«La barriera idraulica non c’è perché mancano
le risorse»
Quello della barriera idraulica mai costruita è un
problema di risorse. Anche perché, intanto, l’acqua che si beve tra Melegnano e
Cerro è buonissima. A dirlo sono gli amministratori. «Io - ammette l’ex sindaco
di Melegnano Nino Dolcini - bevo l’acqua del rubinetto. E, posso dirlo in piena
coscienza, sotto la mia amministrazione, l’acqua di Melegnano è migliorata.
Il problema dell’inquinamento generato dalla ex Saronio è noto fin dai
tempi dell’amministrazione Mezzi. Per quanto riguarda le acque superficiali
dell’area Saronio, esiste una mia ordinanza di 3 anni fa che ne vietava
ogni uso. I pozzi della zona sono tutti chiusi. L’acqua di Melegnano arriva
dalla zona Maiocchetta, che è a nord. Non solo, tutte le analisi fatte dall’Asl
dicono che la nostra acqua è buonissima».
L’inquinamento della falda
superficiale potrebbe essere eventualmente pericoloso se l’acqua venisse
utilizzata dalle aziende agricole per irrigare i campi e abbeverare gli animali.
«In zona forse - commenta Dolcini - c’è una sola azienda agricola attiva.
L’acqua è di competenza provinciale, però esiste una montagna di verbali di
conferenze di servizi effettuate in regione sul problema dell’ex Saronio.
Se la barriera idraulica non è mai stata realizzata è perché deve essere
finanziata. Rispetto all’ex Saronio però l’acqua di casa viene pescata a
monte, quindi è assolutamente
impossibile che risalga».
Convinta della salubrità di quanto scende dai rubinetti anche l’ex assessore all’ecologia Giulia Pagliaccio. «Che la prima falda fosse inquinata si è sempre saputo - dice -; avevamo emesso un’ordinanza per impedire che l’acqua di falda superficiale venisse utilizzata per bagnare gli orti. La situazione comunque è stata sempre ben monitorata».
Tranquillo anche il
sindaco di Cerro al Lambro
Dario Signorini: «Abbiamo chiesto ai cittadini che utilizzano pozzi privati di
far fare le analisi all’Asl e di mandarci i risultati - spiega -; gli esiti sono
sempre stati buoni; solo in un caso c’era acqua contaminata, ma non dalle
ammine: si trattava di inquinamento organico. Le analisi vengono fatte spesso
dal Cap e problemi non ci sono. Siamo impegnati da anni su questo fronte,
comunque e i nostri pozzi funzionano solo con i filtri». Per quanto riguarda le
aziende agricole di Cerro, continua il sindaco, «quelli che utilizzano il loro
pozzo hanno prodotto le analisi. Solo in un caso si usava acqua superficiale per
irrigare e in un altro per gli animali, ma i controlli erano stati negativi.
Quello della barriera idraulica è un problema di risorse». La barriera, che è
come un piccolo pozzo, ha l’obiettivo di raccogliere l’acqua inquinata e
mandarla a un depuratore. La provincia di Lodi ne ha installate alcune, per
esempio alla Cromotime di Mulazzano e all’ex Rabo di Crespiatica.
Adesso l’Asl di
Milano 2 ha detto che è «indispensabile» anche all’ex Saronio. E i
cittadini ne hanno diritto.
(tratto da "il Cittadino" del 16
settembre 2007)