FIORINO TAGLIAFERRI
Vescovo emerito di Viterbo
Il discorso del Santo Padre ai "cristiani
impegnati nel mondo della comunicazione", a conclusione della
loro celebrazione giubilare, ora che sono trascorsi diversi giorni,
merita un più approfondito e pacato ripensamento anche da quanti
non apparteniamo alla categoria.
[...]
I due poli intorno ai quali si muove sono la
"vocazione" del cristiano alla professione di giornalista
e "l'etica" nelle comunicazioni sociali.
[...]
Parlando a loro, il Papa vuol fare arrivare a tutti
i giornalisti l'invito a riflettere sulla "questione
etica" nel mondo della comunicazione.
[...] il Papa prende decisa posizione a favore
dell'uomo: il primato dell'uomo sui mezzi di comunicazione.
L'uomo: quello
"vero" che ognuno deve diventare, sviluppando
responsabilmente la sua umanità anche attraverso i mezzi della
comunicazione.
A condizione che questi, oltre alla "verità
dei fatti" di cui danno notizia, siano fedeli "alla verità
dell'uomo, alla dignità della persona umana in tutte le sue
dimensioni".
Con tanta quantità di informazioni, può succedere
che si abbia notizia di tutto un po', ma si diventi analfabeti di se
stessi, resi incapaci di confrontarsi con le opinioni, i modelli, le
proposte che ci raggiungono.
Il giornalista che è lui stesso un uomo ha bisogno
di farsi esperto di quei valori umani autentici che non si vendono né
si comprano e non salgono o calano a seconda dell'andamento del
mercato.
Nel magistero del Papa, proprio quella fedeltà
alla "verità sull'uomo" ed alla "verità sulla vita
umana e il suo compimento finale in Dio" sono il fondamento
dell'etica nelle comunicazioni sociali, senza o fuori della quale
non si vede quale garanzia possa esserci per un effettivo primato
dell'uomo sui mezzi di informazione.
Senza questa etica, persino chi li usa può
diventare servo.
[...]
(©L'Osservatore Romano - 14 Giugno 2000)