Carpfishing in fiume by Mauri


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Amur

La carpa

L'Amur

L'amur appartiene alla specie delle carpe erbivore e il suo nome originario e' Ctenopharyngodon idellus, ed e' originario del continente asiatico e piu' precisamente prende il nome dal fiume omonimo: l'Amur, uno dei piu' popolati da questa specie. Ha il corpo molto allungato e ricoperto uniformemente da grosse scaglie, e possiede una potentissima pinna caudale definita omocerca per i due lobi simmetrici, grazie alla quale lo pone tra i migliori nuotatori per eccellenza dei nostri fiumi. La testa e' fusiforme, e come il resto del corpo, assomiglia vagamente ad un grosso cavedano e la sua bocca e' collocata in posizione mediana.

In Italia e' stato introdotto non molti anni fa, sia in alcuni laghi per la pesca sportiva, che in alcuni corsi d'acqua dell'Italia settentrionale, per contrastare il proliferarsi di alcuni tipi di alghe acquatiche infestanti. Infatti, l'amur e' sicuramente il piu' grande ciprinide con alimentazione prevalentemente fitofaga, che popola i nostri bacini sia lacustri che fluviali. E' in grado di divorare grandi quantitativi di vegetazione acquatica, sopratutto nella stagione estiva quando l'acqua raggiunge temperature molto elevate. Con il tempo si e' adattato e non disdegna di cibarsi anche con boilies, mais, tiger e altre esche utilizzate comunemente dai pescatori. Nella mia provincia, Alessandria, e' presente sopratutto negli ultimi chilometri di corso, dei fiumi Bormida e Tanaro ed e' capitato molto recentemente ad un mio amico, di catturare un bellissimo esemplare di amur, utilizzando come esca una amarena, tipico frutto per insidiare i cavedani. E' un pesce, a volte molto combattivo, specie nella fase finale della cattura, cioe' nel momento in cui si tenta di guadinarlo. Mi e' capitato di catturare diversi esemplari senza che l'avvisatore emettesse alcun suono, ma solo accorgendomi di piccoli movimenti guardando il cimino della canna sopratutto senza la classica partenza a cui tutti siamo abituati. Subito dopo la ferrata, la senzazione di aver allamato un pesce di piccola taglia, che recuperato rapidamente in pochi istanti, rivelava a sorpresa la sua vera identita'. Subito dopo aver calato il guadino in acqua, ecco sprigionarsi in tutta la sua potenza con ripartenze brusche e improvvise a tal punto da mettere a dura prova la tenuta dell'attrezzatura (canna e monofilo) e l'abilita' e l'esperienza del pescatore. Al contrario, mi e' capitato di catturare esemplari che al momento dell'abboccata facevano suonare prontamente l'avvisatore a lungo, quasi come capita con la carpa comune, e successivamente facevano subito intuire la propria taglia con duri combattimenti a colpi di frizione e molta pazienza da parte mia nella fase di recupero, infatti non conviene aver molta fretta di guadinarlo, ma conviene stancarlo il piu' possibile per essere sicuri di non perderlo. Personalmente, quando mi arriva a tiro di guadino, preferisco provocare volutamente piu' ripartenze del pesce, toccandolo con l'estremita' opposta dell'asta del guadino per due o tre volte fino a quando mi accorgo che e' ormai stremato e pronto per essere guadinato.

E' gia' successo a piu' pescatori di trovarsi la rete del guadino sfondata, solo per la fretta di effettuare la cattura o per la mancanza di esperienza. L'amur, proprio per la sua conformazione del corpo molto allungata, e una pinna caudale potentissima, e' in grado di sfondare con la testa, la rete del guadino piu' robusta alla prima ripartenza dopo esservi entrato. Un consiglio che vorrei dare a chi non ha avuto ancora la fortuna di provare l'emozione di allamare un amur, e' di avere molta pazienza e sopratutto, una volta guadinato, di usare tutti gli accorgimenti del caso per non danneggiare il pesce, infatti l'amur e' delicatissimo e per questo motivo si deve procedere in fretta durante la fase di pesatura e foto di rito, avendo l'accortezza di bagnarlo in continuazione prima di rimetterlo in liberta'. Un altro accorgimento importante, e' di tenerlo per la coda e muoverlo in acqua per qualche minuto per dargli il tempo di fare uscire l'aria dalla vescica natatoria ed evitare che il pesce una volta rilasciato, si giri a pancia in su con la conseguente ed inevitabile morte certa. Contemporaneamente a questa operazione, e' consigliabile comprimere leggermente il ventre del pesce procedendo con dei movimenti in avanti e indietro proprio per facilitare la fuoriuscita dell'aria dalla vescica natatoria. L'amur e' un pesce che si muove a branchi e per questo motivo non sono rare le partenze multiple. Nella mia esperienza di carpfishing, mi e' capitato quasi di tutto e molto recentemente di fare una tripletta, cioe' tre amur allamati contemporaneamente alle tre canne fissate sul pod. E' stata un emozione fortissima con la cattura rocambolesca di tutti e tre gli esemplari over 18 Kg. effettuati non so come in una sessione in solitaria, cosa molto rara visto che prediligo la compagnia, ma sicuramente e' stata un'esperienza che ha messo a dura prova il mio sangue freddo nell'affrontare con successo la circostanza. Dobbiamo tener presente, che l'amur e' una specie ittica "alloctona", cioe' non originaria del nostro territorio, e di conseguenza il regolamento nazionale della pesca sportiva, prevede il sanzionamento per coloro che vengono sorpresi a rilasciare il pesce dopo la sua cattura.

Anche la carpa comune e' originaria dell'asia, ma e' da considerarsi una specie acclimatata nel tempo e considerata specie protetta. A differenza di altre specie " alloctone" come ad esempio l'aspio, il siluro e il lucioperca, l'amur non e' un predatore e tenendo conto anche del fatto che non si dovrebbe riprodurre spontaneamente e' da considerarsi una delle specie aliene meno dannose per il nostro ambiente fluviale. Per quanto concerne la riproduzione dell'amur, molte cose sono state dette e scritte a questo riguardo ed emerge che per riprodursi spontaneamente, questa specie ha bisogno di un lungo corso d'acqua, con un buon flusso di corrente in grado di trascinare le uova per molti chilometri, ossigenandole prima della loro schiusa. Infatti le uova depositate dalla femmina dell'amur, al contrario di tutte le altre specie ittiche, al momento della deposizione non si incollano sul fondale, ma bensi' rotolano liberamente lasciandosi trascinare dalla corrente del fiume. Dalle campionature dei pesci effettuate dagli ittiologi della zona di Alessandria, sembra che la popolazione degli amur sia costituita esclusivamente da esemplari adulti, quelli di taglia inferiore raggiungono il peso di circa 10 chilogrammi, questo avvalora ancor piu' la tesi che l'amur non e' in grado di riprodursi spontaneamente nei nostri fiumi. La mia opinione in merito, considerando che in natura ciascuna specie animale e' in grado di modificarsi lentamente nel corso del tempo, e' che anche questa specie sia in grado di adattarsi all'habitat in cui vive, diversamente saremo costretti ad assistere impotenti alla sua scomparsa, almeno per quanto riguarda il nostro territorio. Vorrei segnalarvi un fatto curioso degno di nota, accaduto subito dopo la grande piena di maggio 2009 del fiume Tanaro, subito dopo circa due settimane dall'esondazione avvenuta in piu' zone dell'alessandrino, durante una sessione di pesca, mi e' capitato si trovare in una zona ripariale del fiume, una carcassa di un pesce di circa 2 Kg. di peso, ormai ridotto ad uno scheletro, e l'unica parte discretamente riconoscibile era proprio la testa.

Facendo una attenta analisi sopratutto della bocca, cioe' la parte meglio conservata, e andando per esclusione aiutandomi con le scale dicotomiche utilizzate dagli ittiologi per il riconoscimento dei pesci, sono arrivato alla conclusione che si trattasse proprio di un piccolo esemplare di amur. Se cosi' fosse, forse questo ciclo di adattamento sarebbe gia' iniziato, ma questa e' soltanto la mia personalissima opinione. Il periodo di riproduzione di questo ciprinide avviene in concomitanza del periodo di frega delle carpe comuni e personalmente la cattura delle femmine piene di uova che mi sono capitate, sono sempre avvenute nei mesi di luglio e agosto con la temperatura dell'acqua sempre oltre i 20°. La tecnica di pesca che adotto per insidiare gli amur e' molto simile a quella usata di consuetudine per la carpa comune, con alcune differenze sopratutto nella fase di pasturazione. Essendo un pesce in grado di divorare in pochi istanti, grossi quantitativi di pastura, la pasturazione avviene sopratutto utilizzando per qualche giorno discrete dosi di mais e durante la sessione impiegando dosi massicce di pastura. Il tutto rende sicuramente la sessione piu' impegnativa ma il risultato finale ripaga abbondantemente il nostro impegno. Ritengo altresi importante tenere piu' corto l'hair-rig, in modo che la boilie rimanga contro la curvatura dell'amo, proprio per evitare di mancare il pesce durante l'abboccata. Infatti l'amur non essendo un grufolatore, ha un sistema ben diverso di ingoiare l'esca rispetto alla carpa comune. Le esche che danno i migliori risultati nei fiumi della mia provincia sono il mais e le boilies, e personalmente il maggior numero di catture le ho fatte proprio con quest'ultime con un mix a base di farina di carruba. Si dice che anche l'innesco di ciuffi d'erba filamentosa raccolta nei bassi fondali nei periodi estivi, possa essere l'esca piu' naturale e attrattiva per questo ciprinide. Ho provato piu' volte con questo tipo d'innesco, ma finora i tentativi sono stati vani anche perche' nella bella stagione il fondale dei fiumi e' quasi totalmente ricoperto da questo tipo di vegetazione acquatica e un'esca di questo tipo sarebbe visibile come adagiare un ago in un pagliaio. Questo fantastico pesce, raggiunge nel suo habitat naturale taglie ragguardevoli e in qualche caso anche i 40 Kg. Nella provincia di Alessandria i piu' grossi amur pescati di cui sono a conoscenza, arrivavano ai 28 Kg. di peso.

Mauro con un bellissimo amur di 24 Kg.

Il mio socio di pesca Mauro, proprio nel 2007, in una sessione nel fiume Tanaro ha catturato un esemplare femmina del peso ragguardevole di 24 Kg. Non esiste nessun periodo di chiusura per questo ciprinide, tanto meno misure minime, in quanto come gia' detto non e' considerato una specie autoctona. Mi auguro, che in futuro venga modificato il regolamento che vede attualmente l'amur come una specie aliena da estirpare dal nostro territorio, tenendo conto che questa specie non si ciba neanche delle uova di altri pesci oltre a non essere un predatore, quindi con un impatto ambientale quasi nullo. La conservazione di questo pesce nelle nostre acque, potra' essere dunque un patrimonio di tutti da salvaguardare e in grado di regalarci in futuro splendide emozioni.




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