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World Gay Pride : attacco al papa

di Jotis Spasiano e David Botti

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Il world gay pride", il raduno mondiale degli omosessuali in programma a Roma nella prima settimana di luglio, va rinviato a dopo il Giubileo.

È quanto hanno chiesto il 18 maggio a Palazzo Valentini i presidenti della Regione Lazio, Francesco Storace, e della Provincia di Roma, Silvano Moffa.Richiesta diretta al ministro dell'Interno, Enzo Bianco, e agli organizzatori della manifestazione, per problemi di ordine pubblico e più ancora per il rispetto dovuto alla Chiesa e al Papa.

 

Accantonando i motivi di ordine pubblico, sui quali si sono pronunciati anche il questore e il prefetto, per Storace e Moffa non si può autorizzare una manifestazione che costituirebbe un oltraggio al Santo Padre e un'offesa alla sensibilità di tutti i credenti. Il "world pride" andrebbe rinviato perché già nelle intenzioni nasce come una manifestazione dichiaratamente bellicosa verso la Chiesa e il Papa, blasfema ed oltraggiosa, come promettono certi siti “gay”, in internet: "Perché nel millennio l'imperativo è opporsi alla politica del Giubileo e al potere della Chiesa".(Osservatore Romano)

 

La strumentalizzazione dell’anno giubiliare per dare peso alla manifestazione gay è quanto mai evidente; lo stesso fatto che questo sarebbe il primo raduno a livello mondiale rende palese l'importanza che gli organizzatori danno all'evento romano.

E se le manifestazioni “gay” fossero dello stesso stampo della marcia annuale di San Francisco?

Oscenità e linguaggio e comportamenti blasfemi proprio davanti ai luoghi sacri?

"Forse tutto questo era sfuggito all'amministrazione capitolina quando ,all'inizio, deliberò un contributo di 350 milioni appoggiando l'iniziativa (dice Storace)….

 

Diritto di espressione?

Proposta del dipartimento alle pari opportunità.

 

Katia Bellillo, Ministro delle pari opportunità, ha comunicato che si stava  “valutando l'eventualità di concedere il patrocinio del Dipartimento delle Pari opportunità ad alcuni eventi" legati al Gay Pride. Il Polo è scoppiato in polemica.

Il ministro Bellillo si è impegnata a garantire lo svolgimento dell'intera manifestazione compresa la marcia dell'8 luglio" . In ragione di “certi” principi di libertà (La Repubblica). Dall'affermazione di questi principi, insisteva Bellillo, "discende la legittimità di forme famigliari e di stili di vita non tradizionali, l'ammissibilità di qualunque decisione, libera e consapevole, relativa all'uso del proprio corpo e alla propria salute, la necessità che alcune scelte di vita non siano discriminate rispetto a quelle maggioritarie". Nella camera rimostranze erano venute quando la ministra citava a sproposito la Costituzione «che ha individuato principi per garantire uguali livelli di vita e di libertà per tutti e per tutte, nel rispettodelle diversità...».

Il polo è insorto in rimostranze, Fortunato Aloi ( An ) è stato invitato a lasciare l’aula dopo un «non c’entra niente…Queste(le parole della bellillo) sono sciocchezze, lo dico da professore di Storia»,

La bellillo sul gay pride promuoveva anche la promozione di un protocollo d'intesa col ministero della Pubblica Istruzione e l'associazione dei genitori di omosessuali».

Le rimostranze a questo punto diventavano un coro: «Questa è una vergogna!», «Anche la scuola!»… Palazzo Chigi in fine boccia l'ipotesi formulata da Bellillo. (La Stampa).

Intanto continuano a crescere le polemiche. la Cei ribadisce il suo giudizio di «inopportunità» della marcia. Intervengono i protestanti e la massoneria. La federazione Chiese Evangeliche esprime preoccupazione «perché i governanti, anziché tutelare la laicità dello Stato, qualificano i diritti di libertà conquistati dal popolo italiano come un impedimento sul cammino di una totale acquiescenza alle pretese della Conferenza episcopale».

 Alessandro Meluzzi (Udeur) invita addirittura il Papa a «porre fine, con un gesto di saggezza, a quello che è diventato «un dibattito querulo e inconcludente».( La Stampa)

Il Ccd  a largo Chigi, ha organizzato la proiezione del filmato del Gay Pride di San Francisco, a testimonianza del carattere blasfemo della manifestazione. Il Circolo Mario Mieli che sta organizzando il raduno romano, ha assicurato che alla parata ci saranno carri musica, ma niente papi e papesse con guepiére:"La nostra parola d'ordine è niente papi e papesse, come si erano visti anche al Gay Pride dello scorso anno. "Così come non è da aspettarsi un corteo con seni al vento e falli allo scoperto..."Qualcuno potrà anche esibirli, ma ognuno può manifestare come meglio crede e del resto questo è nello spirito della manifestazione che è quello della visibilità dell'omosessualità". (L'Unità)

 

Sarà questo l’orgoglio Gay?

L’arcivescovo Comastri:

 

"Ma di quale orgoglio parlano gli omosessuali? Orgoglio di che, di chi?  Per che cosa? La verità, invece, è un'altra: manifestazioni come il World  Gay Pride non dovrebbero essere mai autorizzate, tantomeno durante il  Giubileo".

Non usa mezzi termini l'arcivescovo Angelo Comastri, presidente del  Comitato italiano del Giubileo del 2000. “quando la libertà si trasforma in ostentazione, irrisione, pericolo di sicurezza, mancanza di rispetto per gli altri,”insiste Comastri “mi  chiedo cosa è la libertà". ..”quando la libertà significa confusione, mancanza di rispetto, annebbiamento  delle coscienze: ma di quale libertà stiamo parlando? Al centro della nostra società ci sono dei valori universali che vanno difesi? O chiunque può fare tutto? Se sì, allora diciamo chiaramente che non ci sono più regole e ognuno può fare quello che vuole".

"Questi tipi di raduni sono inopportuni sempre, al di là del Giubileo. Che senso ha organizzarli? Per ostentare quale tipo di orgoglio?".

“Non entro nel merito delle posizioni politiche"[…]"Ognuno può appoggiare chi vuole e qualsiasi iniziativa. La verità, però, è una sola e non si baratta a colpi di maggioranza. Qui, invece, stiamo andando avanti verso preoccupanti forme di deregulation a tutti i livelli:  addirittura con queste manifestazioni non si capisce più che cosa è l'uomo e  cosa è la donna. […]".

“Se le autorizzeranno se ne dovranno assumere tutte le responsabilità. Secondo me, certe manifestazioni sono inopportune sempre, in qualsiasi momento, non è un problema di compromessi. .(La Repubblica)

 

Monsignor Rino Fisichella, vescovo ausiliare di Roma e collaboratore di stretta fiducia del cardinal Ruini, e` perentorio:Il Gay Pride e` una provocazione.Mosse come il ritiro del patrocinio da parte del sindaco Rutelli non convincono nessuno.(La repubblica).

 

Reazione laicista

 

La posizione così chiara e determinata dei vescovi ha provocato non poche reazioni.

L’onorevole Gianni Vattimo (DS), velenoso come nel suo intervento a Torino pieno di livore riguardo il miracolo di Fatima definito come un “segreto di pulcinella”, approfitta della questione dall’alto della sua “tolleranza laicista” per scagliarsi contro quello che lui ritiene retaggio della superstizione popolare (cfr. editoriale dell’UNITA’ del 31 5 ‘00: vangelo e superstizione)… Vattimo abbaia contro la presenza di papa, cardinali e prelati vari nei programmi televisivi… contro un Rutelli “omofobo” che indietreggia e rimangia il patrocinio al “gay pride”…contro Lurdes …contro i miracoli…contro i dibattiti sull’eutanasia “spadroneggiati” dai preti …contro un prematuro abbandono dell’ANTICLERICALISMO…contro un presunto “delirio di onnipotenza della chiesa Ruiniana” ...contro la gerarchia ecclesiale. Vattimo sarcastico sbeffeggia il papa e la sua richiesta di perdono per i figli della chiesa…torna alla carica, nel suo editoriale, screditando le posizioni del CEI riguardo il “gay pride” con una manovra neanche tanto abile. Inalbera le parole a cui ormai è affezionato...ovvero: “sono proprio i credenti oggi quelli che cominciano a sentirsi a disagio” le stesse che ha usato in occasione del terzo segreto di Fatima svelato (cfr. con l’articolo su Vattimo e altri filosofi «Questa vicenda del mistero di Fatima credo imbarazzi i credenti  più di chiunque altro».da IL MATTINO 24 Maggio ‘00)

Ma ci chiediamo quale imbarazzo dovrebbero provare i credenti .

L’imbarazzo nel professare la Verità? L’imbarazzo di credere il corpo come tempio di Cristo? L’imbarazzo nel credere la Chiesa Santa e Sposa di Cristo? E dove potremmo trovare parole di Vita eterna? Nell’ascolto e nell’obbedienza al papa e alla chiesa proviamo fierezza… non imbarazzo!

 

 

 

 

 

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