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Governo, società e gay pride

[sintesi da diversi quotidiani]

"[…] L'intervento con cui Katia Bellillo annunciava che il suo
ministero stava "valutando l'eventualità di concedere il
patrocinio del Dipartimento delle Pari opportunità ad alcuni
eventi" legati al Gay Pride si è svolto tra le proteste dei
deputati del Polo, uno dei quali è stato invitato a lasciare
l'aula.
[…] Il ministro Bellillo ha ribadito che la manifestazione si
farà: "Ci siamo impegnati a garantire lo svolgimento
dell'intera manifestazione compresa la marcia dell'8 luglio".
[…]
Dall'affermazione di questi principi, ha concluso Bellillo,
"discende la legittimità di forme famigliari e di stili di vita
non tradizionali, l'ammissibilità di qualunque decisione, libera e
consapevole, relativa all'uso del proprio corpo e alla propria
salute, la necessità che alcune scelte di vita non siano
discriminate rispetto a quelle maggioritarie".
Prima ancora che Palazzo Chigi bocciasse l'ipotesi formulata da
Bellillo, era intervenuto il capogruppo di An Gustavo Selva per
chiedere ad Amato: "Cosa ne dice il presidente del Consiglio: il Gay
Pride è ancora "inopportuno" o è invece, come sostiene il
ministro per le Pari opportunità "espressione costituzionale
dei principi di libertà"".
© La Repubblica

"La ministra delle Pari opportunità in aula si era certo
sbilanciata un po' troppo, contando forse sul fatto che il
Dipartimento - come riconosce la stessa nota di Palazzo
Chigi - «da tempo» aveva proposto il patrocinio di alcuni
eventi, e in un clima che si andava vieppiù surriscaldando
in aula.
Bellillo aveva infatti cominciato a rispondere riferendosi alla
festa della Repubblica del 2 giugno «fondata per garantire i
diritti di libertà degli uomini e delle donne».
«Che c'entra questo?» aveva subito interrotto Fortunato
Aloi. E altre rimostranze erano venute quando la ministra citava
la Costituzione «che ha individuato principi per garantire uguali
livelli di vita e di libertà per tutti e per tutte, nel rispetto
delle diversità...».
«Queste sono sciocchezze, lo dico da professore di Storia»,
continuava il deputato di An, ricevendo dal presidente il
primo invito a lasciare l'aula.
Finchè, arrivata al Gay Pride 2000, la ministra informava del
«forte impegno» del dipartimento Pari opportunità, a
garantire «lo svolgimento dell'intera manifestazione»,
promuovendo anche un protocollo d'intesa col ministero della
Pubblica Istruzione e l'associazione dei genitori di
omossessuali».
Le rimostranze a questo punto diventavano un coro: «Brava!»,
«Questa è una vergogna!», «Anche la scuola!»,
attirandosi risposte perfino dai banchi del governo.
[…]
Intanto continuano a crescere le polemiche.
Mentre la Cei ribadisce il suo giudizio di «inopportunità»
della marcia, intervengono anche i protestanti e la massoneria.
La federazione Chiese Evangeliche esprime preoccupazione
«perchè i governanti, anzichè tutelare la laicità dello
Stato, qualificano i diritti di libertà conquistati dal popolo
italiano come un impedimento sul cammino di una totale acquiescenza
alle pretese della Conferenza episcopale».
Il Grande Oriente d'Italia apprezza invece - dandola ormai per
scontata - «la scelta, sia pur tardiva, di autorizzare questa
manifestazione, di fronte ai rigurgiti di vera e propria
intolleranza religiosa».
Il riformatore Marco Taradash stigmatizza il comportamento del
sindaco Rutelli, che sulla Stampa , ha paragonato il Gay Pride a
un raduno nazista davanti alla Sinagoga: «Dovrei ricordargli che
ebrei e omosessuali erano recintati negli stessi campi di
sterminio».
E Alessandro Meluzzi (Udeur) invita addirittura il Papa a «porre
fine, con un gesto di saggezza, a quello che è diventato «un
dibattito querulo e inconcludente».
© La Stampa

[...]
Il Ccd stasera a largo Chigi, ha organizzato la proiezione del
filmato del Gay Pride si san Francisco, cavallo di battaglia del
vescovo della città americana per documentare il carattere
oltraggioso della manifestazione.
[...]
E ieri gli esponenti del Circolo Mario Mieli che sta organizzando il
raduno romano, hanno assicurato che alla parata ci saranno carri,
musica, ma niente papi e papesse con guepiére.
"La nostra parola d'ordine è niente papi e papesse, come si erano
visti anche al Gay Pride dello scorso anno [...].
"Così come non è da aspettarsi un corteo con seni al vento e
falli allo scoperto.
"Qualcuno potrà anche esibirli, ma ognuno può manifestare come
meglio crede e del resto questo è nello spirito della
manifestazione che è quello della visibilità
dell'omosessualità".
© L'Unità


 

 

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