partire
dagli
aspetti
maggiormente condivisibili di una legge dello Stato per auspicare
una
doverosa
coerenza, che tragga le dovute conclusioni dalla affermazione,
importante
e irreversibile, dell'autonomia e della parità scolastica".
"Lo
scopo che tutti ci proponiamo - osserva il cardinale - è quello di
una
effettiva
libertà di scelta della scuola, da cui trarrà beneficio tutta la
scuola
italiana", a prescindere dai risultati e gli obiettivi della
singola
regione
Lombardia. "Su un tema così delicato - conclude quindi - non
abbiamo
bisogno
di contrapposizioni, ma di fattiva collaborazione per il bene di
tutti".
(c)
Adista