New York (Fides) –
I gruppi radicali e femministi che volevano sconvolgere
l'impostazione della IV Conferenza mondiale sulla donna (Pechino,
1995) hanno fallito.
All'incontro
"Woman 2000", 23a sessione speciale dell'Assemblea
generale Onu, detta "Pechino +5", tenutasi a
New York dal 5 al 10 giugno, i delegati delle 180 nazioni presenti
non hanno introdotto nel documento finale nuovi termini proposti come "diritti sessuali" e
"orientamento sessuale".
"Sono
espressioni che possono coprire tante aberrazioni" ha spiegato mons. Renato Martino, Osservatore permanente ella
Santa Sede all'Onu, come l'estensione dei diritti della famiglia gli
omosessuali o la libertà sessuale per i bambini. Non è riuscito
neanche il tentativo di costringere il personale
medico a praticare l'aborto.
Il documento
finale riafferma la validità della piattaforma adottata dalla
Conferenza di Pechino, indica nuove misure per combattere violenza
domestica e commercio di donne, affronta
le conseguenze dell'Aids e della globalizzazione sulla vita delle
donne.
Le organizzazioni
pro-vita hanno espresso soddisfazione per la tutela della vita e
della moralità, difese nel documento finale grazie alle pressioni
del Vaticano e di altre nazioni, fra cui Polonia, Nicaragua, Egitto,
Pakistan, Sudan Senegal, Iran.
Su questo punto
Amnesty International ha innescato una polemica, accusando il
Vaticano di "ibrida alleanza" con i paesi musulmani, che
ha "gravemente ostacolato i lavori dell'assemblea".
Dura la reazione di
mons. Renato Martino: "Amnesty dovrebbe ricordare che la Santa
Sede ha sempre camminato sul sentiero della difesa dei diritti umani
ed è sempre stata dalla parte delle donne" ha detto
l'arcivescovo alla Radio Vaticana.
Secondo mons.
Martino la polemica di Amnesty si spiega con il sostegno dato
dall'organizzazione ai "diritti sessuali", che includono
l'aborto.
Nel discorso
pronunciato all'Assemblea, Kathryn Hoompwap, medico nigeriano membro
della delegazione vaticana, ha ribadito l'importanza di istruzione e
servizi sociali per le donne, e ha condannato tutte le forme di
violenza contro le donne, rivendicando i loro diritti sociali ed
economici.
(c) Fides