Carpfishing in fiume by Mauri


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Gambero della Louisiana

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Gambero della Louisiana

Il gambero rosso della louisiana e' un crostaceo d'acqua dolce, originario del Centro-Sud degli Stati Uniti e del Nord-Est del Messico. Il suo nome scientifico e' Procambarus clarkii e viene considerato un gambero killer per la sua aggressivita'. E' diffuso in America, Europa, Africa e Asia, e in italia era presente fino a qualche anno fa' solo in alcuni allevamenti, mentre ora e' presente in moltissimi laghi del centro - nord come ad esempio Viverone e nei principali fiumi, come l'Arno, il Po e il Tevere. Si riproduce con estrema facilita' e si adatta a qualsiasi circostanza climatica. La femmina depone da 300 a 700 uova 1-2 volte l'anno e, dopo una incubazione che puo' variare da 1 mese a tre mesi abbandona la prole che si mantiene autonomamente. Raggiunge la maturita' sessuale molto in fretta e, nel giro di 4-5 mesi dalla schiusa delle uova e' gia' in grado di accoppiarsi e di riprodursi. Ecco il motivo per cui e' in grado di colonizzare rapidamente, roggie, canali, laghi, e fiumi e non disdegna di adattarsi anche alle risaie e piccoli stagni. Quest'ultimi, nonostante sono soggetti a periodi di prosciugamento per opera dell'uomo e per la forte evaporazione dei mesi estivi, non costituiscono in alcun modo un problema per la sopravvivenza del gambero, in quanto e' in grado di scavare profonde tane nel terreno alla ricerca dell'umidita' neccessaria, che gli consente di sopravvivere fino alla stagione in cui il livello dell'acqua ritorna nella sua normalita'.

E' in grado di sopravvivere parecchie ore anche fuori dall'acqua, respirando l'ossigeno, questo gli permette gli spostamenti sul terreno alla ricerca di nuovi habitat da colonizzare. Personalmente ho visto e catturato, in compagnia dei mie compagni di pesca, Alessandro, Francesco e Mauro, alcuni esemplari di gamberi della louisiana, in un tratto del basso Tanaro e in una roggia che si immette proprio nei pressi di Rivarone. In pochi minuti, dopo averne individuato qualcuno, ci e' stato sufficiente con l'aiuto di un paio di guanti, catturarne un discreto numero che successivamente, in parte ho introdotto nel mio acquario di casa, mentre i rimanenti sono stati destinati per la realizzazione di un succulente pranzo che ha organizzato Alessandro. Sono di ottimo sapore, molto polposi e non sono da meno rispetto ai comuni gamberi venduti nelle pescherie. Osservando il loro comportamento in acquario, ho potuto assistere piu' volte alla muta che avviene almeno due volte l'anno e consiste nell'abbandonare il proprio guscio che fa da involucro e lo protegge dai piccoli predatori, in quanto e' come una sorta di corazza dura e ruvida. Subito dopo la muta, in natura il gambero e' esposto al rischio di predazione o per meglio dire di cannibalismo, da parte dei propri simili che approfittando della mancanza della corazza, affondano le proprie chele nella tenera carne, fino a spolparlo completamente. In effetti, nei giorni che precedono la muta, il gambero si rifugia in una tana, fino a quando la nuova corazza protettiva si sara' ristabilita.

I predatori di questo crostaceo, presenti nei fiumi della mia provincia, sono tutte le varieta' di persici, i lucci, i siluri e tra gli uccelli il cormorano, l'airone e la garzetta. E' un animale prevalentemente con abitudini notturne, si ciba di tutto, e purtroppo predilige uova di pesce, piccoli pesci, avannotti, girini, larve di insetti e tutte le forme di vita vegetali presenti nei corsi d'acqua. Inoltre si nutre di tutte le sostanze organiche presenti nell'acqua, sia di origine vegetale e animale. E' una specie alloctona, pericolosa per l'ecosistema acquatico, in grado, se presente in grandi colonie, di sfalsare i gia' precari equilibrii dei nostri fiumi. Purtroppo, si e' gia' potuto constatare che, nelle zone in cui e' presente, ha gia' preso il soppravvento sulla specie autoctona del gambero di fiume. E' da considerare la sua resistenza alle malattie, in modo particolare e' immune al virus che ha decimato migliaia e migliaia di gamberi autoctoni (la cosiddetta "peste del gambero"), ed e' quindi un portatore sano. Ritengo che questo piccolo crostaceo, della lunghezza di circa 15 cm. se non controllato in qualche modo, possa arrecare gravissimi danni alla fauna acquatica di ogni corso d'acqua e per quanto mi riguarda da vicino, ai fiumi Bormida e Tanaro, dove la loro presenza si e' gia' fatta notare numerosa negli ultimi tempi. Tutte le foto raffigurate, sono state scattate nel mio acquario domestico.


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