Sarebbe contaminata da sostanze cancerogene che arrivano anche dalla ex Saronio.
«Ma l’acqua dei rubinetti è sicura»
Sotto Melegnano c’è un lago di veleni
Confermato l’inquinamento della falda acquifera superficiale 

L’inquinamento della ditta ex Saronio di Melegnano torna a far paura. L’azienda che si occupava della produzione di ammine aromatiche (coloranti) e anche di aggressivi chimici per uso bellico fino agli anni Sessanta continua a lasciare conseguenze deleterie del suo passaggio. La situazione del grave inquinamento dell’acqua di falda superficiale, già nota da anni, è stata riconfermata di recente dalle ultime analisi effettuate dalla provincia di Milano. Da anni si attende che venga finanziata la barriera idraulica, ritenuta indispensabile dalle autorità, volta a salvaguardare le acque della falda profonda, utilizzata in casa, da quella superficiale contaminata da inquinanti cancerogeni.
Sulla situazione dell’ex Saronio ora è stato coinvolto anche l’Istituto superiore di sanità. L’acqua che scende dai rubinetti di casa, secondo l’Asl «è perfettamente sicura, anzi è buonissima perché molto antica, e pesca ad alte profondità». Ben diversa, invece, la situazione dell’acqua di prima falda. Gli ultimi dati, trasmessi dall’Asl di Milano 2, in questo senso sono chiari. «La falda superficiale del comune di Melegnano che prosegue in direzione del comune di Cerro - spiega Maurizio Montanelli, responsabile del dipartimento di prevenzione dell’Asl, nella relazione effettuata all’indomani dell’incontro avvenuto il 19 luglio presso la direzione generale sanità della regione - risulta fortemente inquinata, almeno fino al setto argilloso che separa la falda superficiale da quella tradizionale. Gli inquinanti presenti destano forti preoccupazioni, perché contengono ammine aromatiche, fra cui la benzidina e la betanaftilamina, noti cancerogeni umani per la vescica». I dati arrivano dal documento della provincia di Milano “Monitoraggio idrochimico. Inquinamento della falda proveniente dalla ex chimica Saronio” del 4 giugno, nel quale vengono riportati i risultati delle analisi sull’acqua campionata dai piezometri (pozzi per i rilievi) e da pozzi superficiali presenti nell’interno e nelle vicinanze dell’area ex Saronio. Secondo la relazione dell’Asl, «le analisi rilevano anche la presenza di importanti quantitativi di benzene (fino a 660 microgrammi), altro noto cancerogeno umano tossico per il sistema ematopoietico», che presiede alla formazione del sangue.

I piezometri realizzati per i controlli di rito - spiega Montanelli - dimostrano anche la presenza di cloroformio, diclorobenzene, cloronitrobenzeni in concentrazioni anche di mille volte superiori ai limiti della soglia di contaminazione stabilita dalla legge». Alla popolazione, ribadisce il medico «viene fornita acqua di buona qualità; però risulta indispensabile intervenire a protezione delle falde profonde, prima che l’inquinamento arrivi ad interessare anche queste ultime, installando una barriera idraulica, ritenuta da tutti indispensabile».

Come prima azione Arpa, regione, Asl e provincia hanno deciso l’effettuazione del monitoraggio dei pozzi privati dei comuni di Cerro e Melegnano. «È necessario verificare - dice Montanelli - la situazione dell’acquifero a livello superficiale, dal quale generalmente captano l’acqua per il consumo diretto vecchi pozzi privati ad uso familiare ancora attivi e dislocati in aree non servite dall’acquedotto comunale. L’analisi verrà effettuata all’inizio di ottobre. A Melegnano però, i pozzi pubblici pescano tutti intorno ai 120 metri di profondità a parte il pozzo di via Giardino che però è presidiato, ha i filtri a carbone attivo e funziona solo per poche ore durante il giorno. Gli altri pescano in profondità e sono sicuri perché protetti idrogeologicamente dal terreno. Poi ci sono i pozzi di Cerro che vengono controllati periodicamente. Quasi tutti pescano in falda profonda, uno solo pesca in falda superficiale, ma non è contaminato e comunque buona parte dei pozzi è dotata di filtri.
L’acqua contaminata, quella di superficie, arriva fino a 20, 30 metri di profondità. Quindi la falda profonda è completamente protetta. L’acqua di Melegnano è buonissima perché è molto profonda. E quando la falda è molto profonda, l’acqua è più garantita: è meno influenzata da attività antropiche superficiali».

Quello dell’acqua però non è l’unico problema generato dalla ex Saronio. Nei prossimi giorni l’Arpa di Milano darà il via anche ad analisi all’interno delle case, soprattutto in cantine e seminterrati per via del «rischio non accettabile generato dal percorso dei vapori indoor derivati dalla falda superficiale. Tale rischio - spiega Montanelli - è dovuto al benzene e agli idrocarburi. Poiché negli anni, parte dell’ex Saronio e vaste aree circostanti sono state oggetto di edificazione industriale e residenziale, è necessario valutare il rischio costituito dal potenziale di evaporazione del benzene e degli idrocarburi negli edifici a cominciare da cantine e garage. Anche su questo aspetto interverrà l’Istituto superiore di sanità».
Il Centro internazionale per la sicurezza degli antiparassitari e la prevenzione sanitaria che ha sede presso l’ospedale Sacco di Milano, invece, valuterà le possibili interazioni tra sostanze inquinanti e ortaggi, o produzioni agricole coltivate sui terreni contaminati. I risultati arriveranno, si spera, a breve.

(tratto da "il Cittadino" del 16 settembre 2007)