COMITATO OVEST MELEGNANO |
LA CHIMICA SARONIO La chimica Saronio ha rappresentato per Melegnano
uno dei più importanti insediamenti industriali.
Perchè se ne parla ancora oggi? La Chimica Saronio nei quarant'anni di attività si è espansa
notevolmente sul territorio del
comune di Melegnano e su quello confinante di Cerro al Lambro. Oggi ciò che
rimane è una pesante eredità costituita da ritrovamenti di stratificazioni di
fanghi residui della produzione, vasche di decantazione inquinate, discariche. I
terreni sui quali la Chimica aveva la produzione sono altamente contaminati da
ammine aromatiche; "sostanze
fondamentali nel processo produttivo dei coloranti per tessuti, e impiegate
nello stabilimento senza alcuna misura di prevenzione o di protezione nei
confronti dello sviluppo di vapori e polveri". Le ammine sono
generalmente tossiche e quelle aromatiche sono composti cancerogeni sospetti o
accertati. Molti ex dipendenti sono morti di tumore alla vescica.
I risultati di un
indagine condotta nel 1977 dello SMAL (Servizio Medicina Ambiente
di Lavoro) sono inequivocabili: 38 casi di morte per tumori alla vescica
accertati, pari a tre volte la mortalità media nazionale per tale malattia. E' il 13 gennaio 2003 il comune di Melegnano in una ordinanza diffida la società Edison, succeduta nella proprietà dell'area, a “provvedere ai sensi dell’art. 17, comma 2, del d.lgs. 22/97, agli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale delle aree inquinate”. Ad oggi sul terreno inquinato si contano solamente due interventi:
Fra
polemiche,
contrattempi e ritardi (il Cittadino
6 giugno 2006
e 21
giugno 2006) i lavori di quest'ultima bonifica si
protraggono fino al 12 luglio 2006. A più riprese il Comitato Ovest chiede di
essere coinvolto nelle decisioni future riguardanti la destinazione dell'area
bonificata (il Cittadino
26 giugno 2006,
18 luglio 2006
e 25 luglio 2006)
e si avanzano le
prime proposte sia da parte dell'allora amministrazione pubblica che del
Comitato di quartiere. Ma per dare il via libera ai lavori per edificare l'area
mancano il collaudo, da parte dell'ARPA, dell'opera di bonifica ed i
controlli e le certificazioni della provincia di Milano e della regione
Lombardia (il Cittadino
21 ottobre 2006
e 15
novembre 2006). La nuova giunta appena insediatasi al comune di Melegnano ricorre al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR per la Lombardia che il 22 novembre 2006 annullava i provvedimenti del comune di Melegnano contro la società Edison, ne da notizia il Cittadino il 22 maggio 2007 dopo la pubblicazione della sentenza avvenuta il mese precedente. Il Comitato Ovest esprime preoccupazione per la mancanza di chiarezza su tutta la vicenda ex-Saronio (i nulla-osta che tardano ad arrivare, i pozzetti improvvisamente realizzati, i controlli sulle acque). La MEA Spa, la multiservizi che fra le altre attività di interesse pubblico gestisce anche l’acqua potabile, rende pubbliche nella bacheca comunale le analisi delle acque dell'acquedotto eseguite il 28 giugno 2007 e i referti analitici dei monitoraggi effettuati sull’acquedotto nell’anno 2005 (Prospetto riassuntivo analisi acque del 28 giugno 2007). Presso la direzione generale sanità della regione si tiene un'incontro tra ASL MI2, ARPA, Provincia di Milano, Regione Lombardia (Unità Organizzativa Prevenzione e Ufficio bonifiche) "allo scopo di esaminare la situazione legata all'inquinamento conseguente all'attività della Ditta Saronio" così recita il verbale della riunione tenutasi il 19 luglio 2007 con oggetto "Sito di interesse regionale denominato ex Società Saronio. Interventi a tutela della pubblica salute". Nell'incontro l'interesse si focalizza sull'analisi dei rischi sanitari per la popolazione residente prendendo in considerazione la situazione delle acque, dell'inquinamento indoor, degli ortaggi e disponendo le azioni da intraprendere. La riunione si conclude con la considerazione di ritenere indispensabile l'installazione di una barriera idraulica come ne sono già state realizzate in provincia di Lodi, con l'obiettivo di raccogliere l’acqua inquinata e mandarla a un depuratore allo scopo di salvaguardare le falde più profonde dalla contaminazione. Sono stati decisi controlli da parte dell'ARPA sull’inquinamento indoor, sostanzialmente quello provocato dalle evaporazioni del benzene e degli idrocarburi in locali tipo cantine e garage (il Cittadino 16 settembre 2007). E' stato inoltre deciso il coinvolgimento dell'Istituto Superiore di Sanità nella valutazione dei dati e delle azioni da intraprendere e dell'ICPS (Centro Internazionale per gli Antiparassitari e la Prevenzione Sanitaria) per una valutazione sulle possibili interazioni tra inquinanti e ortaggi e coltivazioni ingenerale su terreni contaminati (il Cittadino 28 settembre 2007). Le acque della prima falda
(20÷30 metri) sono
fortemente contaminate, nel 2005 era già stata emessa un'ordinanza affinchè non
venissero utilizzate per bagnare gli orti. Inoltre a causa dell’incompleta
separazione tra prima e seconda falda i pozzi pubblici di acqua potabile
(Giardino, Cervi e
Monti1) che attingono dalla
seconda falda
sono stati chiusi perchè trovati
inquinati. Per fortuna rimangono i pozzi (Monti 2, Lazio e
Lombardia) che pescano in terza falda molto più profonda
(130 metri) e separata da uno spesso strato di terreno argilloso
impermeabile. Nell'ottobre 2007, sono passati più di due anni dall'inizio dell'operazione di bonifica, anche la Provincia rimuove ogni vincolo, l'area è ora libera e pronta per l’attuazione del piano di lottizzazione, si attende il progetto per il recupero dell’area che sarà comunque concordato con il comitato Ovest. Sui problemi reali si innesta la bagarre politica con il solito giochino tutto italiano dello scarico di responsabilità (il Cittadino 27 settembre 2007 - 4 ottobre 2007 - 5 ottobre 2007 - 10 ottobre 2007). Febbraio 2008: il Tar della Lombardia respinge la richiesta di sospensiva dell’Edison. Nel frattempo (il Cittadino 22 aprile 2008) i Comuni di Melegnano e di Cerro al Lambro firmano una convenzione per una gestione comune dell'emergenza e aprono un contenzioso con la società che per risposta ricorre al Consiglio di Stato. Prosegue l'iter per l'approvazione del piano di urbanizzazione dell'area (il Cittadino 6 febbraio 2008 - 16 luglio 2008 - 18 settembre 2008) e il Comitato Ovest, presente ad alcune riunioni, avanza tutta una serie di osservazioni (il cittadino 23 febbraio 2008 e 11 marzo 2008) al progetto che prevede un complesso residenziale composto da 115 appartamenti distribuiti su due palazzine. Lunedì 27 ottobre 2008 si apre il cantiere, viene innalzata la gru ed hanno inizio i lavori del complesso residenziale. continua ... |