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Mediterraneo.
Wwf: ecco cosa succede al greggio che finisce in mare
La
chiazza oleosa a pelo d'acqua e' solo l'inizio. A descrivere il destino
del petrolio che finisce in mare e' il Wwf, presente come altre
associazioni ambientaliste alla Cop 13 di Catania. Spiega l'associazione
del panda: il 15% del petrolio grezzo evapora nell'atmosfera, il 16% si
disperde nell'acqua. Una quota, pari al 22%, riesce poi a biodegradarsi,
mentre il 3% si agglomera nel mare aperto. C'e' poi un 15% residuo che si
deposita a terra: per il Mediterraneo, dove ogni giorno vengono scaricate
illegalmente in mare 2.800 tonnellate di greggio, questo quantitativo e'
pari ai carichi di 3 "Erika" all'anno. Il restante 28% penetra
nei
sedimenti. Per il Wwf, in piu', l'inquinamento da residui oleosi e'
sottostimato. I componenti del petrolio, spiega l'associazione, si
disgregano molto piu' lentamente nell'ambiente e penetrano profondamente
nella catena alimentare. Il petrolio, sottolinea il Wwf, contiene inoltre
inquinanti pericolosi come la diossina e i metalli pesanti "che hanno
effetti letali per la vita marina e per la salute umana". Per capire
il
danno ambientale di questo tipo di inquinante, si puo' dire che nel
Mediterraneo (secondo al mondo per biodiversita') vivono piu' di 500
specie
di pesci e circa 400 specie di alghe. Ci sono, infine, molte popolazioni
di
cetacei e animali a forte rischio estinzione: foca monaca, tartarughe
marine e tartarughe verdi.
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