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diario della crisi: 2010 - Ventottesimo mese di SESSANTA minimo (forse aggiungerò un anno)
P.S. qualcuno vocifera di un ventennio critico
Il 2010 sarà un anno difficile e duro (speravo di no)
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I CONVEGNI DELLE FESTE DEMOCRATICHE
Morti Bianche. Diario dal mondo del lavoro
02/06/2010
Di F. Allegri
Martedì sera sono stato alla festa democratica è assistito alla presentazione del libro di Samanta Di Persio “Morti Bianche. Diario dal mondo del lavoro”.
La serata è stata condotta con garbo da Silvia Vannelli che abbiamo conosciuto il mese scorso nel corso del dibattito tenuto a Ponzano con Gramolati della CGIL e Fassina economista del PD.
Ho conosciuto Samanta prima del dibattito e mi ha colpito il suo sorriso poi l’ho vista sul palco e ho apprezzato la sua grinta, la sua lucidità e la sua determinazione.
Ho capito che aveva le doti morali necessarie e il coraggio per scrivere questo libro: lei ha buttato giù dei muri culturali, di quelli spessi e alti.
Samanta ha parlato dei processi che seguono molti casi di morte sul lavoro dovuti a ragioni perseguibili a livello penale e civile, è andata oltre la normale informazione.
Lei mi ha detto: “Non si investe sul precario, il lavoratore diviene un pezzo”.
Aggiungerei usa e getta, o usa e rimpiazza, parliamo del lato oscuro del lavoro inventato da Clinton e importato in Europa da Blair, questa è una mia considerazione!
Silvia ha chiesto alla nostra giovane scrittrice di raccontare due storie emblematiche.
Samanta ha scelto un caso di silicosi (fra i tanti) della nostra zona e una storia accaduta a Ortezzano in una fabbrica di frontalini per lavatrici dove morì un ragazzo di 23 anni perché una pressa che doveva avere 3 sistemi di sicurezza non ne aveva nessuno.
Due dirigenti dello stabilimento furono condannati a 8 mesi con la condizionale.
Questo ragazzo non riposa nemmeno in un loculo tutto suo, fu sepolto in un sito prestato da un’amica di famiglia che era anziana e s’era premunita.
Se ho capito bene, è partita una mobilitazione per acquistare un forno in un cimitero! Il fatto è triste da ogni prospettiva.
Subito dopo Samanta ha parlato delle morti sul lavoro in Spagna: in quel paese gli infortuni sono calati del 40% dopo varie riforme. In Italia abbiamo avuto un milione di infortuni e i morti sono passati da 1300 a 1200. Come dire, si poteva e doveva fare meglio; qualcuno si è mosso come i gamberi (nell’attuale governo). I morti nell’edilizia sono 600.
Qui aggiungo un pezzettino che ho ripreso da una mia traduzione recente degli scritti di Ralph Nader (Sullo stato dell’Unione del 29/01/2009) e lo faccio perché nessuno dispone di dati provenienti dagli USA. Ecco cosa disse Nader al punto 8: “…. sulla guerra in Iraq, arrivò al massimo, dichiarando “non sbaglio: questa guerra è finita e tutte le nostre truppe stanno venendo a casa.” Non per davvero. Sia Bush che Obama hanno deciso che 50.000 soldati rimarranno in Iraq indefinitamente, con molti altri nella regione del Golfo Persico. I contribuenti americani pagheranno quasi $800 milioni all’anno solo per sorvegliare l’ambasciata USA e il suo personale a Baghdad. Tale cifra da sola è più grande sia dei bilanci annuali dell’OSHA ($502 milioni per occuparsi dei 58.000 morti sul lavoro in USA) o del NHTSA ($730 milioni per occuparsi degli oltre 40.000 morti sulla strada). Mando tale editoriale alla Casa Bianca…”.
Subito dopo Samanta ha affrontato la questione dei sindacati.
Il primo colpo l’ha scoccato contro la UIL che la ricevette con fastidio quando andò a parlare con alcuni dirigenti del suo progetto.
Alla CGIL l’invitarono a rivolgersi all’INAIL. Solo i COBAS e il RDB CUB sono stati disponibili con lei.
In tema di controlli mi ha dato delle informazioni che conoscevo: le asl possono fare un controllo ogni 33 anni per azienda, nella nostra zona siamo a uno ogni 11. Se questa è la verità forse sarebbe il caso di prevedere il controllo obbligatorio per inizio attività. (mia proposta).
Gli infortuni invalidanti sono 40.000 all’anno.
Samanta ha raccontato anche il caso Mulas, una madre di 5 figli che ha visto morire sul lavoro, prima un figlio e poi anche il marito. Ci furono 2 processi, entrambi prescritti: nel caso del figlio per fallimento della ditta mentre nel caso del padre c’è stata la prescrizione consueta.
Nel 2001 partì dalla Sardegna e andò a vivere a Bergamo dove nel mese di luglio una trave cadde da una gru manovrata dal padre. La famiglia si trasferì a Varese con gli altri 4 figli, 15 mesi dopo il marito chiamò la donna per chiederle di denunciare all’ASL l’impalcatura della ditta dove lui lavorava in quel periodo. Dopo una settimana ricevette la risposta dalla Asl che non aveva i mezzi per fare controlli preventivi: il marito della signora era già caduto e morto.
Fra le soluzione che Samanta propone c’è un principio: facciamo come in Svezia, diamo più potere al responsabile per la sicurezza.
Ci ha anche ricordato che il governo Prodi aveva proposto un fondo per i familiari delle vittime sul lavoro: non è mai stato finanziato e come avete letto sopra c’è anche in USA.
La legge sul patteggiamento ha creato delle ingiustizie ulteriori, nessuno va più in galera, nemmeno per pochi mesi.
Lo scandalo italiano è l’ILVA di Taranto che in questi anni ha avuto 40 morti, un processo ha portato a una condanna per 14 mesi, ma poi è seguita la prescrizione, non è un fatto noto, a mio avviso.
Il grande processo è un altro, quello della Tissenkrupp, ma Samanta ci invita a non illuderci: sicuramente non farà scuola e nemmeno giurisprudenza.
Bisogna lavorare per educare alla sicurezza sul lavoro e ho appreso con fastidio civile che la Lombardia e la Toscana sono le maglie nere nella classifica degli infortuni sul lavoro.
Pubblicherò questo scritto anche nel mio diario sulla crisi: il tema mi sembra pertinente. Anzi questo scritto farà da spartiacque tra i pezzi scritti prima del crollo greco e quelli che farò nei prossimi mesi.
Alla fine io e un sindacalista abbiamo posto alcune domande, io ho introdotto la questione del salario minimo mentre l’altro interlocutore ha parlato della RLS e ha difeso l’impegno dei sindacati toscani e della FIOM.
L’argomento va tenuto vivo, si deve parlare di difesa preventiva. Io farò il nodo al fazzoletto e ho deciso di mantenere i contatti con questa scrittrice.
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