Il
world gay pride", il raduno mondiale degli omosessuali in
programma a Roma nella prima settimana di luglio, va rinviato a dopo
il Giubileo.
È
quanto hanno chiesto il 18 maggio a Palazzo Valentini i presidenti
della Regione Lazio, Francesco Storace, e della Provincia di Roma,
Silvano Moffa.Richiesta diretta al ministro dell'Interno, Enzo
Bianco, e agli organizzatori della manifestazione, per problemi di
ordine pubblico e più ancora per il rispetto dovuto alla Chiesa e
al Papa.
Accantonando
i motivi di ordine pubblico, sui quali si sono pronunciati anche il
questore e il prefetto, per Storace e Moffa non si può autorizzare
una manifestazione che costituirebbe un oltraggio al Santo Padre e
un'offesa alla sensibilità di tutti i credenti. Il "world
pride" andrebbe rinviato perché già nelle intenzioni nasce
come una manifestazione dichiaratamente bellicosa verso la Chiesa e
il Papa, blasfema ed oltraggiosa, come promettono certi siti
“gay”, in internet: "Perché nel millennio l'imperativo
è opporsi alla politica del Giubileo e al potere della Chiesa".(Osservatore
Romano)
La
strumentalizzazione dell’anno giubiliare per dare peso alla
manifestazione gay è quanto mai evidente; lo stesso fatto che
questo sarebbe il primo raduno a livello mondiale rende palese
l'importanza che gli organizzatori danno all'evento romano.
E
se le manifestazioni “gay” fossero dello stesso stampo della
marcia annuale di San Francisco?
Oscenità
e linguaggio e comportamenti blasfemi proprio davanti ai luoghi
sacri?
"Forse
tutto questo era sfuggito all'amministrazione capitolina quando
,all'inizio, deliberò un contributo di 350 milioni appoggiando
l'iniziativa (dice Storace)….
Diritto
di espressione?
Proposta
del dipartimento alle pari opportunità.
Katia
Bellillo, Ministro delle pari opportunità, ha comunicato che si
stava “valutando
l'eventualità di concedere il patrocinio del Dipartimento delle
Pari opportunità ad alcuni eventi" legati al Gay Pride. Il
Polo è scoppiato in polemica.
Il
ministro Bellillo si è impegnata a garantire lo svolgimento
dell'intera manifestazione compresa la marcia dell'8 luglio" .
In ragione di “certi” principi di libertà (La Repubblica).
Dall'affermazione di questi principi, insisteva Bellillo, "discende
la legittimità di forme famigliari e di stili di vita non
tradizionali, l'ammissibilità di qualunque decisione, libera e
consapevole, relativa all'uso del proprio corpo e alla propria
salute, la necessità che alcune scelte di vita non siano
discriminate rispetto a quelle maggioritarie". Nella camera
rimostranze erano venute quando la ministra citava a sproposito la
Costituzione «che ha individuato principi per garantire uguali
livelli di vita e di libertà per tutti e per tutte, nel
rispettodelle diversità...».
Il
polo è insorto in rimostranze, Fortunato Aloi ( An ) è stato
invitato a lasciare l’aula dopo un «non c’entra
niente…Queste(le parole della bellillo) sono sciocchezze,
lo dico da professore di Storia»,
La
bellillo sul gay pride promuoveva anche la promozione di un
protocollo d'intesa col ministero della Pubblica Istruzione e
l'associazione dei genitori di omosessuali».
Le
rimostranze a questo punto diventavano un coro: «Questa è una
vergogna!», «Anche la scuola!»… Palazzo Chigi in fine boccia
l'ipotesi formulata da Bellillo. (La Stampa).
Intanto
continuano a crescere le polemiche. la Cei ribadisce il suo giudizio
di «inopportunità» della marcia. Intervengono i protestanti e la
massoneria. La federazione Chiese Evangeliche esprime preoccupazione
«perché i governanti, anziché tutelare la laicità dello Stato,
qualificano i diritti di libertà conquistati dal popolo italiano
come un impedimento sul cammino di una totale acquiescenza alle
pretese della Conferenza episcopale».
Alessandro
Meluzzi (Udeur) invita addirittura il Papa a «porre fine, con un
gesto di saggezza, a quello che è diventato «un dibattito querulo
e inconcludente».( La Stampa)
Il
Ccd a largo Chigi, ha
organizzato la proiezione del filmato del Gay Pride di San
Francisco, a testimonianza del carattere blasfemo della
manifestazione. Il Circolo Mario Mieli che sta organizzando il
raduno romano, ha assicurato che alla parata ci saranno carri
musica, ma niente papi e papesse con guepiére:"La nostra
parola d'ordine è niente papi e papesse, come si erano visti anche
al Gay Pride dello scorso anno. "Così come non è da
aspettarsi un corteo con seni al vento e falli allo
scoperto..."Qualcuno potrà anche esibirli, ma ognuno può
manifestare come meglio crede e del resto questo è nello spirito
della manifestazione che è quello della visibilità
dell'omosessualità". (L'Unità)
Sarà
questo l’orgoglio Gay?
L’arcivescovo
Comastri:
"Ma
di quale orgoglio parlano gli omosessuali? Orgoglio di che, di chi? Per che cosa? La verità, invece, è un'altra:
manifestazioni come il World Gay
Pride non dovrebbero essere mai autorizzate, tantomeno durante il
Giubileo".
Non
usa mezzi termini l'arcivescovo Angelo Comastri, presidente del Comitato italiano del Giubileo del 2000. “quando la
libertà si trasforma in ostentazione, irrisione, pericolo di
sicurezza, mancanza di rispetto per gli altri,”insiste Comastri
“mi chiedo cosa è la
libertà". ..”quando la libertà significa confusione,
mancanza di rispetto, annebbiamento delle coscienze: ma di quale libertà stiamo parlando? Al
centro della nostra società ci sono dei valori universali che vanno
difesi? O chiunque può fare tutto? Se sì, allora diciamo
chiaramente che non ci sono più regole e ognuno può fare quello
che vuole".
"Questi
tipi di raduni sono inopportuni sempre, al di là del Giubileo. Che
senso ha organizzarli? Per ostentare quale tipo di orgoglio?".
“Non
entro nel merito delle posizioni politiche"[…]"Ognuno può
appoggiare chi vuole e qualsiasi iniziativa. La verità, però, è
una sola e non si baratta a colpi di maggioranza. Qui, invece,
stiamo andando avanti verso preoccupanti forme di deregulation a
tutti i livelli: addirittura
con queste manifestazioni non si capisce più che cosa è l'uomo e
cosa è la donna. […]".
“Se
le autorizzeranno se ne dovranno assumere tutte le responsabilità.
Secondo me, certe manifestazioni sono inopportune sempre, in
qualsiasi momento, non è un problema di compromessi. .(La
Repubblica)
Monsignor
Rino Fisichella, vescovo ausiliare di Roma e collaboratore di
stretta fiducia del cardinal Ruini, e` perentorio:Il Gay Pride e`
una provocazione.Mosse come il ritiro del patrocinio da parte del
sindaco Rutelli non convincono nessuno.(La repubblica).
Reazione
laicista
La
posizione così chiara e determinata dei vescovi ha provocato non
poche reazioni.
L’onorevole
Gianni Vattimo (DS), velenoso come nel suo intervento a Torino pieno
di livore riguardo il miracolo di Fatima definito come un “segreto
di pulcinella”, approfitta della questione dall’alto della sua
“tolleranza laicista” per scagliarsi contro quello che lui
ritiene retaggio della superstizione popolare (cfr. editoriale
dell’UNITA’ del 31 5 ‘00: vangelo e superstizione)… Vattimo
abbaia contro la presenza di papa, cardinali e prelati vari nei
programmi televisivi… contro un Rutelli “omofobo” che
indietreggia e rimangia il patrocinio al “gay pride”…contro
Lurdes …contro i miracoli…contro i dibattiti sull’eutanasia
“spadroneggiati” dai preti …contro un prematuro abbandono
dell’ANTICLERICALISMO…contro un presunto “delirio di
onnipotenza della chiesa Ruiniana” ...contro la gerarchia
ecclesiale. Vattimo sarcastico sbeffeggia il papa e la sua richiesta
di perdono per i figli della chiesa…torna alla carica, nel suo
editoriale, screditando le posizioni del CEI riguardo il “gay
pride” con una manovra neanche tanto abile. Inalbera le parole a
cui ormai è affezionato...ovvero: “sono proprio i credenti
oggi quelli che cominciano a sentirsi a disagio” le stesse che
ha usato in occasione del terzo segreto di Fatima svelato (cfr. con
l’articolo su Vattimo e altri filosofi «Questa vicenda del
mistero di Fatima credo imbarazzi i credenti più di
chiunque altro».da IL MATTINO 24 Maggio ‘00)
Ma
ci chiediamo quale imbarazzo dovrebbero provare i credenti .
L’imbarazzo
nel professare la Verità? L’imbarazzo di credere il corpo come
tempio di Cristo? L’imbarazzo nel credere la Chiesa Santa e Sposa
di Cristo? E dove potremmo trovare parole di Vita eterna?
Nell’ascolto e nell’obbedienza al papa e alla chiesa proviamo
fierezza… non imbarazzo!