Nel
1995 nasce l'Ufficio Centrale per i Beni Ambientali ed il Paesaggio, che
vedeva tra le sue competenze l'espletamento delle procedure previste dalle
norme di tutela contenute nella Legge 431/1985. In pochi anni l'Ufficio ha
visto le proprie competenze ampliate su diversi aspetti delle procedure
amministrative di gestione del territorio, quali la collaborazione con il
Ministero dell'Ambiente nelle procedure di Valutazione di Impatto
Ambientale di opere dl interesse nazionale; la programmazione con il
Ministero del Tesoro per i fondi strutturali, derivanti da finanziamenti
della Comunità Europea; il monitoraggio degli strumenti di pianificazione
a livello regionale con poteri sostitutivi per la garanzia della dotazione
degli strumenti di salvaguardia e sviluppo del territorio.Negli ultimi
anni importanti avvenimenti hanno cambiato il ruolo delle pubbliche
amministrazioni, in concomitanza con importanti avvenimenti a carattere
nazionale. Lo stato italiano si sta dotand9 di un nuovo assetto
istituzionale, che vede ampliarsi le competenze regionali su importanti
aspetti di governo del territorio. Il decentramento delle competenze
statali ha riguardato anche la struttura della nostra amministrazione e
dei suoi istituti periferici. A seguito del D.P.R. 441/2000 l'UCBAP ha
cambiato il proprio nome in nuova Direzione Generale per i Beni
Architettonici ed il Paesaggio, acquisendo la competenza della tutela dei
beni Architettonici, mentre gli Istituti periferici hanno assunto maggior
autonomia in diversi gradi decisionali relativi alla tutela dei beni
Architettonici e paesaggistici.
Le
novità indotte dal decentramento amministrativo hanno coinciso, in ltalia,
con la liberalizzazione del mercato dell'energia ed in Europa con
'l'avvento della moneta unica e con l'attuazione di Direttive comunitarie
volte ad una maggiore garanzia di tutela dell'ambiente negli atti
pianificatori che i vari stati programmano. La liberalizzazione del
mercato dell'energia e del gas, ha creato un grande interesse che si è
tradotto in una moltitudine di nuovi insediamenti produttivi in nuovi siti
e in poli produttivi già operanti. Basti pensare che al Gestore della
Rete di Trasmissione Nazionale sono state richieste connessioni per circa
100 mila MW elettrici, quando l'attuale consumo di energia elettrica
nazionale è di circa 50 mila MW. E' chiaro che questa positiva
"vivacità" del mondo imprenditoriale comporta maggior
attenzione e preoccupazione da parte degli organi preposti alla tutela del
territorio e dell'ambiente, anche perché questo sviluppo industriale si
cala fu un quadro che vede operanti solo pochi piani energetici regionali
e la mancanza di un quadro nazionale di riferimento di compatibilità sia
industriale che ambientale.
La
Direzione che si interessa anche di un nutrito programma di opere
pubbliche a grande scala, guarda con grande interesse alla evoluzione
normativa europea in materia ambientale. La Direttiva della Comunità
Europea 42 del 2001 relativa alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS),
che dovrà essere recepita dall'Italia fra 2 anni, introduce il principio
di valutare gli effetti sull'ambiente dei piani e programmi di cui le
regioni e gli stati membri dell'Unione Europea si dotano per lo sviluppo
del territorio. La VAS introduce nelle norme procedurali di attuazione la
consultazione, durante la valutazione dei piani e dei programmi, conle
autorità responsabili per l'ambiente ed il pubblico. Il rapporto
ambientale e i pareri espressi dalle autorità interessate e dal pubblico,
anche le eventuali consultazioni transfrontaliere, dovrebbero essere presi
in considerazione durante la preparazione del piano o del programma e
prima della sua adozione o prima di avviarne l'iter legislativo. Non
essendo ancora operativa la Valutazione Ambientale Strategica la Direzione
opera con gli strumenti dell'attuale normativa. Riferendosi a quanto
disposto dalD.Lvo 490/1999 e dal successivo Atto di Accordo Stato Regioni
in materia di atti pianificatori, la Direzione opera per, recuperare un
ruolo attivo di monitoraggio delle scelte pianificatorie locali, per
garantire che gli obiettivi di sviluppo, a cui le varie amministrazioni
tendono, si configurino in armonia con obiettivi di qualità condivisi a
scala nazionale.
Questa
attività trova non poche difficoltà di attuazione nel quadro del più
generale decentramento delle competenze amministrative. Ritenendo, invece,
necessaria una più stretta collaborazione tra organo centrale e autonomie
locali, la Direzione Generale per i Beni Architettonici ed il Paesaggio
ritiene fondamentale il recepimento della Direttiva 42/CE con modalità
che facilitino la collaborazione Stato Regioni.
Anna
Di Bene
Responsabile
pianificazione Dir. Gen. BB.AA.PP. del ministero dei
Beni
e Attività Culturali
Fonte: Bollettino
dell'Associazione n. 380 del dicembre 2001