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Il simbolo del circo comico di "Zelig", Claudio Bisio, compare all'improvviso alla conferenza stampa di presentazione del concerto, con la sua pelata e il suo faccione, sulla testa del direttore di Rai Tre Ruffini. Anche se sta zitto fa ridere, figuriamoci quando comincia a parlare. Proiettato su un maxischermo posto sopra le massime autorità Rai, Bisio non ci pensa un attimo e comincia a fare le corna, poi le smorfie, ben sapendo chi c'è sotto di lui. Si diverte e fa divertire tutti i giornalisti accorsi per la presentazione della kermesse del Primo Maggio, dedicata quest'anno all'allargamento dell'Europa. Le polemiche non mancano: la manifestazione verrà trasmessa su Rai tre in semi-differita con un ritardo di circa quindici minuti rispetto alla piazza. Giusto il tempo di cancellare qualche dichiarazione "scomoda" dal palco. Censura? Bisio non se ne cura più di tanto, anche se il tutto gli sembra un po' assurdo. Sa che sarà una lunga maratona musicale ma è convinto che i suoi di Zelig lo sapranno aiutare. E spera che, durante la giornata, arrivi qualche buona nuova dall'Iraq sugli ostaggi italiani.
Che effetto le fa condurre il concerto del Primo Maggio?
Sono davvero molto emozionato. Come mi sento? Ve lo dirò sabato sera. Ho visto le edizioni precedenti condotte da Amendola, Cortellesi e Chiambretti: cercherò di non deludere. Visti i tempi e le cose che stanno accadendo, cercherò di essere il più sobrio possibile. Per adesso sono grato a chi mi ha dato questa possibilità. Un grazie particolare a Mediaset, con cui ho un contratto in esclusiva, che mi ha concesso la liberatoria per partecipare al concerto in veste di conduttore.
Come sarà il "suo" Primo Maggio?
Volete sapere se durante il concerto ci saranno siparietti comici stile "Zelig"? Certamente sì, ma non parleremo più di tanto. La protagonista dell'intera giornata è e resterà la musica. Dobbiamo considerare che una cosa è fare spettacolo davanti a 800 persone, in teatro. Altra cosa è esibirsi davanti a centinaia di migliaia di persone, in piazza. Al mio fianco avrò Paolo Cevoli, l'assessore afasico di Zelig, e Sergio Sgrilli che mi faranno da spalla e mi aiuteranno a portare a termine questa lunga maratona musicale. Ci sarà anche un quartetto d'archi di Genova che si chiama Zelig, proprio come la nostra trasmissione, che contribuirà all'omaggio a Fabrizio De André.
Come si vede e soprattutto come si sente? Atletico come Amendola? Come riuscirà a dominare la piazza?
Mi ricordo ancora l'incipit di Amendola in piazza S. Giovanni, lo scorso anno. Qualche giorno prima dell'evento aveva assicurato che non avrebbe urlato. Salito sul palco, con il microfono in mano non è riuscito a trattenersi ed è esploso: «Ma come faccio a non urlare davanti a una piazza come questaaaa?». È difficile prevedere in anticipo come sarò e cosa farò su quel palco. Tutta quella gente mi scaricherà addosso un'onda d'urto fortissima. Forse urlerò anch'io.
L'ombra lunga dell'Iraq arriverà necessariamente fino al concerto. Come pensa di gestirla?
Sul palco con me ci saranno anche Gino e Michele, mi saranno d'aiuto. Stabilirò con loro qualcosa da dire. Io ho 47 anni, sono 20 anni che faccio questo mestiere. Sono pronto a dare in diretta qualunque notizia, spero positiva, se ci sarà. Credo di essere in grado di saper gestire eventi, notizie e sorprese anche di questo tenore, dopo tanti anni di lavoro.
La politica salirà sul palco?
A meno di sessanta giorni dalle elezioni europee non si può parlare di politica... ma qualche siparietto verrà fuori di certo. In ogni caso non parleremo molto, è più giusto lasciare spazio alla musica. Il concerto, con molta probabilità, sarà trasmesso in differita dalla Rai, per la prima volta in 14 anni per evitare comizi politici o "incidenti" dal palco. Cosa ne pensa?
Lo dico senza mezze parole: per me è una decisione stigmatizzabile. È come se non si fidassero di me e dell'organizzazione. Ci sarà qualcuno che decide cosa tagliare e cosa no? Chi è che in un quarto d'ora si prenderà questa responsabilità? Dove si riuniranno per prendere questa decisione? La diretta impone grande responsabilità: adesso sono i nostri censori a prendersela in carico. Per quanto ci riguarda possiamo reagire in due modi: pensare "adesso ti faccio vedere io" e dire dal palco tutto quello che ci passa per la testa, oppure pensare "non mi tagli niente, scommettiamo?". Ecco, ho deciso di accettare e affrontare questa seconda sfida. Registrare programmi non è cosa nuova per me: "Zelig" è registrato due giorni prima di andare in onda. Mi fido totalmente di Gino e Michele che sono al montaggio e tagliano e cuciono il programma. Tutto questo mi dà tranquillità e un'immensa libertà sul palcoscenico. Ma qui è un'altra cosa: ci sono 15 minuti 15 di tempo per decidere se una frase è censurabile o meno. E se dico 15 minuti di cavolate, la differita Rai cosa fa? Tampona la diretta della piazza? In fondo però meglio così. Se mi tolgono la differita mi blocco, non so che ca...o dire.
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