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Monsignor Fisichella : dialogo impossibile.

il gay pride è una provocazione

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Il no della Chiesa
"Dialogo impossibile"
di MARCO POLITI

ROMA - Un gesto di dialogo della Chiesa verso gli omosessuali.
La richiesta sale dai settori piu` disparati. "Una parola di
amicizia", chiede Gad Lerner su la Repubblica.
"Un gesto di coraggio", auspica don Albanese, dei centri di
accoglienza.
Il ministro Katia Bellillo spera in un giubileo come "riconciliazione
tra fratelli".
Il senatore Meluzzi, Udeur, invoca il Papa a "tendere la sua mano
ferma e paterna".
La risposta della Chiesa e` gelida.
Non qui, non ora, non con chi si prepara a contestare la fede e il
Papa.
Monsignor Rino Fisichella, vescovo ausiliare di Roma e collaboratore
di stretta fiducia del cardinal Ruini, e` perentorio.
Il Gay Pride e` una provocazione.
Mosse come il ritiro del patrocinio da parte del sindaco non
convincono nessuno.
Un governo che non garantisca i diritti dei credenti dovra`
assumersi le sue responsabilita`.
I cattolici "decideranno al momento del voto" chi tutela meglio i
loro valori.
Il vescovo Fisichella e` uomo di punta di Ruini negli ambienti
culturali e politici, che ben conosce come "cappellano" di
Montecitorio.
Le sue parole aprono spiragli su scenari che vanno oltre l'anno
Duemila.
Monsignor Fisichella, il Papa non puo` dire una parola di dialogo
all'indirizzo dei gay?

"Qui c'e` un equivoco. Il dialogo c'e` gia`. La Chiesa non ha
problemi a dialogare con le singole persone, che hanno la loro
storia e le loro esigenze. Ma sui principi della morale non si puo`
cedere. La Chiesa non puo` accettare che l'orientamento omosessuale
sia proposto come comportamento morale. Non accettiamo la
legittimita` del comportamento, dialoghiamo invece con le persone
omosessuali".

Questa e` una situazione speciale.
"L'altro giorno il Papa ha abbracciato una prostituta portatrice di
Aids, ma la Chiesa non puo` dire che la prostituzione sia un
comportamento valido. e' chiaro?".

Ma, insomma, i gay possono organizzarsi per farsi valere?
"Possono mettersi insieme perche' vengano tolte forme di
discriminazione non conformi ad una societa` civile. Difendersi
e` lecito. Proporre i propri comportamenti come fossero neutrali o
un modello da seguire non e` lecito".

Lo Stato non ha il dovere di garantire a tutti di manifestare
liberamente contro qualcuno o qualcosa?
"Non si nega a nessuno la liberta` di manifestare anche la propria
contrarieta`. Pero` uno Stato laico dev'essere capace di
difendere e far rispettare anche i valori dei credenti".

E se c'e` un contrasto di posizioni fra diversi soggetti?
"In caso di conflitto lo Stato sceglie e se ne assume la
responsabilita`, rispettando la maggioranza senza conculcare la
minoranza".

In pratica i gay non dovrebbero contestare la Chiesa.
"Questa manifestazione non e` una contestazione, e` una
provocazione nei confronti della maggioranza dei cittadini".

Il Gay Pride si fara`.
"Se lo Stato compie un atto politico, pone i credenti nella
condizione di rispondere con un atto politico. Se uno Stato o un
Governo difendono posizioni provocatorie, i cittadini e i credenti
voteranno per qualcun altro per vedere difese le proprie posizioni".

Il Comune ha ritirato il patrocinio.
"Non serve giocare allo scaricabarile, negare il patrocinio e`
politichese, sottigliezze che i cittadini non capiscono".

Non basta una trattativa sul percorso?
"Non e` che qui stiamo a discutere "Ti do` tanto, mi dai tanto".
Milioni di persone stanno vivendo a Roma un avvenimento di fede,
milioni di persone vengono a Roma ispirate ad un comportamento
spirituale, civile, religioso. E vogliono fare una manifestazione
provocatoria contro la fede e i credenti? La facciano. Io per me
avrei sospeso il Giubileo".

Monsignore, Stato, Governo, Comune hanno fatto tantissimo, anche
finanziariamente, perche' il Giubileo si svolgesse nelle migliori
condizioni. E dovrebbero vietare una manifestazione di opinione
diversa?
"Certo che si`, se lei pone la domanda in questo modo. Ma quando si
garantisce una manifestazione del genere, si deve anche sapere le
forme che assume. Perche' non si mostra alla televisione cos'e`
accaduto a San Francisco o a Berlino?".

A Berlino c'ero anch'io, quando il Papa e` stato contestato.
Qualche pomodoro, una donna nuda che correva davanti al papamobile.
E la visita ha seguito il suo corso.
"Ma a Berlino non c'era l' Anno Santo".

Pensa che uno Stato laico debba mettersi a controllare come si
esprimono i partecipanti ad una dimostrazione?
"Proprio uno Stato laico ha il dovere di salvaguardare i diritti
della maggioranza e la maggioranza oggi a Roma sono i credenti. Non
c'e` dubbio. A me sembra che questa manifestazione sia imposta al
mondo cattolico da una determinata parte politica e ideologica".

E chi sarebbe?
"Leggo sui giornali che il segretario dei Ds, Veltroni, ha telefonato
al premier Amato perche' venga dato il nulla-osta al Gay Pride. Non
e` una parte politica?".

E il Governo che doveva fare?
"Al momento debito i cittadini decideranno con il voto. Il voto e`
fatto per questo, affinche' i cittadini - in uno Stato laico -
vedano rappresentati programmi e valori. e' la democrazia. I
cittadini votano per chi vogliono. Per decidere come siano vissuti
i propri valori in determinati momenti".

Dunque, non c'e` via d'uscita?
"Roma assistera` al World Gay Pride e i pellegrini di tutto il
mondo saranno costretti a sopportare gli scherni e le contestazioni
- speriamo non violente - rivolti alla fede e ad un Papa, che
in questo momento tutto merita tranne la contestazione".

(c) La Repubblica

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