La Cannata, protagonista di "Un caso di coscienza" rivela: «Proposte indecenti? Sono gli uomini a subirle, non le donne»
Tuta da ginnastica, cartine e tabacco, in splendido
assetto da guerra. Si è presentata così Loretana
Cannata alla conferenza stampa della nuova
fiction "Un caso di coscienza"
(in onda ogni martedì su RaiDue per sei settimane) dove interpreta
il ruolo dell'avvocato Alice accanto
a Sebastiano Somma. Giovane, determinata, con il pelo sullo stomaco,
come si direbbe, anche se dalle foto non sembra. Il successo per lei
è arrivato dopo moltagavetta, un film
di Aurelio Grimaldi
("La donna lupo") e un paio di fiction fortunate
("Il bello delle donne 2" e "La
squadra" su canale 5). Una bellezza
non convenzionale la sua. Eppure, al tavolo
del cast, durante l'incontro sembrava esserci solo lei. Il talento
non le manca, la determinazione e la grinta anche. Il fascino poi
è un dono di natura: o ce l'hai o non ce l'hai. Le hanno regalato
anche quello. Facile profezia: la ritroveremo presto sul grande schermo,
diretta da qualche buon regista. Perché è un "cavallo di razza che
ama andare a briglia sciolta", ma con il fantino giusto farà faville.
Ci siamo fumati una sigaretta con lei: ci ha svelato com'è iniziata
la sua carriera, cosa ne pensa della tv
spazzatura e soprattutto che è un'amante della rete e di Libero.it.
Contraccambiamo di buon grado la gentilezza: anche a noi piace il
suo stile.
Un avvocato ambizioso, privo di scrupoli,
che vive solo per la carriera e il successo: è Alice, il personaggio
che interpreti in "Un caso di coscienza". Sei così agguerrita anche
nella vita di tutti i giorni?
No, nella vita ci sono delle cose su cui non riesco proprio a passare
sopra. Ad esempio non riuscirei a calpestare qualcuno solo per il
lavoro anche perché, contrariamente a quanto si possa pensare, il
rispetto per gli altri, nel lungo termine, viene sempre ripagato.
C'è un valore su cui non puoi scendere a
compromessi? Se c'è, qual è?
Il rispetto della vita umana: secondo me deve essere messo prima di
tutto. Ma anche la libertà è importante. La mia in primo luogo, ma
naturalmente anche quella degli altri. E infine la verità: voi giornalisti
avete un compito importante, quello di riportare esattamente come
stanno le cose per dare al pubblico elementi utili a valutare la realtà
che ci circonda.
Come è iniziata la tua carriera nel mondo dello spettacolo?
Ho cominciato da bambina, decidendo che volevo fare questo lavoro
a tutti i costi. Ben presto è diventato il sogno della mia vita. Io
sono siciliana, sono venuta a Roma con la scusa dell'Università per
fare la giornalista. Poi ho iniziato a chiedere in giro. Ma non è
stato facile: nel '94 non c'era nulla e nessuno che poteva dirmi dove
e come cominciare. La prima cosa che ho fatto è stato capire che cosa
non dovevo fare. Pian piano sono arrivata alle scuole giuste e da
lì tanta gavetta, tanti provini. Ho vagato per Roma in lungo e in
largo senza raggiungere mai niente di concreto fin quando ho girato
il mio primo film, una piccola parte in "Maestrale" nel '98 dove ho
conosciuto Guia Jelo, che a me piace considerare la mia "madrina di
carriera". Lei mi ha presentato Aurelio Grimaldi e da lì, dopo "Donna
lupo" ho cominciato a lavorare sul serio.
Un consiglio a chi coltiva il tuo stesso
sogno.
Oggi forse ci sono molte più persone che voglione lavorare nel mondo
dello spettacolo rispetto a dieci anni fa e questo è un problema per
chi è agli inizi. Ma bisogna tener duro e insistere. Ringrazio il
cielo di non essere stata una debuttante negli Anni Ottanta: tante
carriere sono state bruciate in quel periodo.
Molte ragazze sostengono di ricevere "proposte
indecenti" in cambio di un provino o una piccola parte...
In realtà se prima erano le donne a ricevere un sacco di proposte
indecenti, adesso sono più gli uomini. Ho tantissimi amici che cercano
di fare gli attori e che vengono da me a lamentarsi. Può sembrare
strano ma è un dato di fatto.
Un regista ti ha definita un cavallo di
razza che corre bene a briglia sciolta e che con il giusto fantino
può fare faville...
Si, è stato Ennio Consorti. Mi è sempre rimasta impressa questa sua
definizione: mi stava aiutando a preparare un provino. Non me la sono
più dimenticata: per me è un complimento
Progetti futuri?
Di proposte ne ho ricevute molte ma ancora non ho firmato niente...
E cosa aspetti?
Il successo di questa fiction sulla Rai per aumentare il mio caché
(ride)!! A parte scherzi il prossimo 25 aprile uscirà un film per
il cinema che ho fatto con Nello Correale e poi a maggio un film di
Aurelio Grimaldi su Pasolini dove ho fatto una piccola parte
Due domande di routine: la prima è sulla
tv spazzatura. Hai visto il film di Muccino "Ricordati
di me"?
Sì, l'ho visto. Devo dire che non sono molto d'accordo con questa
stigmatizzazione delle ragazze che sognano di fare le veline. Le ragazzine
di provincia rimangono affascinate dalle veline perché sono come loro:
non sanno fare niente di particolare. Eppure ballando sopra un tavolo
guadagnano un sacco di soldi. Mi sembra un'osservazione scontata.
Inoltre il "mestiere" di velina può essere il lancio per la carriera
nel mondo dello spettacolo. Inoltre non è detto che una velina non
possa diventare un avvocato, un medico o qualcos'altro. Può essere
un periodo della vita... Ci sono altre spazzature più grandi in tv...
l'abbassamento culturale televisivo è anche altro: portare le persone
normali in televisione in un certo modo è vergognoso...
La seconda: usi internet?
Certo, sono molto mediatica, internettiana direi. Anzi, proprio oggi
dovrebbe andare on line il mio sito, loredanacannata.com.
Per me la rete è libertà: nel mio spazio posso dire e fare quello
che voglio ma soprattutto posso pubblicare online le foto che voglio.
Perché i giornali hanno il talento di mettere quelle più brutte...
Perché non eri presente all'anteprima della
fiction? Scaramanzia?
No, perché mi voglio rivedere in tv sdraiata a letto da sola sapendo
che mi stanno guardando tutti da casa... è come se mi sentissi una
finestra nella mia stanza in quel momento. Comunque è una cosa molto
strana soprattutto quando incontri quella gente che t'ha vista sul
piccolo schermo e pensa di conoscere come sei...
Com'è stato lavorare con il sex-symbol Sebastiano
Somma?
Quando abbiamo girato non lo era! (ride). Devo dire che è un attore
con una professionalità e una carineria rare. È stata un'esperienza
esaltante.
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