| chi sono | interviste | articoli | contattami | foto | Blog |

http://news2000.libero.it/editoriali/eda117.html
Blog di guerra dall'Iraq 24 maggio 2004
Intervista esclusiva ad Alessandro Gaeta, inviato speciale Rai a Nassiriya, autore di www.teleblog.tv
Paolo Nuti

Un blog di guerra non è certo una novità. Se però a scriverlo è l'inviato del Tg1 in Iraq, la novità c'è eccome. Perché i suoi reportage raggiungono già milioni di persone grazie alla tv: che bisogno c'era di trascriverli on line? Si tratta forse di un escamotage contro la censura? Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Gaeta, inviato del Tg1 a Nassiriya, che da qualche tempo aggiorna quotidianamente il suo teleblog.tv con foto e racconti inediti dai campi di combattimento.

La prima domanda è d'obbligo: ma come fai a aggiornare il tuo blog? Che tipo di connessione usi?
Fino allo scorso settembre utilizzavo la connessione dati del Turaya abbinata ai telefoni satellitari di nuova generazione. La velocità è accettabile per i testi, ma estenuante per le foto e per i siti web "pesanti". Da quest'anno utilizzo il modem satellitare B-gam, contenuto in una valigetta impermeabile che può stare all'aperto ed è tutto un altro vivere.

Perché hai scelto di aprire un blog sul web?
Per il piacere di raccontare le tante storie che, a causa degli spazi ristretti della televisione, rischiano di rimanere nel mio taccuino. E poi, a fine giornata, che cosa c'è di meglio di un diario per mettere in ordine gli appunti?

Tu parli già a milioni di persone attraverso la tv, sei un giornalista di successo. In video non ti senti abbastanza libero? È per questo che usi il web per raccontare la guerra?
Sicuramente essere editori di se stessi ti lascia più ampi margini di libertà. Ma il giornalista del servizio pubblico, quello che svolge questa professione con profondo senso etico, proprio perché sa adoperare la sua libertà nel rispetto di tutte le idee, non soffre né di censura né di autocensura. Dice quello che pensa... finché può.

Ci racconti una tua giornata tipo da inviato Rai? Quanti collegamenti? La notte dormi? Dove e come? Che cosa mangi?
A Nassiriya dormivamo nella base militare italiana. Stavolta l'albergo in città lo abbiamo usato molto poco, troppi sguardi e troppa tensione attorno a noi; e poi eravamo nel pieno dell'emergenza ostaggi: meglio tornare al sicuro prima del buio. Quanto al lavoro vero e proprio, l'inviato Rai deve garantire al suo telegiornale almeno un servizio al giorno. Storie e immagini, interviste e curiosità di vita quotidiana: per realizzare un racconto decente che non sia uno sterile bollettino di guerra. Per far questo se ne va tutta la giornata con lo svantaggio che in Iraq siamo due ore avanti: s'inizia a lavorare alle otto del mattino e si finisce alle dieci di sera (quando in Italia va in onda il Tg delle 20). Poi ti dedichi al blog e tra testi e foto se ne vanno altre due ore. Nel frattempo ti sei dimenticato che la mensa della caserma chiude e prima di stenderti sulla brandina ti mangi una scatoletta di tonno... Poi c'è l'emergenza e tutto viene stravolto anche perché, se non ci sono altri inviati, sei in pool per tutta la Rai, radio compresa. Quando hanno bombardato di notte la sede dell'Autorità di Governo provvisoria a Nassiriya, abbiamo iniziato con i Tg della notte e passando per il giornale radio, Unomattina eccetera, siamo arrivati ai Tg della sera dopo con diciotto ore di lavoro sulle spalle, ma per fortuna non è sempre così.

Quale è la tua impressione sul campo? I nostri militari hanno paura? Come si stanno comportando?
Credo che il loro mandato sia pieno di contraddizioni: dovrebbero distribuire aiuti umanitari e contribuire alla ricostruzione del Paese, ma finora hanno potuto spendere solo 450mila euro. Dovevano insegnare ai poliziotti iracheni a comportarsi da persone perbene, ma a giudicare da quello che succede nel carcere di Nassiriya direi che gli alunni hanno ancora molto da imparare. Non sono andati lì a fare la guerra ma gli tirano addosso con i mortai, razzi e raffiche di kalashnikov. Insomma al posto loro mi sentirei quanto meno frustrato e invece... Fanno il loro lavoro con sufficiente gentilezza (tranne quando fanno da scorta ma siamo già nell'ambito di un compito delicato) e competenza. Sono sotto tiro da un mese e fino alla morte del povero Matteo se l'erano cavata con pochi feriti. Penso che siano dei bravi soldati.

Come ti aiuta il web nel tuo lavoro di inviato?
Mi aiuta a riordinare gli appunti e, grazie alle fotografie, a mettere a fuoco quanto ho visto durante la giornata.

Hai paura? Pensi mai alla tua famiglia?
La paura è sempre un'ottima consigliera. E la consapevolezza che c'è qualcuno a casa che ti aspetta e che ha il diritto di rivederti spesso ti salva la vita

Quando cresceranno che cosa racconterai ai tuoi figli? Consiglierai loro di fare i giornalisti?
Se la mia non sarà l'ultima generazione di giornalisti liberi, forse sì. Ma è meglio far passare un po' di acqua sotto i ponti prima di dare consigli così impegnativi; e poi la nostra professione attraversa una fase di crisi, c'è troppa mediocrità in giro e troppa voglia di chiudere la bocca a chi critica. Attualmente non so se quello di fare il giornalista sarebbe un buon consiglio.

Sei parte in causa, ma come giudichi l'informazione mondiale sulla guerra in Iraq? E quella italiana?
Quella italiana tende un po' troppo al bollettino di guerra dimenticando che i conflitti non sono solo morti e feriti ma sono le storie di persone in carne e ossa che soffrono gli orrori della guerra. La grande stampa internazionale (americana soprattutto) ha invece subìto in patria qualche condizionamento. Poi però, quando il New Yorker mette le mani sulle foto delle torture, ti accorgi di quanto negli Stati Uniti la stampa sia autorevole.

Fare l'inviato di guerra è una scelta, una missione o una sfida?
Non può essere una scelta obbligata. Per portare a casa la pelle devi affidarti all'intuito e dunque essere sereno nelle scelte: i condizionamenti che ti arrivano dalla redazione per telefono possono essere pericolosi. Il giornalismo di guerra è una missione? Forse definirlo una missione è un po' troppo. Direi che il giornalismo ha o dovrebbe avere una funzione critica per stimolare la crescita dell'opinione pubblica. Purtroppo però il giornalismo italiano, troppo legato ai poteri forti, ha perso in parte la sua autorevolezza e questa funzione di cane da guardia del sistema si è via via appannata. Ma se riesci a far vivere gli orrori della guerra anche a chi giudica comodamente seduto in poltrona hai ottenuto un piccolo ma importante risultato e questo, almeno per quanto mi riguarda, mi dà soddisfazione e mi fa stare con la coscienza a posto.

C'è una scena, una situazione particolarmente commovente che ti ha colpito e che non dimenticherai facilmente?
Putroppo quando entri in una galleria dell'orrore come può essere un paese in guerra le scene terribili diventano parte del tuo panorama quotidiano, Si sovrappongono l'una sull'altra. Il ricordo più forte di questo mio ultimo viaggio in Iraq è sicuramente la visita al girone dei poveri, una palazzina semidistrutta a poche centinia di metri dalla sede dell'Autorità provvisoria di Nassiriya, dunque a pochi passi da dove si dovrebbero organizzare gli aiuti e la ricostruzione del Paese. Ci vivono ammassate 180 persone in condizioni miserevoli: da quando è finita la guerra, cioè da più di un anno, hanno ricevuto una stufa a gas, cinque litri d'acqua e un pacchetto di thè, e basta.

*******************************************************

Se quest'articolo/intervista/post ti è stato utile, supportami con una donazione (con un click sotto, via PayPal): potrò continuare a scrivere anche grazie al tuo aiuto.
Ti ringrazio


Alessandro Gennari
¤ Ok mi iscrivo
¤ Mi hai rotto, cancellami.
Patrice Leconte 17-12-04
Luisa Ranieri 10-12-04
Lola Ponce 15-10-04
Marco Montemagno 16-10-04
Pedro Almodovar 01-10-04
Sabrina Paravicini 29-09-04
Pino Scaccia 18-09-04
Leonardo Chiariglione 02-07-04
Mago Otelma 13-06-04
Agnese Nano 04-06-04
Rocco Siffredi 01-06-04
Alessandro Gaeta 24-05-04
Christiane Filangeri 18-05-04
Mario Procopio 04-05-04
Claudio Bisio 30-04-04
Alex Infascelli 18-04-04
Francesca Neri 09-04-04
Fiorello 02-04-04
Laia Marull 22-03-04
Sergio Rubini 19-03-04
Alamanno Contucci 26-03-04
Giuliano Urbani 19-03-04
Paolo Nuti 19-03-04
 
Ambra Angioini13-06-03
Selvaggia Lucarelli 09-05-03
Franco Battiato 09-05-03
Paz Vega 18-04-03
Rowan Atkinson 11-04-03
Luca Vendruscolo 1-04-03
Paolo Virzì 21-03-03
Loredana Cannata 14-03-03
Ferzan Ozpetek 28-02-03
Anna Galiena 19-02-03
Renée Zellweger 10-02-03
Sergio Cofferati 21-02-03
Monica Bellucci 04-02-03
Steven Spielberg 30-01-03
Roberta Lanfranchi 17-01-03
Riccardo Faenza 16-01-03
Leonardo di Caprio 13-01-03
Romina Mondello 09-01-03
 
 
 
 
{menu5}