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La chimica Saronio
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LA CHIMICA SARONIO

La chimica Saronio ha rappresentato per Melegnano uno dei più importanti insediamenti industriali.
La sua attività ha inizio nel lontano 1926 fino alla data di chiusura della fabbrica nel 1966, ma la sua storia prosegue fino ai giorni nostri. Passa il mouse sulla foto per visualizzare il piano di lottizzazione.

Perchè se ne parla ancora oggi?

La Chimica Saronio nei quarant'anni di attività si è espansa notevolmente sul territorio del comune di Melegnano e su quello confinante di Cerro al Lambro. Oggi ciò che rimane è una pesante eredità costituita da ritrovamenti di stratificazioni di fanghi residui della produzione, vasche di decantazione inquinate, discariche. I terreni sui quali la Chimica aveva la produzione sono altamente contaminati da ammine aromatiche; "sostanze fondamentali nel processo produttivo dei coloranti per tessuti, e impiegate nello stabilimento senza alcuna misura di prevenzione o di protezione nei confronti dello sviluppo di vapori e polveri".  Le ammine sono generalmente tossiche e quelle aromatiche sono composti cancerogeni sospetti o accertati.
In recenti analisi l’Asl ha evidenziato anche importanti quantitativi di benzene, oltre a cloroformio, diclorobenzene e cloronitrobenzene in concentrazioni anche mille volte superiori ai limiti della soglia di contaminazione stabilita dalla legge

Molti ex dipendenti sono morti di tumore alla vescica. I risultati di un indagine condotta nel 1977 dello SMAL (Servizio Medicina Ambiente di Lavoro) sono inequivocabili: 38 casi di morte per tumori alla vescica accertati, pari a tre volte la mortalità media nazionale per tale malattia.

Negli anni '70 e '80 sono state realizzate urbanizzazioni incuranti  del fatto che sui terreni sorgesse una fabbrica chimica ed i terreni erano ad elevato inquinamento legato alla tossicità delle lavorazioni e produzioni che vi venivano svolte.

E' il 13 gennaio 2003 il comune di Melegnano in una ordinanza diffida la società Edison, succeduta nella proprietà dell'area, a “provvedere ai sensi dell’art. 17, comma 2, del d.lgs. 22/97, agli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale delle aree inquinate”.

Ad oggi sul terreno inquinato si contano solamente due interventi:

  • nel 1988 lungo il nuovo tracciato ferroviario dell'Alta Velocità si effettua il confinamento dei terreni inquinati piuttosto che la loro bonifica. L'intervento prevede "la perimetrazione dell’area, la copertura con sabbia e poi con teli impermeabili della zona contaminata e la raccolta controllata delle acque meteoriche".
  • nel 2005 (ufficialmente il 12 luglio) in un'area di 26 mila metri quadrati, destinata in passato ad ospitare spettacoli viaggianti, ma di consistenza pari a un decimo del totale delle aree di proprietà della fabbrica si inizia la bonifica del terreno su cui dovrà sorgere un complesso residenziale. E cominciano ad emergere i primi allarmanti segnali circa la preoccupante situazione dell'area mentre il Comune cerca di rassicurare  gli abitanti.

Fra polemiche, contrattempi e ritardi (il Cittadino 6 giugno 200621 giugno 2006)  i lavori di quest'ultima bonifica si protraggono fino al 12 luglio 2006. A più riprese il Comitato Ovest chiede di essere coinvolto nelle decisioni future riguardanti la destinazione dell'area bonificata (il Cittadino 26 giugno 200618 luglio 2006 e 25 luglio 2006) e si avanzano le prime proposte sia da parte dell'allora amministrazione pubblica che del Comitato di quartiere. Ma per dare il via libera ai lavori per edificare l'area mancano il collaudo, da parte dell'ARPA, dell'opera di bonifica  ed i controlli e le certificazioni della provincia di Milano e della regione Lombardia (il Cittadino 21 ottobre 200615 novembre 2006).
Il collaudo ha esito positivo e contestualmente la provincia di Milano trivella la periferia ovest creando una decina di pozzetti di controllo della falda acquifera.

La nuova giunta appena insediatasi al comune di Melegnano ricorre al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR per la Lombardia che il 22 novembre 2006 annullava i provvedimenti del comune di Melegnano contro la società Edison, ne da notizia il Cittadino il 22 maggio 2007 dopo la pubblicazione della sentenza avvenuta il mese precedente. Il Comitato Ovest esprime preoccupazione per la mancanza di chiarezza su tutta la vicenda ex-Saronio (i nulla-osta che tardano ad arrivare, i pozzetti improvvisamente realizzati, i controlli sulle acque).

La MEA Spa, la multiservizi che fra le altre attività di interesse pubblico gestisce anche l’acqua potabile, rende pubbliche nella bacheca comunale le analisi delle acque dell'acquedotto eseguite il 28 giugno 2007 e i referti analitici dei monitoraggi effettuati sull’acquedotto nell’anno 2005 (Prospetto riassuntivo analisi acque del 28 giugno 2007).

Presso la direzione generale sanità della regione si tiene un'incontro tra ASL MI2, ARPA, Provincia di Milano, Regione Lombardia (Unità Organizzativa Prevenzione e Ufficio bonifiche) "allo scopo di esaminare la situazione legata all'inquinamento conseguente all'attività della Ditta Saronio" così recita il verbale della riunione tenutasi il 19 luglio 2007 con oggetto "Sito di interesse regionale denominato ex Società Saronio. Interventi a tutela della pubblica salute". Nell'incontro l'interesse si focalizza sull'analisi dei rischi sanitari per la popolazione residente prendendo in considerazione la situazione delle acque, dell'inquinamento indoor, degli ortaggi e disponendo le azioni da intraprendere. La riunione si conclude con la considerazione di ritenere indispensabile l'installazione di una barriera idraulica come ne sono già state realizzate in provincia di Lodi, con l'obiettivo di raccogliere l’acqua inquinata e mandarla a un depuratore allo scopo di salvaguardare le falde più profonde dalla contaminazione.

Sono stati decisi controlli da parte dell'ARPA sull’inquinamento indoor, sostanzialmente quello provocato dalle evaporazioni del benzene e degli idrocarburi in locali tipo cantine e garage (il Cittadino 16 settembre 2007). E' stato inoltre deciso il coinvolgimento dell'Istituto Superiore di Sanità nella valutazione dei dati e delle azioni da intraprendere  e dell'ICPS (Centro Internazionale per gli Antiparassitari e la Prevenzione Sanitaria) per una valutazione sulle possibili interazioni tra inquinanti e ortaggi e coltivazioni ingenerale su terreni contaminati (il Cittadino 28 settembre 2007).

Le acque della prima falda (20÷30 metri) sono fortemente contaminate, nel 2005 era già stata emessa un'ordinanza  affinchè non venissero  utilizzate per bagnare gli orti. Inoltre a causa dell’incompleta separazione tra prima e seconda falda i pozzi pubblici di acqua potabile (Giardino, Cervi e Monti1) che attingono dalla seconda falda sono stati chiusi perchè trovati inquinati. Per fortuna rimangono i pozzi (Monti 2, Lazio e Lombardia) che pescano in terza falda molto più profonda (130 metri) e separata da uno spesso strato di terreno argilloso impermeabile.
La Mea in Commissione Bilancio del Consiglio comunale di Melegnano del 2 ottobre 2007 illustra la situazione dei pozzi e solleva il problema del grave ritardo con cui è stata avvisata del risultato delle analisi

Nell'ottobre 2007, sono passati più di due anni dall'inizio dell'operazione di bonifica, anche la Provincia rimuove ogni vincolo, l'area è ora libera e pronta per l’attuazione del piano di lottizzazione, si attende il progetto per il recupero dell’area che sarà comunque concordato con il comitato Ovest.

Sui problemi reali si innesta la bagarre politica con il solito giochino tutto italiano dello scarico di responsabilità (il Cittadino 27 settembre 2007  -  4 ottobre 2007  -  5 ottobre 2007  -  10 ottobre 2007).

Febbraio 2008: il  Tar della Lombardia respinge la richiesta di sospensiva dell’Edison. Nel frattempo (il Cittadino 22 aprile 2008) i Comuni di Melegnano e di Cerro al Lambro firmano una convenzione per una gestione comune dell'emergenza e aprono un contenzioso con la società che per risposta ricorre al Consiglio di Stato.

Prosegue l'iter per l'approvazione del piano di urbanizzazione dell'area (il Cittadino 6 febbraio 2008 - 16 luglio 2008 - 18 settembre 2008) e il Comitato Ovest, presente ad alcune riunioni, avanza tutta una serie di osservazioni (il cittadino 23 febbraio 2008 e 11 marzo 2008) al progetto che prevede un complesso residenziale composto da 115 appartamenti distribuiti su due palazzine.

Lunedì 27 ottobre 2008 si apre il cantiere, viene innalzata la gru ed hanno inizio i lavori del complesso residenziale.

continua ...


LA STORIA DELLA SARONIO