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Nel 1997, però, nella didascalia posta a commento della foto della
"biondona svedese" scelta per illustrare l'articolo di Alonzo,
il Corriere
della Sera si lasciava scappare il mantra di rigore: "immagine del
mito
della "razza eletta" perseguito dal regime hitleriano e
purtroppo, secondo
le ultime rivelazioni, anche dalle società scandinave".
Ma, a quanto rivelano grandi quotidiani non certo "di destra"
come il
liberale svedese Dagens Nyheter e il liberal italiano la Repubblica,
l'eugenetica scandinava - e non solo quella - è in realtà la punta
dell'iceberg degli orrori della socialdemocrazia moderna, che di delitti
ne
conta a decine e che nulla ha da invidiare alle turpitudini praticate dal
regime nazionalsocialista.
Anzi: quella lo ha fatto per ben più lungo tempo di questo e sotto
mentite
spoglie e in pendenza di regimi tanto acclamati da essere sovente portati
sul palmo della mano e additati come esempio.
Solo il manicheismo viziato e vizioso del dopoguerra - complice anche il
trionfo del socialcomunismo internazionale - riesce a spiegare la storia
del secolo appena concluso in termini di scontro fra retrive forze del
male
irrazionale fascista da un lato e luminose schiere dell'antifascismo
progressista dall'altro.
Solo il manicheismo malato d'ipocrisia delle élite politiche e culturali
oggi al potere può attribuire la violenza e l'abominio sempre e soltanto
ai
"fascisti", trasformando peraltro in "fascisti" anche
i compagni di strada
che più non servono [Ho svolto qualche considerazione sull'uso
strumentale
e ideologico del termine "fascismo" ben oltre i suoi connotati
storici nel
mio L'asimmetria dell'Occidente tra gli opposti totalitarismi, in La nuova
Europa.
Rivista internazionale di cultura, anno VIII, n. 6, 1999, pp. 189-198.
Atti
del Convegno promosso dalla Fondazione Russia Cristiana e da DS, Seriate,
16-17 ottobre e 13-14 novembre 1999].
È con questa logica, infatti, che gli Ernst Nolte (alcune tesi del quale
sono state confermate dallo storico polacco, già prigioniero dei
nazionalsocialisti, Andrzej J. Kamínsky [Cfr. ANDRZEJ J. KAMÍNSKY e
CORRADO
STAJANO, La storia dei Lager. Vedi alla voce Gulag, in Corriere della
Sera,
del 24-8-1997, p. 25, con riferimento al volume, dello storico polacco, I
campi di concentramento dal 1896 a oggi, trad. it. Bollati Boringhieri,
Torino 1997]) diventano mostri solo per aver osato porre al manovratore
qualche domanda purtroppo non compresa nel questionario di regime che il
nostro mondo contrassegnato dal - come affermava Eric Voegelin -
"divieto
di fare domande" ha già preconfezionato ad usum principi.
O che i François Furet - quelli che, a coronamento di una lunga carriera
di
autentica serietà scientifica, cominciano a svelare (anche a spese delle
proprie convinzioni) il volto scomodo della democrazia moderna, alias
ideocrazia allo stato puro - vengono considerati degli scomodi
disturbatori. Per esempio da Lord Ralf Dahrendorf, che oltre a Nolte e a
Furet, non salverebbe nemmeno Renzo De Felice [Cfr. RALF DAHRENDORF e
RICCARDO CHIABERGE, Dahrendorf: Dio salvi la Regina, in Corriere della
Sera, del 17-8-1997, p. 25].
Lo scomparso Furet, gauchiste in cammino continuo approdato a una
sostanziale revisione dei miti fondatori della Sinistra internazionale
precedenti il 1917 bolscevico, fu - non a caso - un grande studioso della
Rivoluzione di Francia e fra i suoi meriti certamente non secondari sta la
sagace riscoperta di autori come l'abbé Augustin Barruel e il sociologo
Augustin Cochin, nonché l'accoglienza di studi sulla Guerra
d'Indipendenza
nordamericana meno proni del consueto agli stereotipi neoilluministi [Su
quest'ultimo punto, cfr., per esempio, PHILIPPE RAYNAUD, America e
Francia:
due rivoluzioni a confronto, in FRANÇOIS FURET, L'eredità della
rivoluzione
francese, trad. it. Laterza, Bari 1989, pp. 25-46].
È con la Rivoluzione del 1789, infatti, che ha inizio la democrazia
moderna
fatta di eugenetica omicida e di genocidio; è negli eccidi del settembre
1792 e nella tragedia del 1794 vandeano che vengono gettate le basi dello
sterminio di massa e quelle della sterilizzazione della società dagli
"elementi infetti", poi entrambe praticate su vasta scala nei
secoli
successivi da uomini e regimi che non hanno mai fatto i conti con la
storia..
Adolf Hitler nasce allora: non a caso lo storico francese Jean Dumont
descrive gli eccidi eugenetici di prostitute e di ritardati mentali,
avvenuti nelle prigioni rivoluzionarie francesi del 1792 - prova generale
del genocidio pre-malthusiano delle "bocche inutili" dei
"ribaldi" vandeani
-, come identici all'Operazione T4 con cui, nel 1939, il Reich
nazionalsocialista tentò di eliminare tutti gl'"imperfetti"
[Sugli eccidi
eugenetici del 1792, scatenati fomentando il terrore del complotto estero
e/o controrivoluzionario, cfr. ...JEAN DUMONT, ... I falsi miti della
Rivoluzione francese, Effedieffe, Milano 1990, pp. 69-73. Sulla tragedia
della Vandea, cfr. REYNALD SECHER, cfr. Il genocidio vandeano, Effedieffe,
Milano 1991; JEAN-NOËL "GRACCHUS" BABEUF, La guerra di Vandea e
il Sistema
di spopolamento, Effedieffe, Milano 1991; ...R. SECHER; in generale, mi
permetto di rimandare anche al mio L'omicidio legalizzato, in Percorsi di
politica, cultura, economia, anno II, n. 8, luglio 1998, pp. 30-35, in cui
svolgo - specificamente trattando dell'ideologia abortista -
considerazioni
non estranee al filo del ragionamento seguito in questa sede].
Hitler nasce nella Francia rivoluzionaria di due secoli fa, e con lui -
prima e dopo - vi nascono Vladimir Ilic Ulianov detto Lenin, Josef
Vissarionovic Stalin, Mao Zedong, Ho-Chi-Minh, Pol-Pot, Enver Hoxha,
Nicolae Ceausescu, Erich Hoenecker, e quant'altri.
[segue]
Marco Respinti
(c) Percorsi
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