Indirizzato alle Autorità nazionali, regionali e dipartimentali francesi
da Roya Expansion Nature a nome del collettivo di associazioni
nazionali, regionali e locali francesi co-firmatarie della mozione
indirizzata il 30 ottobre 2008 al Ministro
Assicurare la sicurezza del tunnel di Tenda non impone un raddoppio
dell'opera.
Riteniamo che é importante
rimediare ai problemi di sicurezza che pone lo stato attuale del tunnel, ma
che l'adeguamento alle norme con rialesaggio di questo tunnel come inscritto
nella seconda parte del progetto é ampiamente sufficiente per rendere sicura
la circolazione sia nel tunnel che sulla strada che attraversa i villaggi
della Valle Roia. Questa soluzione implica, per noi, il mantenimento
dell'alternanza per i veicoli pesanti e per i veicoli leggeri, solo vero
freno all'esplosione del traffico.
Tanto più che la direttiva europea su ''le
esigenze di sicurezza minime applicabili ai tunnel della rete stradale
trans-europea'' precisa che solo aldilà di un tasso medio giornaliero
annuale (tmja) di 10 000 veicoli al giorno un tunnel transfrontaliero deve
essere raddoppiato. Ora, l'attualizzazione dello studio del traffico ASP
del CETE
di marzo 2006 indica all'orizzonte 2015 con il progetto di sistemazione un
tmja di 5410 veicoli al giorno, ossia un aumento di 1810 veicoli al giorno
in rapporto alla circolazione
attuale.
Siamo lontani dai 10 000 veicoli
al giorno.
Un traffico stradale in contraddizione con tutte le raccomandazioni
Notiamo che questo aumento della
circolazione produrrà una quantità equivalente carbone per il Dipartimento.
Ora, il Piano Clima Energia delle Alpi Marittime é di diminuire i gas a
effetto serra del 20 % da qui al 2020, come obiettivi principali di
diminuire l'inquinamento dell'aria dovuto ai trasporti stradali e aerei
abbassando le emissioni e i flussi del settore trasporto e aereo.
Ora, si constata che la misura di
passaggio dei veicoli leggeri al Col di Tenda é già enorme, poiché é più
importante di quello dei tunnel del Frejus, del Monte Bianco, o del
Monginevro. Abbiamo dunque già una circolazione di veicoli leggeri in
Francia e nella bassa Valle Roia italiana che non si può qualificare di
ragionevole ; di fatto , la circolazione é diventata completamente
sproporzionata in rapporto alla taglia dei nostri villaggi, e ai bisogni
locali.
I dati statistici dei flussi
settimanali di traffico che abbiamo potuto ottenere dal Consiglio Generale
mostrano dei picchi giganteschi di circolazione tra la Liguria e il
Piemonte, principalmente le domeniche a sera quando tutti gli piemontese
rientrano a casa, allorché le loro abitudini di partenza per il week-end
sono scaglionate venerdi sera e la giornata di sabato. Si tratta
essenzialmente di un traffico turistico pendolare italo/italiano, che
esplode in periodo di week-end e di vacanze scolastiche, che rappresenta il
flusso infinitamente più importante di quello del traffico commerciale di
merci, o di un traffico interno alla Valle Roia, o del flusso turistico
verso la Valle delle Meraviglie.
Il traffico pendolare
italo/italiano Liguria/Piemonte/Riviera del week-end e delle vacanze
scolastiche costituisce il flusso maggiore del traffico sulla RD 6204, e a
noi sembra che la lotta contro il traffico stradale pendolare entra
totalemente nella strategia di promozione del trasferimento modale.
Nel contesto attuale, che è quello
dell’accrescimento della mobilità, sia dei veicoli leggeri che di quelli
pesanti, riteniamo che il trasferimento modale dalla strada al binario è
diventato un imperativo di salute pubblica, e che nessuna misura che
favorisca la crescita della parte stradale dovrebbe essere incoraggiata.
Il rapporto “Equo ed efficiente.
Il tributo sul traffico dei mezzi pesanti legato alle prestazioni (RPLP) in
Svizzera”, fatto nel 2009 dall’Ufficio Federale dello sviluppo territoriale
<ARE>, stabilisce chiaramente che nel 2007 e 2008 il numero di tragitti di
mezzi pesanti effettuati attraverso le Alpi è ripartito al rialzo,
indipendentemente dalle misure prese quali la RPLP, con una perdita
massiccia del treno nella parte del mercato totale. Il Consiglio Regionale
PACA, nel suo Contratto di progetti Stato-Regione 2007-2013, fa d’altronde
riferimento all’esplosione del traffico merci nella PACA che comporta
emissioni inquietanti di gas ad effetto serra.
Un'esplosione del traffico di transito nel caso in cui si sbriglia il tunnel
attuale
Se la circolazione dei mezzi
pesanti al Col di Tenda non è attualmente comparabile in nessun caso a
quella di altri passaggi quale quello del Monte Bianco, ne siamo molto
soddisfatti ed è giustamente questa particolarità dovuta all’attuale
alternativa totale che vogliamo preservare, affinché la nostra vallata non
diventi un semplice corridoio di circolazione tra Ventimiglia, Torino e
aldilà i tunnel del Frejus e del Monte Bianco, ciò che è già per i veicoli
leggeri. Attualmente, i camione devono attendere sino a parecchie ore prima
di passare, ciò che spiega il loro debole flusso attuale sul nostro asse.
E’ eloquente, allorché il tunnel
non è ancora raddoppiato, che gli abitanti rivieraschi constatano delle
vibrazioni intense della loro casa che, all’apertura in settimana del tunnel
ai camion (vedi norma di circolazione in vigore), è una sfilata di camion
internazionali, principalmente nel senso della discesa verso Ventimiglia.
Questa via é dunque già ben una
via internazionale, percorsa da mezzi pesanti che vengono talora
dall’Olanda. Un raddoppio del tunnel attirerà senza alcun dubbio numerosi
mezzi pesanti e veicoli leggeri che vengono dall’Europa del Nord, tanto più
che a medio termine importanti lavori di allargamento della strada del Roia
non mancheranno di essere messi in opera.
Rinunciare al raddoppio del tunnel a profitto di un'altra strategia
Riteniamo molto riprovevole che lo
Stato, il Dipartimento così come la Regione, trovino utile sovvenzionare il
raddoppio del tunnel stradale, ciò che va contro il riporto modale dei
passeggeri e delle merci dalla strada verso la rotaia. Ogni studio indica
che più si ottimizzano le infrastrutture stradali come è previsto di fare al
Col di Tenda, e meno il riporto della strada verso la rotaia è favorito.
Noi riteniamo che la Valle Roia
non ha alcuna vocazione ad essere sacrificata al traffico di vetture leggere
o di traffico pesante quali che siano le sue scommesse. Siamo convinti che
un collegamento con l’Italia rimane molto importante e che non è essenziale
di riportare tutto sulla ferrovia, ma i comportamenti devono evolvere, tutto
ciò che è possibile con la ferrovia deve essere incoraggiato (anche se il
riporto modale è lungo a costituirsi) poiché è un orientamento che non può
essere più ecologico riguardo alle emissioni di gas ad effetto serra.
La stazione di sci di Limone, per
esempio, è accessibile in treno, e numerose persone che vanno per un solo
giorno si recano in treno. Le stazioni di Cuneo e di Ventimiglia sono
entrambe vicine ai mercati, ed è molto facile recarsi in treno.
L'impatto del progetto sul territorio e l'ambiente
Lo studio di impatto sul progetto
non ci convince affatto quando anticipa che la circolazione resterà
strettamente locale, regionale o interregionale. L’esempio storico
dell’esplosione della circolazione dopo la messa in servizio del tunnel del
Monte Bianco, presentato all’epoca come un miglioramento del collegamento
regionale, lo mostra con eloquenza : all’atto della creazione del tunnel del
Monte Bianco, non era motivo nei testi che d’assicurare un collegamento
trans-regionale, che d’altronde incantava i commercianti delle due valli.
Questi non s’aspettavano di vedere
la circolazione esplodere nelle loro valli (referenza : Associazione per la
Salvaguardia e il Rispetto del sito del Monte Bianco), e sono rimasti
impotenti una volta aperto il tunnel per fare regolamentare la circolazione.
Noi ricordiamo che tre dei cinque
villaggi della Roia francese sono attraversati dalla strada E 74, allorché i
loro centro-città sono molto stretti e non è previsto a breve termine
l’aggiramento per nessuno di questi tre villaggi.. Per ciò che riguarda la
prima opera di aggiramento prevista, cioé la realizzazione del tunnel
monotubo sulla sponda sinistra di Fontan, il ‘pré-DOG’ (Documento di
orientamenti generali) dello SCOT (Schema di Coerenza Territoriale) della
Riviera francese e della Roia in corso di elaborazione precisa che bisognerà
essere pazienti quanto alla sua realizzazione.
Riteniamo he ogni sistemazione che
comporta una crescita del traffico è da vietare per la preservazione della
qualità della vita e del turismo nazionale ed internazionale, che
rappresenta il nostro più grande apporto economico ed è basato sulle
ricchezze naturali, paesaggistiche e archeologiche eccezionali nella Valle
Roia.
Un’opposizione cittadina a questo
progetto ha già una certa ampiezza nella Valle Roia e in Italia poiché gli
stessi argomenti come i nostri sono stati consegnati, sia dalle associazioni
regionali e nazionali italiane, sia da Pro Natura-Cuneo, Legambiente, Cuneo,
Cipra Italia e Iniziative Trasporti Europa (ITE): consultare il sito
www.pronaturacuneo.it
"Attività : documento delle Associazioni Ambientaliste sulle vie di
comunicazione dell’arco alpino occidentale". Una petizione firmata da 600
persone a tutt’oggi, dalla maggioranza della Valle Roia testimonia
ugualmente dell’opposizione cittadina crescente a questo progetto nella Roya
francese.
Quattro nuovi argomenti a sfavore del progetto
Richiamiamo infine la Vostra
attenzione sugli avvenimenti qui di seguito, che si sono prodotti dopo la
Dichiarazione di Utilità Pubblica sul tunnel del Tenda:
1. La
Commissione europea ha selezionato cinque siti Natura 2000 nella Roya
francese: la RD 6204 attraversa uno di essi "il sito dei pipistrelli di
Breil-sur-Roya", e al limite d’area del sito "la Bendola-Ubac da Tenda a la
Briga a Saorge" (a livello della confluenza Roia-Bendola). La circolazione
maggiorata indotta dal raddoppio del tunnel della RD 6204 potrebbe
ugualmente creare un impatto sui tre altri siti Natura 2000 della Roia "il
Mont Chajol", "il Mercantour", e il "Marguareis". Una "valutazione
d’incidenza" riguardo agli obiettivi di conservazione degli habitat delle
specie minime di questi due siti Natura 2000 ci sembra già da ora
necessaria. Tanto più che la Legge sulla Responsabilità ambientale
n.2008-757 del 1° agosto 2008 ha tra i suoi obiettivi maggiori ciò che
concerne la qualità dell’aria e di lottare contro l’effetto serra.
2. La
Francia si è dotata della legge del ‘Grenelle de l’Environnement’, di cui
uno degli obiettivi maggiori in materia di trasporti è la riduzione dei gas
a effetto serra, che sono largamente emessi dai veicoli di trasporto. Si sa
da poco che la regione PACA è da lungi la regione più toccata in Francia
dagli episodi di inquinamento atmosferico dall’ozono. Con la Cov (Componenti
organici volatili), i Nox (monossidi d’azoto e biossidi d’azoto)
costituiscono i principali precursori dell’ozono. Secondo Atmo-PACA, nel
2004, le principali fonti di emissione di Nox nelle Alpi Marittime sono il
trasporto stradale (68 %) e le attività industriali (19 %). Perciò il
trasporto stradale è l’attività che produce più ozono, di particelle, di
biossido d’azoto, e di benzene in PACA. La stazione di Nizza Pellos è quella
che ha più giorni – 58 giorni/anno –di eccedenza della soglia autorizzata
(120 pg/m3/8 ore di ozono).
3. Un
mese dopo la resa dello studio d’impatto concernente le opere da realizzare
per il secondo tunnel del Col di Tenda, una farfalla endemica, la ‘Dyscia
Royaria’ è stata scoperta nel luglio 2006 al di sopra di Tenda alla quota
1300 m al livello del tunnel stradale, dagli entomologi Fréderic Billi e
Claude Tautel. Nuove osservazioni realizzate nel 2007 e 2008 in prossimità
del tunnel, hanno confermato la sua presenza. Secondo questi scienziati,
precauzioni devono essere prese poiché questa specie, di cui l’unico habitat
si situa presso l’entrata del tunnel attuale, sul settore dove è stata
prevista la zona di terrazzamento del tunnel progettato è, da questo fatto,
in grande pericolo di scomparsa.
4. La
RD 6204 attraversa da nord a sud, dal Col di Tenda al sud di Breil, tutti i
comuni situati in zona di adesione’ del Parco Nazionale del Mercantour
(PNM), cioè l’insieme dei comuni della valle del Roia eccetto La Briga. La
recente riforma dei parchi nazionali definisce le zone di adesione "come
tutto o parte del territorio dei comuni che avendo vocazione a far parte del
parco nazionale in ragione principalmente della loro continuità geografica o
della loro solidarietà ecologica con il cuore, hanno deciso di aderire alla
carta del parco nazionale e di concorrere volontariamente a questa
protezione". Il concetto di solidarietà ecologica proposta nella legge
conferisce un ruolo di conservazione ben più importante alle < aree
d’adesione > di quanto ne avessero le vecchie "zone periferiche". Il Parco
Nazionale del Mercantour elabora attualmente la sua carta. Non ha una
responsabilità innegabile nei confronti della buona conservazione degli
ambienti del suo territorio? Il PNM ha peraltro realizzato da tre anni una
brochure esplicativa dei danni causati alle foreste del Parco dall’ozono. Si
deve continuare ad accrescere questo problema con ancor più circolazione ?
In conseguenza , chiediamo un
riesame completo del dossier, poiché ciò è possibile in virtù dell’art. 6
alinea 3 della Convenzione d’Espoo.
L’accordo internazionale
concernente il raddoppio del tunnel di Tenda è stato certamente firmato ma
può essere riesaminato alla luce dei nuovi elementi qua sopra esposti.
per l’Associazione Roya
Expansion Nature
Due Amministratori.